
Christine Lagarde, in visita a Pechino, firma un protocollo d’intesa con la Banca popolare cinese. Un patto rinnovato ma che ora prevede scambi di informazioni e di personale ad altissimo rischio. Per infastidire Washington.Christine Lagarde è in viaggio a Pechino. In attesa di capire se lasciare la guida della Bce per prendere il timone del World economic forum (ha fatto smentire la notizia diffusa dal dimissionario Klaus Schwab), ha pensato bene di rinnovare precedenti accordi con la Banca centrale cinese con tanto di upgrade, di ampliamento. Scambio ancor più regolare di informazioni, dialogo continuo e su un canale di comunicazione più aperto e maggiore cooperazione tecnica. Nell’ambito della visita, l’incontro con il governatore della Banca popolare cinese, Pan Gongsheng, ha così portato alla sottoscrizione del nuovo memorandum di cooperazione. L’obiettivo è avviare un percorso di «avvicinamento iniziato quasi 20 anni fa e che ha già visto, nel 2013, l’accordo bilaterale di scambio in valuta locale (swap) allo scopo di sostenere le relazioni economiche e commerciali bilaterali», si legge in una nota. Una scelta, quella del 2013, volta a creare uno strumento di «sicurezza per fornire supporto di liquidità allo scopo di promuovere l’ulteriore sviluppo del mercato finanziario cinese ed europeo». Stavolta però ci sarà anche una novità non da poco: scambio di personale tra Pechino e Francoforte. Significa accettare di avere nei gangli finanziari dell’Europa economisti scelti direttamente dal partito comunista. Un dettaglio che apre a nuovi scenari fino a oggi non previsti da Francoforte. Sono numerose le denunce delle varie agenzie di intelligence europee che alzano alert sulla possibilità di furti di informazioni da parte della Cina e soprattutto significa aprire un nuovo fronte con gli Stati Uniti. D’altronde la chiave anti Donald Trump non è peregrina e si intuisce anche dalle dichiarazioni della stessa Lagarde. La presidente della Bce, pur non facendo alcun tipo di riferimento all’amministrazione Usa, ha sottolineato come il nuovo protocollo sia il «segno del nostro continuo dialogo con la Banca popolare cinese». Parole che certificano un rinsaldamento delle relazioni con Pechino «in un momento in cui servono stabilità e certezze». Certificando che invece da Ovest non arrivino certezze. Per carità la gestione dei dazi da parte della Casa Bianca è a dir poco ballerina e di matrice levantina ma dall’altra parte (nell’emisfero asiatico trainato da Pechino) è difficile attendersi trasparenza sui numeri e sulle mosse. Tanto più che la politica monetaria sostenuta da Xi Jinping si intreccia fortemente con l’abile gestione delle materie prime e delle terre rare di cui l’Europa è solo un attore passivo. Il rischio è, dunque, vedere flussi di informazioni che da Francoforte vanno in direzione Pechino e nulla nella carreggiata opposa. D’altronde non sarebbe il primo scivolone di Lagarde, che in questi anni ha abituato i mercati a posizioni di incertezza o scelte fuori tempo massimo. Era il 12 marzo 2020. Il mondo cominciava a realizzare che il Covid non era un’influenza passeggera e i mercati erano in panico. Lei, glaciale come solo un ex ministro dell’Economia francese può essere, si presentò in conferenza stampa e sentenziò: «Noi non siamo qui per accorciare gli spread. Non è questa la funzione, né la missione della Bce». Apriti cielo. Piazza Affari segnò in poche ore il record storico di ribasso in un giorno solo, perdendo il 16,92%. Costretta a ritrattare poche ore dopo, balbettò qualcosa in un’intervista televisiva. Ma il danno era fatto. Memorabile fu quando rispose al Parlamento europeo che gli rimproverava troppa rigidità sui tassi d’interesse. Li aveva tenuti bassi dicendo che la fiammata dei prezzi era solo temporanea. Visto l’errore, aveva tirato il freno con la violenza di un trattorista. Agli europarlamentari che chiedevano spiegazioni aveva risposto: «Che cosa credete? Quando vado a dormire non dimentico che ci sono persone, come le più vulnerabili, che soffrono per l’elevata inflazione. Ho familiari che soffrono per questo e ciò mi rende ancora più determinata a ridurre la crescita dei prezzi».C’è poi tutto il capitolo green e la decisione di abbracciare in toto le normative Esg, quelle sulla sostenibilità. E dire che prima della svolta politica imposta dalla Commissione Ue, la Bce aveva premiato studi che dimostravano apertamente che la transizione green avrebbe accentuato l’inflazione e tagliato i posti di lavoro. Salvo poi adeguarsi allo storytelling violando il vero e unico mandato della Bce. Anche per questo la situazione dei tassi e la gestione dei prezzi è rimasta a galleggiare in una sorta di bolla. Dal 2024 al mese scorso, la Bce ha abbassato i tassi otto volte, portandoli dal 4,5% al 2%. Una discesa impetuosa tanto quanto era stata violenta la frenata. Eppure, ai cittadini è arrivato ben poco, come ha ricordato un bollettino reso noto dalla medesima Bce due settimana fa. I mutui sono scesi di appena 118 punti base, dal 4,72% al 3,54%, e «la situazione non si normalizzerà prima del 2030», recita lo studio. Sperando, ovviamente, che non ci siano altri choc. Il rapporto tra il numero uno della Fed, Jerome Powell, e Trump è ai minimi termini. Forse anche per questo, un po’ come andrebbe fatto sui dazi, non significa che bisognerebbe aumentare le occasioni di incontro e di trattativa. Invece di dare segnali di sinofilia spinta.
Ad un portale dedicato alla fornitura di energia green era collegato uno schema Ponzi, che prometteva forniture da impianti fantasma collocati all'estero. Circa 6.000 i clienti truffati. 95 i conti correnti sequestrati oltre a criptovalute e beni di lusso.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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2025-10-31
«The Traitors Italia», il gioco del sospetto sbarca su Prime Video con Alessia Marcuzzi
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        «The Traitors Italia» (Amazon Prime Video)
    
Dopo il successo internazionale, arriva anche in Italia The Traitors. Nel cast quattordici vip e Alessia Marcuzzi alla conduzione, per un reality che rinuncia al gossip e punta tutto su logica, tensione e inganni all’interno di un castello misterioso.
        Maros Sefcovic (Ansa)
    
L’eurocommissario al Commercio vede Emanuele Orsini e Giorgia Meloni. Oggi incontro con agricoltori e Francesco Lollobrigida. Sul tavolo l’inserimento della reciprocità e dei controlli sui prodotti importati dal Sudamerica. Altrimenti in Consiglio europeo il trattato rischia di non aver voti.






