2023-12-21
Becciu resta nel suo super attico
Il cardinale Angelo Becciu (Ansa)
Malgrado la condanna a cinque anni, il cardinale non si muove dai palazzi apostolici. Raymond Burke ha perso alloggio, paga (e forse assistenza medica) per le critiche al Pontefice.Il cardinale Angelo Becciu, ex numero due della Segreteria di Stato vaticana, fresco di condanna a 5 anni e mezzo nel processo sulla gestione dei fondi della Santa Sede, ha ancora in uso un lussuoso appartamento del Vaticano. A rivelare l’imbarazzante retroscena è stato il sito internet americano The Pillar, fondato dal giornalista J.D. Flynn. Becciu risiede da anni in un appartamento all’ultimo piano del palazzo del Santo Uffizio, l’edificio extraterritoriale adiacente a piazza San Pietro che ospita anche il dicastero per la Dottrina della Fede. Eppure, spiega The Pillar, a febbraio, papa Francesco ha «emesso un rescritto, una modifica formale della legge, affermando che i chierici residenti ora dovrebbero pagare le normali tariffe di mercato per l’alloggio nelle proprietà del Vaticano e l’affitto di appartamenti negli edifici vaticani». Una fonte interna avrebbe commentato con il portale americano definendo la situazione ironica, «perché da un lato nessun cardinale potrebbe o dovrebbe potersi permettere prezzi di mercato su un palazzo del genere», aggiungendo poi che «dall’altro, se qualcuno ha i soldi, probabilmente è il cardinale Becciu». L’appartamento dove risiede l’alto prelato sarebbe dotato anche di un alloggio per le religiose che fungono da collaboratrici domestiche per il cardinale, e di una cucina degna di un ristorante, ed è stato sottoposto a un’ampia ristrutturazione tra il 2018 e il 2019, poco dopo che Becciu era stato nominato cardinale da papa Francesco e quasi in corrispondenza con l’inizio delle indagini da parte dell’ufficio del promotore di giustizia (l’equivalente vaticano della Procura) sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato. L’appartamento di Becciu era finito anche nell’atto di citazione in giudizio emesso nel 2021 dal promotore, in relazione a una notte trascorsa a casa del cardinale da Cecilia Marogna, sedicente esperta di intelligence (condannata a 3 anni e 9 mesi per truffa aggravata in concorso con Becciu) finita a processo per i 570.000 euro teoricamente stanziati dal Vaticano per liberare una suora rapita e che invece sono stati utilizzati dalla stessa Marogna, per spese personali e di lusso. Nell’atto del promotore di giustizia si legge infatti: «Dalla ricostruzione degli eventi effettuata dal Corpo della Gendarmeria attraverso l’analisi delle registrazioni del sistema di video sorveglianza di questo Stato relative al 16 e 17 settembre 2020 è emerso che la signora Cecilia Marogna si è intrattenuta nel palazzo del Sant’Uffizio ove è ubicato l’appartamento del Cardinale dalle ore 19:18 del 16 settembre 2020 alle ore 16:18 del 17 settembre 2020». Il trattamento di favore riservato a Becciu, a quanto pare esentato dall’applicazione del rescritto emesso dal Pontefice (che è stato più volte tirato in ballo da Becciu nel corso del processo), stride ancora di più se messo a confronto con i provvedimenti punitivi che la Santa Sede sta prendendo nei confronti di un altro cardinale, Raymond Leo Burke. Proprio in corrispondenza con la condanna di Becciu La Verità ha raccontato come papa Francesco sarebbe in procinto di togliere al settantacinquenne cardinale americano, già privato dello stipendio e dell’appartamento, perfino il Fas, ovvero il Fondo assistenza sanitaria vaticano. A Burke sarebbero già arrivate due raccomandate: che lo informava della revoca dello stipendio; un’altra, proveniente dall’Amministrazione del patrimonio della Santa Sede (Apsa), che gli notificava la fine del comodato gratuito della casa. Per continuare ad abitare nell’appartamento, Burke dovrebbe quindi pagare l’affitto, che a quanto pare si aggirerebbe intorno ai 10.000 euro. Le colpe di Burke? Ha anche lui distratto dalle casse della Segreteria di Stato «la somma di 200.500.000 dollari Usa, pari a circa un terzo delle disponibilità all’epoca della Segreteria di Stato», come ha fatto, secondo la sentenza di primo grado (che gli imputati intendono appellare), il cardinale Becciu? Niente di tutto questo, Burke avrebbe creato «disunione» nella Chiesa, muovendo critiche su temi relativi alla dottrina portava avanti da papa Bergoglio. A certificare che si tratti di una punizione è stato il giornalista britannico Austen Ivereigh, biografo del pontefice, che ha raccontato: «Nel corso della nostra conversazione (avvenuta il 27 novembre, ndr), Francesco mi ha detto di aver deciso di togliere al cardinale Burke i privilegi cardinalizi, l’appartamento e lo stipendio, perché li aveva usati contro la Chiesa. Mi disse che, sebbene la decisione non fosse segreta, non intendeva fare un annuncio pubblico, ma che quel giorno (lunedì) era trapelata la notizia». Ivereigh ha poi chiosato: «Chiunque sia il Papa ha il carisma dell’autorità che Gesù ha affidato all’apostolo Pietro. Non è una questione di preferenze personali per questo o quel Papa. Minare, mettere in discussione e mettere in dubbio la legittimità dell’autorità dell’ufficio di Pietro sostenendo che il suo occupante non può essere fidato di tale ufficio va direttamente contro il giuramento che i cardinali fanno». A quanto pare, almeno per adesso, essere condannato per aver usato in modo improprio i fondi del Vaticano, non è considerato dal Papa usare i propri poteri contro la Chiesa.