2024-10-31
Biden insulta i trumpisti e imbarazza Kamala
Il presidente americano emula il comico fan del tycoon che ha offeso i portoricani e definisce «pattume» gli elettori repubblicani. Kamala Harris, che punta sul voto degli indecisi, va nel panico e si dissocia da Sleepy Joe. Che non ha ancora digerito la defenestrazione.Joe Biden ha «salvato» Donald Trump. No, non siamo impazziti. Il 13 settembre, su queste colonne, scrivevamo che, forse, il presidente uscente aveva ancora una parte da recitare in questa campagna elettorale. E che tale parte non sarebbe stata necessariamente a favore di Kamala Harris. Adesso, dopo un mese e mezzo, possiamo dire di aver avuto ragione. L’altro ieri, la candidata dem è infatti stata messa in imbarazzo da Biden, tanto da doverne prendere esplicitamente le distanze. Ma andiamo con ordine.Domenica, Trump ha tenuto un evento elettorale al Madison Square Garden. Tra gli oratori succedutisi sul palco c’è stato il comico Tony Hinchcliffe, che si è lasciato andare a una battutaccia, definendo Porto Rico un’«isola galleggiante di pattume». Parole che hanno fatto scoppiare un putiferio. Va detto che questo attore pratica insult comedy, un genere satirico appositamente basato sugli insulti. Resta però il fatto che quella dichiarazione, a meno di dieci giorni dall’election day, ha rappresentato un rischio per Trump. Ricordiamo che, in uno Stato chiave come la Pennsylvania, si registra una nutrita comunità portoricana, che potrebbe rivelarsi dirimente alle elezioni. Inoltre, la performance di Hinchcliffe avrebbe potuto compromettere i risultati positivi che, secondo i sondaggi, il candidato repubblicano sta registrando tra gli elettori ispanici.Qualcuno addirittura iniziava a parlare di una «sorpresa di ottobre» a sfavore del tycoon. Si trattava probabilmente di un’esagerazione, ma la sua campagna ha attraversato un momento di difficoltà. «La barzelletta non riflette le opinioni del presidente Trump o della campagna», ha dichiarato il team del tycoon, il quale ha a sua volta detto di non sapere chi fosse Hinchcliffe, aggiungendo che «probabilmente non avrebbe dovuto essere lì».Il team della Harris ha cercato subito di sfruttare la situazione per mettere Trump in cattiva luce davanti agli ispanici. Non solo. La candidata dem sperava di assestare un duro colpo al rivale con un discorso, tenuto martedì a Washington. Un discorso in cui la vicepresidente si è mossa su tre linee: ha accusato l’avversario di aver fomentato l’irruzione in Campidoglio del 6 gennaio, ha cercato di attrarre a sé gli elettori stufi di Trump e ha sottolineato di voler portare avanti una discontinuità rispetto all’amministrazione di cui fa parte.Insomma, la Harris sperava nel colpaccio. Ma a un certo punto, è capitato l’imprevisto. Durante una video call con l’organizzazione Voto Latino, Biden, parlando della barzelletta sui portoricani, ha definito «pattume» i sostenitori di Trump, dichiarando: «L’unico pattume che vedo circolare sono i suoi sostenitori». Parole che, hanno scatenato una tempesta, mettendo in imbarazzo la Harris e oscurando mediaticamente il suo discorso a Washington. La campagna di Trump non ha infatti perso tempo, rilanciando sui social l’affermazione di Biden e paragonandola a quando, nel 2016, Hillary Clinton definì gli elettori trumpisti dei «miserevoli». Una dichiarazione con cui, a detta di molti, l’ex first lady si giocò le presidenziali di quell’anno, innescando un effetto boomerang.E proprio un effetto boomerang sembra essere quello messo in moto dalle parole di Biden. Parole che minano gli sforzi della Harris di attrarre i repubblicani indecisi e che potrebbero mobilitare gli elettori trumpisti attualmente in difficoltà a votare, perché residenti nelle aree colpite dagli uragani in Florida e North Carolina. «Biden e Kamala Harris non odiano solo il presidente Trump, disprezzano le decine di milioni di americani che lo sostengono», ha tuonato la campagna del candidato repubblicano. La stessa Cnn ha titolato: «Biden potrebbe aver dato un grosso assist a Trump con la sua gaffe sul pattume».Non a caso, la Casa Bianca è intervenuta, dicendo che Biden sarebbe stato frainteso e che, nella sua dichiarazione, si stava in realtà riferendo alla «retorica d’odio» che sarebbe stata presente all’evento del Madison Square Garden. Una versione che fa acqua sia guardando il video del presidente sia sulla base di quanto riferito dal giornalista di Axios, Alex Thompson. Costui ha raccontato di aver chiesto allo staff della Casa Bianca come facesse a sapere che Biden non si stava riferendo ai sostenitori del tycoon. Lo staff avrebbe replicato, garantendo soltanto risposte off the record. Al rifiuto di Thompson, la Casa Bianca avrebbe negato ulteriori commenti.Nel frattempo, mentre la Corte suprema riconosceva alla Virginia il diritto di cancellare 1.600 registrazioni elettorali effettuate da soggetti che non disporrebbero della cittadinanza, la Harris ieri ha preso platealmente le distanze da Biden. «Sono fortemente in disaccordo con qualsiasi critica rivolta alle persone sulla base di chi hanno votato», ha detto, incassando intanto l’endorsement di Arnold Schwarzenegger. Una presa di distanze da Biden è arrivata anche dal deputato dem Jared Golden. «È importante concentrarsi su Donald Trump», ha risposto, imbarazzato, il governatore dem della Pennsylvania, Josh Shapiro, quando gli è stato chiesto delle affermazioni del presidente.Ora, i casi sono due. Forse Biden, i cui problemi di lucidità sono noti, non si è reso conto della grana politica che per la Harris avrebbero potuto comportare le sue parole. Ma c’è un’altra ipotesi: e se lo avesse fatto apposta? Non sarebbe del resto il primo «incidente» di questo tipo. A settembre, indossò un cappellino di Trump, mettendosi, raggiante in volto, a favore di telecamera. Anche allora, la Casa Bianca intervenne, specificando che il gesto non era un atto di sostegno al tycoon. Una excusatio non petita che fece riflettere. D’altronde, sono settimane che Axios racconta di tensioni tra il team della Harris e quello di Biden: un Biden che ha ancora il dente avvelenato per come è stato silurato a luglio. E che, forse, si sta adesso gustando il dolce sapore della vendetta.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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