2023-11-11
Blinken: «Troppi palestinesi morti». Sfuma l’accordo sui prigionieri
Benjamin Netanyahu: «Terremo il controllo sulla Striscia». Pressing Usa per fermare i coloni.Mentre si continua a combattere a Gaza, proseguono le polemiche sulla gestione del territorio post conflitto. È di appena pochi giorni fa lo stop Usa nei confronti delle parole del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, che ha mostrato l’intenzione di militarizzare la Striscia per mantenerne l’ordine alla fine delle ostilità. Ieri Bibi è tornato sul tema, chiarendo: «Le forze di difesa israeliane manterranno il controllo della Striscia, non lo daremo a forze internazionali». Anche se in un’intervista rilasciata a Fox News poche ore prima, aveva detto: «Non cerchiamo di governare Gaza, non cerchiamo di occuparla, ma cerchiamo di darle, così come a noi, un avvenire migliore». Andando più nel dettaglio ha aggiunto: «Penso che sia chiaro come dovrà essere il futuro di Gaza. Hamas se ne andrà, non solo per il nostro bene, ma per il bene di tutti. Per il bene della civiltà, per il bene dei palestinesi e degli israeliani. Non ci sarà alcun cessate il fuoco senza il rilascio degli ostaggi». Secondo il premier, Gaza dovrà essere demilitarizzata, de radicalizzata e ricostruita.Le dichiarazioni di Netanyahu sembrano dare per scontata la vittoria di Israele, escludendo un allargamento del conflitto e rifiutare l’idea più volte avanzata dagli americani di una forza internazionale per garantire la sicurezza a Gaza in un periodo di transizione prima di poterla riconsegnare a un governo palestinese che riunisca Gaza e Cisgiordania, che Washington spera sia guidato dall’Autorità nazionale palestinese. Proprio l’Anp si è detta nelle ultime ore pronta ad assumersi le proprie responsabilità nella Striscia di Gaza nell’ambito di una soluzione politica globale per la Cisgiordania, Gerusalemme Est e Gaza. A dirlo è stato lo stesso presidente palestinese Abu Mazen. Sul fronte ostaggi ieri alcune voci rincorrevano l’ipotesi che si fosse raggiunto un accordo per il rilascio di 100 di loro (donne e minori detenuti da Hamas), grazie a uno scambio umanitario di prigionieri che preveda la scarcerazione delle detenute e dei minori palestinesi nelle carceri israeliane. L’ipotesi è stata smentita da Israele, che nel pomeriggio ha emesso un comunicato per chiarire che: «Non c’è alcuna definizione di un’intesa relativa a uno scambio di prigionieri tra Israele e Hamas». Lo ha detto una fonte politica israeliana citata dalla tv pubblica Kan. Secondo la stessa fonte, ci sono sforzi in parallelo ai combattimenti per fare tutto il possibile per recuperare gli ostaggi.Intanto aumenta la pressione internazionale su Israele. «Ci sono 10.000 vittime, una violenza per cui qualcuno dovrà pagare il conto. Un crimine contro l’umanità che sta mettendo a dura prova la nostra pazienza», ha detto il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Il segretario di Stato americano, Anthony Blinken, ha commentato: «Finora troppi palestinesi sono stati uccisi, troppi hanno sofferto in queste ultime settimane». L’amministrazione Biden aumenta le pressioni private su Tel Aviv per chiedere di fermare la violenza dei coloni nella Cisgiordania occupata, nel timore che questa possa far scoppiare un secondo fronte. L’allarga è sempre più probabile, per alcuni inevitabile. Come per il ministro degli Esteri iraniano, che ha commentato «Un ampliamento della guerra a Gaza è inevitabile a causa della crescente “aggressione” israeliana». A dividere la comunità internazionale c’è soprattutto il tema del cessate il fuoco. Lega Araba e Turchia lo chiedono da settimane, l’Ue non ha un’opinione unanime: alcuni Stati membri ritengono che non sia ancora il momento per il ritiro di Israele.
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