2024-10-03
In lotta contro la paura: storia del duello studentesco tedesco (che ancora resiste)
True
Duello di Mensur in una foto dal libro Bloodline di Alberto Palladino
Un recente libro fotografico racconta storia e protagonisti della Mensur, la tradizione delle confraternite germaniche in cui la ferita non è evitata, ma ricercata come segno distintivo.La Germania rappresenta da sempre il vero rompicapo culturale dell'Occidente. Il Paese di Kant, della razionalità, dei conti in ordine, dei sandali con i calzini, ma anche quello nella cui anima, scriveva Nietzsche, si celano «abissi dionisiaci». E se la storia del Novecento ha dato più di una dimostrazione di questa ambivalenza animica, pochi crederebbero che, persino nella Germania odierna, rieducata, imbelle e mansueta, persistano riti virili che a occhi inesperti possono sembrare decisamente truculenti. È il caso della Mensur (dal latino mensura = misura), il combattimento rituale tradizionale, chiamato anche duello studentesco o duello accademico, tipico di alcune confraternite studentesche del mondo germanico attive ancora oggi. Ad oggi esistono circa centosessanta confraternite organizzate nella Deutsche Burschenschaft (DB) in Germania e Austria e nella Neue Deutsche Burschenschaft (NeueDB) fondata nel 1996 e presente nella sola Germania. Alla Mensur è dedicato il libro fotografico di Alberto Palladino, Bloodline (Borderline visual).Benché l’osservatore pigro possa facilmente associare simili rituali al fascismo, bisogna ricordare che sotto il nazionalsocialismo le confraternite studentesche furono sciolte e i loro membri accorpati alle organizzazioni giovanili del partito. Esponenti di spicco attivi nel Terzo Reich, tuttavia, portavano con orgoglio la ferita conseguita in un duello. Il più famoso è probabilmente Otto Skorzeny, l’ufficiale che fu incaricato da Hitler di liberare con un blitz Mussolini tenuto prigioniero al Gran Sasso. Il vistoso taglio che gli deturpava la guancia sinistra era appunto il frutto di un duello della Mensur.La Germania non è ovviamente l’unico Paese a conoscere tradizioni legate al duello. La Mensur, tuttavia, ha caratteristiche davvero peculiari. Alla base del duello non c’è infatti alcuna questione d’onore, alcuna controversia da risolvere. E la ferita da spada non è semplicemente «messa in conto», bensì quasi ricercata come simbolo distintivo, come segno d’onore. «È possibile», scrive Palladino, «per entrambi i partecipanti alla Mensur “vincere” rimanendo saldi di fronte ai fendenti d’acciaio o “perdere” muovendosi per evitare i colpi durante questa sfida». Il duello è disciplinato da un rigido cerimoniale. Leggiamo nel testo: «Due studenti sono coperti da un equipaggiamento ricavato da cuoio e metallo e che protegge braccia, torso e collo, lasciando scoperte guance e testa. Uno di fronte all’altro, ad una distanza predeterminata (la Misura, appunto) con le gambe immobili, innalzano le loro spade - con la punta smussata ma con entrambi i lati della lama affilati - sopra la propria testa. Al segnale dell’arbitro, i polsi e gli avambracci scattano rapidamente da quattro a otto volte, mirando il volto dell’avversario, mentre piedi, torso, e la mano non dominante, rimangono in posizione rigida e ferma. Queste percussioni d’acciaio, veloci come una saetta, si interrompono altrettanto rapidamente mentre entrambi i gregari tornano ad affiancare i duellanti, insieme con un dottore per verificarne le ferite. Le conseguenze dell’incontro spesso includono un taglio sulla pelle con la drammatica cascata di sangue. Ogni punto di sutura, ogni necessaria medicazione viene realizzata sul posto e subito dopo i giovani studenti tornano in posizione».Tutto avviene sulla base di un’etichetta molto formale. Spiega Palladino: «Vietato assolutamente muovere una qualsiasi parte del corpo, che non sia la mano che brandisce la lunga spada e che deve in ogni caso operare con il solo sforzo del polso a ciò che, il resto del braccio fasciato di cotta di maglia, formi un riparo alla parte più prossima del capo altrimenti indifeso. La lotta si svolge in silenzio, solamente i gregari, due per parte, con brevi richiami e ordini, aiutano e coordinano la sfida. Nulla trattiene i duellanti dal muoversi, dal ripararsi, dal distogliere il volto all’approssimarsi d’un fendente, nulla tranne il rischio temibilissimo di perdere la perfetta postura, la forma. Essere disformi o de-formi rispetto ad una prassi rituale antichissima è peggio che ricevere le evidentissime ferite - tutte al volto e al capo - che inevitabilmente ogni scontro lascia. Le profonde cicatrici, anzi, sono fregi preziosi all’interno della comunità di chi ne riconosce il significato. Segni, simboli che, tra pari, in-formano e con-formano». Non c’è un tempo limite per il duello, «l’unico limite è la resistenza dei confratelli in azione, il ferimento grave o la resa. Cessato il duello i due si stringono in un abbraccio fraterno, si scambiano piccole fibbie metalliche in dono e bevono assieme nella più sacra delle ospitalità». Rituali d’altri tempi, che tuttavia resistono in piena postmodernità. La linea di sangue non si è interrotta.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.