
Per i bimbi non in regola si dovrebbe procedere all'allontanamento da asili e materne. Per le scuole dell'obbligo (10% di non immunizzati) questo non è possibile, ma sono previste sanzioni che però non vengono comminate. Perché non si sa come fare.La prima campanella del nuovo anno scolastico non segna solo la fine delle vacanze. Da quando è in vigore la legge Lorenzin (n. 119/2017), i bambini da zero a sei anni che non sono in ordine con le vaccinazioni obbligatorie restano fuori dalla classe. Per i più grandi, da sei a 16 anni, la frequenza alla scuola è ammessa, ma sono previste sanzioni. Le Regioni, già alle prese con l'organizzare dell'anagrafe vaccinale per raccogliere i dati, devono anche decidere su come procedere per le sanzioni previste dalla legge introdotta nel 2017 con l'intento di riportare la copertura di dieci vaccini al valore soglia del 95% della popolazione. Tale valore, noto come immunità di gregge, serve per evitare che possano essere contagiati bambini immunodepressi che, per ragioni di salute (malattie/terapie), non possono essere vaccinati.Gli unici numeri certi sono gli ultimi dati del Ministero (luglio 2019) che mostrano un aumento della copertura vaccinale. La soglia del 95% per l'antipolio (usata come indicatore per l'esavalente) è stata raggiunta quasi ovunque, per i 24 mesi di età, ma per tutti gli altri i valori variano da regione a regione e, in assenza di un'anagrafe vaccinale, si deve ragionare nell'ordine delle ipotesi. Per definire quindi il numero degli inadempienti, «possiamo stimare che, a livello nazionale, circa il 4% dei bambini fino ai 6 anni non potrà andare all'asilo», spiega Carlo Signorelli della Società italiana di igiene (Siti), «mentre per la scuola dell'obbligo siamo verosimilmente intorno al 9-10%». Va però ricordato che tra questi «ci sono anche i bambini che non possono essere vaccinati per motivi di salute o si sono trasferiti o non hanno fatto un richiamo», osserva l'esperto. Tra queste due percentuali è un ginepraio di numeri dove spicca l'eccellenza della regione Lazio, orgogliosa di una copertura vaccinale intorno al 98%, ma solo nei bambini fino a due anni: su chi effettivamente non vada all'asilo e sugli studenti inadempienti, non si sa nulla. Svetta poi Bolzano, roccaforte no Vax, con una copertura intorno al 60%.La legge prevede, per i genitori inadempienti di tutti i minori da sei a 16 anni, sanzioni da parte delle Asl di un valore tra 100 e 500 euro. In realtà solo in pochissimi casi sono state realmente comminate. La prima difficoltà è burocratica: le Asl non sono attrezzate per fare fonte a queste incombenze amministrative. Ci sono poi incertezze applicative e timore di contenziosi. Si aprono così gli scenari più vari a livello regionale, anzi, comunale. Apripista in tema di sanzioni è stato il comune di Rimini dove si contano 3.743 minorenni non in regola, di cui 692 di età 0-6 anni. Non sono entrati all'asilo 27 piccoli e per una sessantina dei più grandi sono già partite, lo scorso aprile, le sanzioni pari a 50 euro per ogni giorno di scuola frequentato dallo studente non vaccinato: il conto finale è stato intorno ai 90.000 euro. Il ricorso al Tar ha dato ragione al Comune. «In Trentino», spiega Antonio Ferro, vice presidente della Siti, «sono state effettuate 3.000 sanzioni da 160 euro, il terzo del minimo più basso previsto. Solo 1.500 però sono state pagate. Bolzano sta discutendo la delibera sulle sanzioni» che potrebbero interessare circa 5.000 gli scolari. In provincia è già stata comunicata la decadenza dell'iscrizione a 470 bambini della scuola materna. In Piemonte sono 8.000 i non ammessi all'asilo. Tra loro ci sono le due gemelline di Ivrea la cui madre, per protesta, è in sciopero della fame. Gli inadempienti lombardi sono circa 30.000, tra zero e sei anni, mentre 83.000 sono a rischio sanzioni (non ancora inviate). I dati ufficiali della regione Veneto indicano 15.000 tra zero e sei anni non vaccinati e 47.600 alunni non in regola, ma non sono partite le notifiche. A Firenze 700 piccoli non sono entrati all'asilo. Scendendo lungo lo Stivale, i dati si fanno più radi. In Campania, o meglio Napoli, i minori non in regola con i vaccini sono intorno al 20%, ma si riferiscono al solo 2017. In Sicilia non sono vaccinati 1.865 i bambini nati cinque anni fa. «Sarebbe necessaria una linea univoca per un discorso di equità», osserva Ferro, «soprattutto perché la questione è solo amministrativa».In questa zona grigia, tra diritto allo studio e diritto alla salute, le Regioni, anche se possono decidere in autonomia, hanno cercato di trovare una procedura condivisa . Lo scorso maggio la proposta è stata presentata al ministero della Salute, ma non è mai stata presa in considerazione, probabilmente in attesa dell'approvazione della normativa in discussione al Senato proposta da Lega e M5s, finalizzata al superamento dell'obbligo. Nel cambio di governo, la questione torna alla Conferenza delle regioni. Luigi Icardi, neopresidente della Commissione salute assicura che sta aprendo un'istruttoria sull'argomento che al più presto verrà riportato all'attenzione della commissione. Al ministero ora però c'è Roberto Speranza.
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