2025-06-01
Il martire Foti incolpa la destra per Bibbiano
Lo psicoterapeuta, uscito assolto dall’inchiesta Angeli e Demoni, in un libro evoca il complotto: «Lo scandalo serviva a denigrare il buon governo emiliano» per far salire la Lega alla Regione. Ma evita sapientemente di dire che il processo è tutt’altro che finito.Ora, finalmente, qualcuno è venuto a spiegarci da dove abbia avuto origine lo scandalo di Bibbiano, la motivazione vera e profonda per cui tutto è iniziato, il cancro ideologico da cui è scaturito un sistema malato. Ora, finalmente, è arrivato qualcuno a chiarire che è tutta colpa della destra. «Una benzina ideologica e una benzina emotiva infiammano la campagna di Bibbiano. La benzina ideologica si può riassumere nel motto: Dio, Patria e Famiglia, nel senso che il Pater ha diritto di porsi in famiglia come Deus. Può maltrattare i figli, ma nessun operatore e nessun giudice si possono permettere di contestarne il potere. C’è poi una benzina emotiva: nella costruzione del caso viene evocato il rischio di un allontanamento forzoso dei figli dalla loro famiglia». A scriverlo è Claudio Foti, psicoterapeuta fondatore del Centro Hansel e Gretel, condannato nel 2021 a 4 anni di reclusione con il rito abbreviato dal tribunale di Reggio Emilia e poi assolto da tutti i capi di imputazione in appello e in Cassazione. Non colpevole, dunque, di abuso d’ufficio, lesioni gravi ai danni di una diciassettenne da lui seguita e di frode processuale.Come noto, Foti era finito nell’inchiesta Angeli e Demoni che ha travolto i servizi sociali della Val d’Enza, in provincia di Reggio Emilia. A livello mediatico la sua figura aveva assunto notevole rilevanza: il terapeuta, del resto, era piuttosto conosciuto, di sicuro era capace di esercitare grande fascino su chi ne apprezzava la linea e - fatto non secondario - aveva avuto un ruolo di primo piano nella creazione del centro La Cura di Bibbiano che compariva con frequenza nelle vicende dei minorenni coinvolti.Senza dubbio Foti è finito nel tritacarne mediatico, i giornali hanno scandagliato a fondo il suo percorso professionale, e molti - tra cui il nostro - ne hanno duramente contestato i metodi. Nell’inchiesta emiliana, tuttavia, egli aveva un ruolo marginale, cosa che abbiamo detto e scritto più volte, spiegando che il problema da affrontare era prima di tutto ideologico (e politico) e poi eventualmente giudiziario.Dopo le assoluzioni, Foti è riapparso con frequenza sui media, interpretando ovviamente la parte del professionista ingiustamente vessato. Ora per l’editore Giunti ha pubblicato un libro intitolato Sopravvissuto. Il dramma di Bibbiano, nel quale sostanzialmente rivendica tutte le scelte umane e terapeutiche fatte nel corso degli anni e s’indigna per la macchina del fango che lo ha travolto. Sostiene che il caso Bibbiano sia stato appunto una invenzione della destra, il frutto marcio delle paranoie fascistoidi, il prodotto della «cultura familistica e adultocentrica di una certa opinione pubblica del nostro Paese, pronta a scatenarsi contro i mostri che portano via i figli ai genitori».Intendiamoci: Foti ha tutto il diritto non solo di scrivere ciò che gli pare, ma anche di difendersi, di vantarsi delle assoluzioni e di deprecare i suoi critici. A noi che abbiamo seguito fin nei minimi dettagli l’inchiesta Angeli e Demoni, abbiamo incontrato decine di famiglie e parlato con decine di professionisti, resta il diritto e il dovere di far notare ciò che non torna del tutto.Ciò che Foti non dice, anche comprensibilmente, è che il processo a Bibbiano è lungi dall’essere concluso. Ci sono ancora 14 imputati per cui i pm hanno chiesto fino a 11 anni di carcere. Ci sono assistenti sociali che hanno patteggiato ammettendo di aver falsificato relazioni. E sulle figure cardine del sistema la giustizia si deve ancora esprimere. Foti, per queste, era un riferimento umano, intellettuale e culturale oltre che terapeutico. E il nodo della questione è sempre stato culturale: ciò che si contesta è la convinzione - propria dell’ambiente di Foti e del Cismai (Coordinamento italiano dei servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’Infanzia) - che in famiglia si verifichino una marea di abusi, molto più di quelli effettivamente segnalati. Non intendiamo dire, con questo, che la famiglia sia al di sopra delle critiche o aliena alla violenza. Ma un conto e ammettere l’esistenza del male, un altro è pensare che la stessa struttura famigliare vada demolita e ricostruita per eliminare la violenza patriarcale e l’adultocentrismo. Queste convinzioni hanno trovato terreno fertile a sinistra proprio per via dell’antica ostilità progressista nei riguardi della famiglia, diffidenza che risale per lo meno a Engels. Purtroppo, tale linea di pensiero ha talvolta condotto a clamorosi episodi di ingiustizia. Prendiamo i finti abusi di Rignano Flaminio, al caso dei Diavoli della Bassa e, appunto, a Bibbiano.Se è vero che Foti è stato assolto, è vero anche che sono stati assolti la gran parte degli imputati della Bassa modenese, e che il «bambino zero» di quella inchiesta ha appena pubblicato un libro in cui denuncia le pressioni subite (anche dallo stesso Foti, seppure in epoca diversa). Sono stati assolti anche gli imputati di Rignano, e tutti i bambini tolti alle famiglie della Val d’Enza sono stati rimandato a casa tranne uno dato in adozione.Foti di tutto questo non dice niente, al massimo cita di sfuggita e per sminuire il suo ruolo. Non parla dei bambini sottratti ai genitori a Bibbiano per essere affidati a coppie lesbiche amiche delle assistenti sociali, di quelli dati in affido e maltrattati o abusati dagli affidatari e nelle loro case. Egli dice soltanto di avere avuto un ruolo marginale a Rignano, sostiene che gli abusi nella Bassa ci fossero e si esprime anche su altri casi drammatici rimasti nel limbo a causa del suicidio degli imputati. Le sentenze che valgono per lui per gli altri non valgono?In compenso, egli dedica pagine e pagine alla polemica politica. «Sfiga - non mi vengono in mente concetti più scientifici - ha voluto che in Emilia-Romagna si stessero preparando elezioni regionali, particolarmente importanti per il centrodestra», scrive Foti. «Vincere a Bologna significava puntare al governo nazionale, due anni prima di quel che poi in effetti è avvenuto. Alla destra non pareva vero di potersi scatenare contro la sinistra che governa da sempre la Regione, attraverso l’attacco al sindaco del Pd. L’invenzione del criminale sistema Bibbiano, un presunto sistema di affidi illeciti, persecutorio rispetto alle famiglie in difficoltà, serviva a denigrare il sistema del buon governo dell’amministrazione emiliana».E ancora: «L’offensiva della Lega e dei suoi alleati mi investe con un accanimento inatteso. È come un camion lanciato contromano. Mi ritrovo sulla corsia sbagliata. Per vincere le elezioni dell’Emilia-Romagna la destra deve trionfare nella campagna di Bibbiano e dimostrare che ancora una volta i comunisti ci ricascano, tornando al solito vizietto di mangiare i bambini. Mi accorgo che me ne ero mai accorto».Foti ne ha anche per la sinistra: «La cosa grave è che “il mio partito” sceglie di stare alla finestra e manterrà coerentemente per anni questa posizione di attesa e di opportunismo. Irresponsabile. Un gruppo di professionisti da anni impegnato nel lavoro clinico e sociale, apprezzato fino a quel momento da un’area vasta di istituzioni sociali e amministrative, viene totalmente abbandonato a sé stesso. La Regione di Bonaccini e Schlein si costituisce parte civile in un processo contro professionisti con cui aveva collaborato. In aggiunta viene scaricato un sindaco, questo effettivamente appartenente al partito: un amministratore onesto e motivato, colpevole soltanto di aver creduto in un progetto di miglioramento dell’iniziativa sociale nei confronti dei bambini nel proprio territorio. Il peggio del peggio è che vengono scaricati i bambini, al di là di tutta la retorica sull’infanzia di cui la sinistra è capace. La rinuncia più intransigente delle forze progressiste a intervenire sull’inchiesta di Bibbiano, anche solo con qualche dubbio, accompagna l’impotenza di fronte all’indebolimento del sistema di protezione dei servizi che si produce dopo gli arresti della Val d’Enza».Riassumendo: Foti è vittima della politica, dell’ottusità patriarcale della destra che non ha capito la sua rivoluzione, dei pregiudizi adultocentrici dell’Italietta. Vedremo se confermerà questa opinione una volta concluso il processo per Angeli e Demoni. Nel frattempo, notiamo che Foti scrive libri e fa interviste per rivendicare la sua innocenza. I genitori accusati ingiustamente di abusi, purtroppo, non hanno avuto la stessa visibilità. Forse perché erano poveri e sconosciuti.
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