2024-01-04
A Bologna imposti i 30 km orari. «Più rischi e danni al commercio»
Il sindaco dem di Bologna Matteo Lepore (Getty Images)
Il sindaco Matteo Lepore (Pd) vara le nuove regole sulla viabilità. Le categorie insorgono: «Non ci hanno ascoltati». Fdi: «Così aumenterà l’inquinamento». E Forza Italia propone uno sportello per i ricorsi contro le multe.Il sindaco Matteo Lepore e la sua squadra tirano dritto, nonostante le diverse perplessità incontrate. Per il momento, autovelox fissi saranno installati solo nelle strade dove il limite è rimasto a 50 km/h, mentre il rispetto dei 30 km/h verrà controllato mediante dispositivi mobili. La Prefettura ha approvato cinque nuove postazioni di controllo, che saranno poste entro la prima metà del 2024 su viale Sabena, viale Lenin, viale Togliatti, viale Cavina e viale Berti Pichat. «Di fatto i 30 chilometri orari diventano la nuova normalità, andando a coprire il 70% delle strade del centro abitato e il 90% di quelle della parte di città più densamente vissuta dalle persone, rispetto all’attuale 30%», si legge su bolognacittà30.it, sito gestito dal Comune dove si trovano tutte le informazioni riguardanti il piano. «Nuova normalità», un’espressione che abbiamo imparato a conoscere durante la pandemia e che tradisce l’intenzione di fondo della nuova ideologia di sinistra: rieducare i cittadini. Anche linguisticamente, come ci ricorda un altro sito, quello della campagna che ha combattuto per ottenere la realizzazione del progetto, bologna30.it: «30logna. Una città per tutt*». Tra gli sponsor, si va dal Cassero lgbti+ center all’Arci Bologna. Anche senza entrare nel merito, ci sarebbero già tutti gli elementi per essere scettici. Approfondendo però la questione, si scopre che delle perplessità sono state manifestate anche da diverse personalità e categorie. Mario Sorbi, presidente dell’Osservatorio per l’educazione alla sicurezza stradale, ha chiesto di sospendere l’applicazione delle sanzioni e «utilizzare questo tempo per sensibilizzare, comunicare e condividere l’attuazione di questa rivoluzione copernicana della mobilità». Tra i suoi rilievi, essendo la maggior parte delle auto non provvista di cruise control, il fatto che «il guidatore sarà obbligato a un continuo ping pong dello sguardo dalla strada al cruscotto per verificare di non superare il limite, comportamento che aumenterà il livello di distrazione a scapito della sicurezza». Inoltre, «dovrebbero essere rivisti gli orari alle varie fermate dei bus, con pesanti ricadute sulla gestione quotidiana per il rispetto delle entrate e delle uscite dai posti di lavoro e dalle scuole». Secondo l’esperto, la sicurezza sulle strade dipende da alcune capacità - «essere reattivi, resistenti allo stress, concentrati, avere una buona visione d’assieme e in grado di ragionare» - poco possedute dalla cittadinanza. Lo dimostrerebbe «il monitoraggio quotidiano a cui ognuno assiste sulla strada, dove sembrano imperare non atteggiamenti civili e rispettosi delle norme, ma un’anarchia dove ciascuno pensa di essere al centro del mondo». «Le cause sono molteplici», ha aggiunto: «i problemi socio-economici ampliati dalla pandemia, l’aver sfilacciato i rapporti sociali a seguito delle restrizioni dovute alla presenza del virus, a cui si somma lo stress generato dalle criticità della presenza di cantieri stradali e della viabilità compromessa prima dall’alluvione e dal dissesto idro-geologico, e ora anche dalla chiusura di via San Vitale per permettere la messa in sicurezza della torre Garisenda». La nuova normalità, insomma, che poi casualmente porta a più controllo.Anche il Cna di Bologna, associazione che rappresenta gli interessi degli artigiani, degli imprenditori e delle piccole e medie imprese, ha espresso un parere negativo. «Qualche mese fa abbiamo promosso un questionario che ci ha detto che il consenso verso questo provvedimento è scarso», ha dichiarato il direttore Claudio Pazzaglia al Corriere di Bologna. «Abbiamo ribadito questa posizione negli incontri avuti con il Comune avanzando anche alcune proposte che non sono state accolte». Tra queste, altri sei mesi senza sanzioni e la possibilità, per le ore notturne, di conservare il limite di 50 km/h. «Non sono state recepite. Noi rappresentiamo settori delicati che saranno interessati in maniera significativa dagli effetti della norma. Serve buonsenso». Stesso discorso per i taxi, che avevano chiesto di poter mantenere il limite a 50 km/h nelle corsie preferenziali, ma pure a loro il Comune ha risposto picche. Anche le opposizioni di centrodestra si sono espresse compattamente contro il piano. «Come ci ha già ribadito la polizia locale, le cause di morte sulla strada sono guida spericolata, al cellulare o in stato di ebbrezza. È per questo che il governo ha presentato un Ddl sicurezza stradale che inasprisce le sanzioni per chi ha queste condotte. Andare ai 30 non serve a nulla, se non ad inquinare di più, aumentare i tempi di percorrenza e causare un disagio a chi deve spostarsi. Fare le multe a chi va ai 31 sarebbe davvero assurdo. Lepore la smetta di vessare i bolognesi», ha scritto Fratelli d’Italia in una nota. Forza Italia, invece, propone uno sportello per i multati, convinta che sia possibile impugnare le sanzioni. «La decisione del sindaco Lepore di rimandare le multe per chi viola il limite dei 30 km/h significa che ha capito di aver fatto il passo più lungo della gamba. È una misura ideologica che non è passata dal confronto coi cittadini», ha dichiarato invece la Lega per bocca di Matteo Di Benedetto, il quale ora chiede alla giunta di tornare indietro del tutto. Cosa che, a quanto pare, non ha alcuna intenzione di fare.
Giancarlo Fancel Country Manager e Ceo di Generali Italia
Rifugiati attraversano il confine dal Darfur, in Sudan, verso il Ciad (Getty Images)
Dopo 18 mesi d’assedio, i paramilitari di Hemeti hanno conquistato al Fasher, ultima roccaforte governativa del Darfur. Migliaia i civili uccisi e stupri di massa. L’Onu parla della peggior catastrofe umanitaria del pianeta.