2025-01-19
Aziende alla fame per il caro-energia. Via i 10 miliardi per le rinnovabili
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Al costo di approvvigionamento più alto d’Europa si aggiungono i sussidi per il green: le imprese non reggono la concorrenza e così sono costrette a comprimere i salari. Restano scoperte 190.000 posizioni lavorative.Allarme di Confindustria sui costi dell’energia. Nel rapporto sulla congiuntura economica gli industriali pongono l’accento sui prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica. Mentre a gennaio il prezzo medio italiano è di 139 euro/MWh, nel febbraio 2024 era stato di 88 euro/MWh. A dicembre 2024 in Germania il prezzo all’ingrosso è stato pari a 108 euro/MWh, in Francia 98 euro/MWh e in Spagna 111 euro/MWh. «Ciò penalizza la competitività internazionale della nostra economia», afferma la Confindustria, poiché fa salire «i costi di produzione delle imprese in alcuni settori», quelli a maggiore utilizzo di energia. Secondo il Centro studi dell’associazione guidata da Emanuele Orsini, è sempre più urgente «lasciare che il prezzo elettrico sia basato sui costi (minori) della generazione da fonti rinnovabili», separandolo quindi dal gas. Nessuna meraviglia poi se le aziende sono costrette, per compensazione, a comprimere i salari. Ieri l’Ufficio studi della Cgia di Mestre ha lanciato l’allarme sulla mancanza di addetti: «Nei primi tre mesi di quest’anno le imprese non sarebbero nelle condizioni di coprire, nemmeno offrendo un posto fisso, almeno 190.000 posizioni lavorative». Una mancanza di addetti qualificati che la Cgia attribuisce agli sviluppi demografici sfavorevoli, oltre che ad una mancanza di qualifiche adeguate. Un tema che si sta facendo via via più pressante. Tra mancanza di figure professionali adeguate e costi dell’energia, i timori sulla competitività del nostro sistema industriale sono più che fondati. L’indice della produzione industriale del nostro Paese è in calo costante da due anni e la ripresa della nostra industria dovrebbe essere al primo posto tra le priorità del governo.Le preoccupazioni sull’energia sono fondate, ma guardare solo al prezzo all’ingrosso spot può essere fuorviante. Vi è certo dipendenza dal gas per la fissazione del prezzo marginale, ma la crisi del gas ha avuto radici ben precise e i suoi effetti si fanno ancora sentire.Ma come è noto, sulla fattura energetica degli italiani la materia prima pesa circa la metà, poiché la parte restante è composta da costi di trasporto, oneri di sistema, accise e imposte. Tra gli oneri di sistema in bolletta vi sono quelli che riguardano il bilanciamento del sistema elettrico nel suo complesso e diverse altre voci (componenti). Tra queste spicca la componente Asos, specifica per il sostegno alle energie rinnovabili. Analizzando il budget 2025 della Csea, la Cassa per i servizi energetici e ambientali, ovvero il soggetto istituzionale che si occupa di raccogliere gli incassi derivanti dagli oneri nelle bollette e distribuirli ai destinatari, si vede che la componente Asos per il 2025 peserà sulle bollette degli italiani per 9,8 miliardi di euro. Nel 2024 l’onere sulle bollette per la Asos fu di 8,8 miliardi, mentre nel 2023 fu di 7,1 miliardi. In quest’ultimo caso, gli importi in bolletta erano stati sospesi parzialmente per la situazione eccezionale di caro-energia, ma furono riconosciuti dallo Stato con versamenti diretti sui conti Csea. Per il primo trimestre 2025 la Asos vale 2,96 centesimi di euro/kWh per le famiglie e da 4,1 a 4,2 centesimi di euro/kWh per le imprese. Un numero che pesa. Queste cifre vanno ogni anno a remunerare gli incentivi concessi negli anni scorsi alle fonti rinnovabili, ovvero eolico e fotovoltaico in massima parte, che durano almeno vent’anni. Come si vede, sono cifre in aumento.Con il nuovo decreto che ha fissato gli incentivi alle fonti rinnovabili per il prossimo periodo 2025-2028, il cosiddetto decreto FER X, si prevede di incentivare con ulteriori 9,7 miliardi di euro (ma saranno di più, alla fine) le fonti rinnovabili. La base d’asta per i grandi impianti fotovoltaici partirà da 80 euro/MWh (che salgono a 90 euro/MWh se l’impianto è nel Nord Italia). Il decreto cosiddetto FER 2, invece, incentiva le fonti innovative, con l’obiettivo di installare 4.600 MW di potenza elettrica entro il 2028. Il decreto incentiva con circa 35 miliardi di euro fonti come l’eolico offshore, per il quale è prevista una tariffa fissa per 25 anni di 185 euro/MWh. Un puro sussidio, molto alto (che per alcuni operatori addirittura non sarebbe sufficiente), giustificato dagli alti costi di realizzazione e gestione.Sono costi rilevanti che il sistema energetico italiano dovrà sopportare in ossequio al Green deal europeo. Si fa un gran parlare di mercato ma questa è una distorsione pesante del mercato. Si tratta di vere e proprie tasse, così come una tassa è il sistema Ets con cui le imprese (presto anche le famiglie) pagano la CO2. Il presidente dell’Autorità di settore Arera, Stefano Besseghini, ha detto molte volte che una soluzione per tale problema può stare nel trasferimento di questi oneri sulla fiscalità generale. Se non altro, questo assicurerebbe una maggiore progressività, mentre la bolletta elettrica come è strutturata oggi è certamente regressiva, poiché incide di più sui redditi bassi e meno sui redditi alti.Ma sino a quando sarà necessario pagare sussidi alle fonti rinnovabili, e quando queste saranno capaci di stare sul mercato con le proprie gambe? Occorre fare delle scelte che solo il governo può fare, ne va dell’industria nazionale. Sgravare la bolletta dagli oneri impropri sarebbe il primo passo per dare sostenibilità economica alle imprese: sussidiare gli obiettivi green sta affossando l’industria italiana.L’Osservatorio del Politecnico di Milano sulle rinnovabili stima che il costo di produzione di un megawattora di energia fotovoltaica per un impianto nuovo da 20 MW in Italia è tra i 65 e i 75 euro/MWh, compreso delle spese in conto capitale. Un prezzo che può benissimo stare sul mercato senza sussidi, di cui a questo punto non si vede la necessità. Piuttosto il governo può dare spazio ai contratti bilaterali di lungo termine, i PPA, e lasciare che le rinnovabili stiano sul mercato senza sussidi. Quelle che ne hanno la forza.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.