2024-04-28
Bonus tredicesime, rebus sulle coperture
Maurizio Leo e Giancarlo Giorgetti (Ansa)
Il provvedimento, già slittato una volta, potrebbe non entrare neanche nel cdm in programma martedì. Maurizio Leo: «Stiamo lavorando sulle risorse». Il nodo riguarda anche il taglio delle tasse al ceto medio, vista la tenaglia di Superbonus e nuovo Patto di stabilità.Bonus tredicesime sempre più incerto. Secondo quanto risulta alla Verità al momento non si sarebbero ancora trovate le risorse necessarie per mettere in piedi la misura che, stando alle ultime bozze, prevederebbe un bonus di 100 euro per le famiglie monoreddito fino a 28.000 euro con almeno un figlio a carico. Contributo che dovrebbe arrivare a dicembre, all’interno della tredicesima. Nelle bozze si parlava di coperture che sarebbero potute arrivare dall’incasso derivante del concordato preventivo biennale. Misura dall’esito incerto, e che comunque dovrebbe servire anche a coprire il taglio di tasse al ceto medio. L’incertezza sulle coperture ha già bloccato una prima volta il decreto fiscale, quanto è saltata la sua presenza all’interno del cdm del 23 aprile che ha approvato le norme sull’Intelligenza artificiale. Adesso rischia però di non entrare nemmeno in quello di martedì, a meno che il Mef guidato da Giancarlo Giorgetti non riesca a trovare, in questi giorni, le risorse adeguate per sostenere la misura. Dopo gli effetti disastrosi sui conti dello Stato del Superbonus e le nuove regole europee, infatti, il governo deve prestare molta attenzione a tutte le novità che vuole introdurre onde evitare di peggiorare l’indebitamento. Il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, a margine della conferenza programmatica di Fdi in corso a Pescara, a proposito del decreto legislativo sull’Irpef ha infatti spiegato che nonostante la speranza sia quella di «riuscire a portarlo» nel cdm del 30 aprile, al momento «si sta lavorando, quindi verifichiamo un attimo se ci sono le compatibilità finanziarie. Io sono sempre cauto sulle risorse quindi dobbiamo fare in modo che una misura, che può essere sicuramente di vantaggio per le famiglie, abbia le necessarie coperture finanziarie». Sul tema Fisco ieri Leo ha poi spiegato che i due obiettivi fondamentali che il governo deve perseguire sono abbassare la pressione fiscale e rendere le regole più semplici, per cercare di evitare che le imprese italiane continuino a trasferirsi all’estero visto che «in ambito europeo noi subiamo una concorrenza sleale, che dobbiamo cercare di contrastare. Lo stiamo facendo, per esempio in materia fiscale. Perché molte imprese si vanno a posizionare in Olanda, in Irlanda? Perché ci sono vantaggi fiscali». Bisogna dire che questa situazione, che vede la presenza di paradisi fiscali all’interno dell’Ue, dovrebbe essere regolarizzata dalla stessa Commissione Ue. A livello di singoli Stati membri, semplificare e rendere le regole il più chiare possibile è sicuramente importante, così come lo è agire sulla riduzione della pressione fiscale. In termini di imprese dei passi avanti sono stati fatti visto che «per favorire gli investimenti in Italia abbiamo introdotto misure per favorire il reshoring. Cioè alle imprese che vengono in Italia si abbassa la tassazione per cinque anni, ma devono restare almeno altri cinque anni. Le più strutturate devono restare altri dieci anni», ha spiegato Leo. Ma la questione rimane centrale. Secondo un’elaborazione del centro studi di Unimpresa sulle cifre del Def, in Italia la pressione fiscale è destinata a salire dal 42,1% del 2024 a un 42,7% nel 2027. Si passerà dai 996 miliardi dell’anno scorso a 1.094 miliardi del 2027, più 100 miliardi di euro. Alleggerimento della pressione fiscale che dovrebbe toccare direttamente anche il ceto medio, visto che oggi paga più del 50% di tasse. Diminuire le imposte a questa categoria è un obiettivo più volte ribadito dal governo, ma che è strettamente legato al reperimento delle risorse. Lo stesso Leo, in diverse audizioni, ha infatti sottolineato come il taglio delle tasse per il ceto medio sia una delle misure che si vogliono realizzare se ci si riusciranno a trovare le coperture necessarie. Restando in ambito fiscale, un tema non caratterizzato dalla questione risorse è il decreto sulla revisione del sistema sanzionatorio. «Oggi c’è un disallineamento tra l’Europa e l’Italia. In Europa le sanzioni si attestano sul 60%, noi abbiamo sanzioni amministrative che vanno dal 120 al 240%. Questo genera sicuramente un contenzioso», visto che il contribuente che si vede raggiungere da una cartella di pagamento con il 120-240% di sanzioni più gli interessi fa il contenzioso. «La prima cosa che abbiamo detto è: l’imposta va pagata, va pagata tutta, la sanzione la portiamo al 5% e diamo una dilazione. In questo modo chi doveva pagare ha pagato». Approccio che ha già avuto dei risultati positivi se si pensa che «abbiamo realizzato 6,8 miliardi dalla cosiddetta rottamazione», con un tasso di decadenza del 45% contro un 70% dell’ultima voluta da Giuseppe Conte. Infine, Leo ha anche affrontato il tema della tassazione dei giganti del Web: «La filosofia deve cambiare: è nel Paese in cui si realizza la ricchezza che deve avvenire la tassazione». «Il G7 può essere fondamentale per far capire che bisogna tener conto di tanti aspetti». Per Leo è inoltre possibile «arrivare a questo obiettivo senza lo spauracchio dei dazi» che sarebbero «un problema molto serio per la produzione italiana».
La Global Sumud Flotilla. Nel riquadro, la giornalista Francesca Del Vecchio (Ansa)
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)