2025-04-30
Blackout Spagna, Sánchez nicchia e spara sul nucleare
Il socialista tergiversa sul motivo del disastro e dice falsità per difendere le fonti naturali: «Recupero più lento se dipendessimo dai reattori». Pronta una commissione d’inchiesta.«Non abbiamo la minima idea di cosa sia successo nel nostro Paese», ha tuonato ieri il leader del Pp Alberto Núñez Feijóo da Valencia dove si tiene il congresso del Partito popolare europeo, accusando il premier Pedro Sánchez di non aver attivato subito l’emergenza nazionale dopo il blackout di lunedì e di non essere in grado di fornire spiegazioni dell’accaduto. Una Spagna che è rimasta paralizzata per lunghissime ore, anche fino alle 3 del mattino seguente, senza luce, acqua, collegamenti telefonici e a Internet, con traffico stradale, ferroviario e aereo in tilt, carte di credito e dispositivi mobili inutilizzabili. A Valencia una donna di 46 anni è deceduta dopo essere rimasta senza ossigeno per un macchinario elettrico, a Madrid un’altra donna è morta in un incendio probabilmente causato da una candela lasciata accesa mentre dormiva. In Galizia, una coppia di 77 e 81 anni e il figlio di 56 sono stati trovati morti nella loro casa forse per il malfunzionamento di un apparecchio domestico. Molti sono stati gli interventi dei vigili del fuoco.La perdita economica è di diversi miliardi di euro in un giorno. Ieri, il 99,9 % della domanda di elettricità era stato ripristinato, però ci sono ancora difficoltà negli spostamenti sui treni e nelle forniture alla rete. Mentre il giudice dell’Audiencia nacional, José Luis Calama, ha avviato indagini preliminari per stabilire se i problemi alla rete elettrica possano essere stati un atto di sabotaggio informatico mirato a infrastrutture critiche, in tal caso si configurerebbe il reato di terrorismo, gran parte dell’opinione pubblica ritiene «deplorevole» il comportamento di un capo del governo che non risponde prontamente alla nazione. La Spagna si è fermata alle 12.33 di lunedì e Sánchez è comparso davanti agli schermi (ma chi poteva vederlo con tv spente e senza collegamenti a Internet?) solo alle 18.01 per dichiarare «Non escludiamo nessuna ipotesi […] Speriamo che la luce si riaccenda presto […] Non ci sono problemi di sicurezza». La seconda apparizione di Sánchez è stata alle 22.50 per dichiarare che il 50% della fornitura elettrica era stato ripristinato ma con differenze notevoli tra le Regioni autonome (molte a quell’ora erano ancora ferme al 15%) e sull’interruzione si è limitato a dire: «Meglio non fare supposizioni. Scopriremo le cause; non escludiamo alcuna ipotesi». Ieri il capo del governo è tornato a parlare per ribadire che non sa che cosa sia successo nei 5 secondi in cui è crollato il 60% della produzione di energia elettrica in Spagna, ma è certo che il più grande blackout nella storia della Spagna sia «responsabilità degli operatori privati». Mette sotto accusa Red Eléctrica (Redeia), la società incaricata di garantire la fornitura di energia elettrica, la definisce privata dato che è al 20% il capitale controllato dalla Società di partecipazione industriale statale (Sepi). Il premier non vuole escludere l’ipotesi del cyberattacco, al contrario di Red Eléctrica che ha detto «non è stata rilevata alcuna intrusione». Non si fida di conclusioni «affrettate» e ha annunciato di aver avviato un’indagine interna, guidata guarda caso dal ministro per la Transizione ecologica, Sara Aagesen Muñoz, per studiare le cause dell’«apagón», come viene chiamato il blackout. Le conclusioni saranno note il 7 maggio. Inoltre, il Consiglio per la sicurezza nazionale ha accettato di chiedere al Gruppo europeo di coordinamento dell’elettricità, che fa capo alla Commissione europea, di preparare un «rapporto indipendente» per fornire un quadro «più accurato e credibile» di quanto accaduto. Nel frattempo Aemet, il servizio meteorologico nazionale, ha confermato che «non sono stati rilevati fenomeni meteorologici o atmosferici insoliti in Spagna il 28 aprile». Ha inoltre chiarito che nella sua rete di stazioni meteorologiche non si sono verificate «improvvise fluttuazioni di temperatura». L’esecutivo nega che ci sia stato un problema di eccesso di energie rinnovabili, di mancanza di copertura o di domanda insoddisfatta. «Coloro che collegano questo incidente alla mancanza di energia nucleare, o mentono o dimostrano la loro ignoranza», ha sostenuto Sánchez, «Se avessimo avuto una maggiore dipendenza nucleare, la ripresa non sarebbe stata così veloce come quella che stiamo vedendo». Di fatto, come riporta El Confidencial, quando «i tecnici hanno chiamato d’urgenza centrali idriche, a ciclo combinato e nucleari per salvare un sistema che, fino al blackout, dipendeva per quasi l’80% della sua energia dal vento e soprattutto dal sole», tre dei sette reattori nucleari spagnoli erano fuori servizio. «Non funzionanti da Pasqua perché secondo i proprietari l’onere fiscale sulla loro attività fa sì che nei giorni di elevata produzione di energia rinnovabile la loro attività sia in perdita». A febbraio, Redeia aveva avvertito i propri investitori che il ritiro delle fonti di produzione energetica fisse, come l’energia nucleare, rappresenta una minaccia nel medio e lungo termine.
La sociologa Chiara Saraceno (Ansa)
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