2021-12-15
Montanari s’inventa i bagni inclusivi
L'ingresso dell'Università per stranieri di Siena
Il neorettore dell’università per stranieri di Siena annuncia dalla sua cattedra preferita, Twitter, i nuovi servizi arcobaleno. Pioggia di critiche: «La rivoluzione è trovarli puliti».«Accanto ai bagni binari, ci sono anche i bagni inclusivi». È un Tomaso Montanari raggiante quello che nelle scorse ore, su Twitter, ha annunciato la svolta dell’ateneo di cui è rettore - l’Università per stranieri di Siena – in salsa arcobaleno. Una svolta all’insegna «della diversità, contro ogni diseguaglianza», fa sapere sempre Montanari, il quale, insieme all’annuncio, ha allegato due foto. Vi si vedono due targhe blu di Prussia con, in bianco, la scritta «bagni inclusivi», accompagnata da simbologia «inclusiva»: la prima per i servizi dei diversamente abili, la seconda per gli altri.Ora, a fronte di quasi 400 «mi piace» - non pochissimi, va detto - sotto il cinguettio di Montanari a prevalere sono però le critiche dei follower. C’è infatti chi fa notare la grafica sempliciotta dei nuovi bagni («non passerebbe una prima revisione del primo semestre del primo anno»), chi critica la scelta e chi fa notare come, in realtà, le priorità sarebbero ben altre: «La rivoluzione vera sarebbe trovarli puliti, i bagni pubblici». Tutte osservazioni che, c’è da immaginare, non scalfiranno affatto l’entusiasmo dello storico dell’arte fiorentino per la nuova iniziativa del suo ateneo.Dopotutto, Montanari è pur sempre uno che quando, a fine ottobre, il Senato fece naufragare il ddl Zan, andò su tutte le furie, peraltro prendendosela pubblicamente con il leader di Italia viva, considerato come il responsabile di quel flop parlamentare: «Penso che Matteo Renzi si dovrebbe dimettere». Quella dell’annuncio dei «bagni inclusivi» ha insomma, per il rettore dell’Università per stranieri di Siena, il sapore della rivincita personale contro un Parlamento e un Paese che, dal suo punto di vista, su questi temi stanno cincischiando, senza dare adeguato spazio alle questioni Lgbt. Cosa che di certo non avviene nell’ateneo di Montanari dove, al contrario, i temi arcobaleno appassionano.Per dire, anche lunedì sera, alle 19, Montanari – sì, sempre lui – ha partecipato ad un appuntamento dal titolo «Abitare l’inclusione. Student3, studentesse e studenti il webinar con il Rettore, su diritti lgbtqi+ e questioni di genere». Tutto questo per dire, o meglio ribadire che i «bagni inclusivi», all’Università per stranieri di Siena, non sono un caso. Rientrano in un percorso rispetto al quale, peraltro, è partecipe un po’ tutto il mondo universitario toscano. Basti qui ricordare la notizia, circolata ad inizio mese, dell’impegno ufficiale dell’Università di Pisa ad istituire in ogni suo immobile - una settantina di edifici, tutti già mappati - un bagno genderless. Una rivoluzione che, nell’ateneo pisano, ha pure già una scadenza: giugno 2022, prima della fine del mandato dell’attuale rettore, Paolo Mancarella. Questo significa che l’Università di cui Montanari è rettore non è isolata nella sua svolta «inclusiva», anche se è comunque riuscita senza dubbio a bruciare le rivali sul tempo. Un primato che al critico d’arte di certo non spiacerà, tutt’altro. Per lui sarà come una medaglia.