2025-02-25
Il decreto Bollette slitta a venerdì. Meloni: «Voglio misure più efficaci»
Il ministro Giancarlo Giorgetti con il premier Giorgia Meloni (Ansa)
Per il premier la bozza non sarebbe soddisfacente. La Schlein strumentalizza i rincari.Il decreto Bollette slitta a venerdì. «Servono misure più efficaci», ha detto, secondo quanto appreso dall’Ansa, Giorgia Meloni, che ha chiesto di «approfondire» ulteriori misure per dare «una risposta più efficace». Il tema caldo sono le coperture: ci sarebbero all’appello solo 600 milioni legati all’utilizzo delle quote Ets, le tasse sulle emissioni di CO2 pagate dalle aziende. Pochi rispetto ai 2,8-3 miliardi necessari. Solo per il bonus sociale destinato alle famiglie disagiate servirebbero tra 1,3 e 1,5 miliardi. Il tetto dell’Isee verrebbe alzato da 9.530 a 12.000 o 15.000 euro. L’onere dipende dall’allargamento della platea dei beneficiari. La versione più estesa andrebbe ad abbracciare oltre 10 milioni di persone con un costo di circa 1,5 miliardi. Nel 2023 ne hanno beneficiato 4.577.000 nuclei con una spesa di 1,7 miliardi. Inoltre, l’Acquirente unico acquisterebbe all’ingrosso sui mercati del giorno prima anziché sui mercati spot.Un altro punto interrogativo riguarda la durata del decreto: nelle intenzioni dovrebbe coprire sei mesi ma dipenderà dalle risorse. Per le coperture, oltre alle maggiori entrate legate all’aumento del gas e quindi dell’Iva versata, c’è l’ipotesi di una stretta sugli operatori che caricano in bolletta extracosti o non erogano gli sconti dovuti. Un altro intervento allo studio è ridurre le differenze tra il prezzo del gas sul mercato di riferimento europeo (l’indice Ttf della Borsa di Amsterdam) e quello sul mercato all’ingrosso italiano (chiamato Psv). Lo spread tra i due mercati è uno degli elementi che fa sì che in Italia l’energia costi molto più che in altri grandi Paesi europei. La riduzione di solo 1 euro di questa differenza avrebbe un impatto sulle bollette di almeno 2 euro di risparmio.Per aiutare le imprese ci sarebbe l’estensione del sistema di energy release, oggi riservato alle energivore, che consente di acquistare energia rinnovabile a prezzo calmierato in cambio dell’impegno a sviluppare nuova capacità rinnovabile nei prossimi 30 anni. Inoltre c’è l’ipotesi di aumentare i contratti a lungo termine Ppa (Power purchase agreement) che regolano la fornitura di energia elettrica da fonte rinnovabile tra un soggetto produttore (che possiede l’impianto) e un soggetto acquirente. Infine sarebbe ammessa l’adesione alle Cer (le comunità che aggregano produttori da fonti rinnovabili e consumatori di energia) anche gli istituti pubblici di beneficenza e assistenza.Nel frattempo il fuoco di sbarramento del Pd aumenta. Nemmeno l’ipotesi che venga allargata la platea dei beneficiari del bonus riesce a tacitare il segretario, Elly Schlein, che in diretta Instagram arringa contro il governo Meloni colpevole «di non aver fatto nulla per due anni» e di «svegliarsi solo ora». Poi la proposta di «disaccoppiare il prezzo dell’energia elettrica da quella del gas». Critiche interessate da Carlo Calenda, a cui risponde Maurizio Gasparri: «Troviamo discutibile che Calenda, sull’onda di teorie fantasiose fini a se stesse e fondate su annunci roboanti, continui a proporre soluzioni valide (magari) solo sulla carta».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)