2023-08-17
«La transizione all’auto elettrica mette in pericolo i posti di lavoro»
Il sindacato Usa sferza Joe Biden e, per ora, gli nega il sostegno alla presidenziali 2024.La transizione energetica, dalla produzione di veicoli con motore a combustione interna ai veicoli elettrici, comporta che in assenza di un certo sostegno politico i nuovi posti di lavoro avranno meno probabilità di essere sindacalizzati. È quello che temono le organizzazioni a tutela dei lavoratori statunitensi, dopo un anno dall’entrata in vigore dell’Inflation reduction act (Ira), con miliardi di dollari per incentivare politiche sulle energie rinnovabili, crediti di imposta fino a 7.500 euro per gli acquisti di veicoli elettrici realizzati nel Nord America, ma poche garanzie per gli operai. «Non siamo contrari a un’economia verde: il riscaldamento globale non è una bufala, è una cosa reale che devi solo uscire per notare», ha dichiarato a The Guardian Shawn Fain, presidente degli United auto workers (Uaw), potente sindacato con base a Detroit. «Ma nella transizione ai veicoli elettrici i lavoratori non possono essere lasciati indietro, deve essere una transizione giusta», ha aggiunto. L’Uaw, che conta circa 400.000 membri, finora ha rifiutato di sostenere Joe Biden per le elezioni presidenziali del prossimo anno, la qual cosa rappresenta «un grosso problema politico per un presidente che si è definito un “sindacalista”», sottolinea l’edizione americana del Guardian. Le vendite di veicoli elettrici negli Stati Uniti dovrebbero raggiungere quota 1 milione di unità entro la fine del 2023. Spinti in parte dagli incentivi governativi, nuovi impianti di produzione di batterie stanno spuntando in tutto il Paese e le fabbriche vengono riorganizzate e ripensate per supportare la produzione di veicoli elettrici, ma i contratti di lavoro non sarebbero aggiornati alle nuove condizioni. Sono richiesti meno assemblaggi di parti, quindi meno impiego di operai, rispetto a quanto accade per le auto a benzina o diesel. E sarebbero sottopagati, come accade nello stabilimento di Lordstown (Ohio), di Ultium, joint venture di General motors e Lg Energy solution. Produce le celle della batteria che alimentano la crescente flotta di veicoli elettrici di Gm, dovrebbe ottenere crediti d’imposta per un valore di oltre 1 miliardo di dollari l’anno eppure ha offerto ai lavoratori uno stipendio iniziale di soli 16,50 dollari l’ora. «Questa ridicola crociata del Green new deal sta facendo salire alle stelle i prezzi delle auto mentre prepara il terreno per la distruzione della produzione automobilistica americana», ha detto Donald Trump in un video trasmesso il mese scorso. Intanto, la California ha prorogato di tre anni il funzionamento di tre centrali elettriche a gas. Huntington Beach, Long Beach e Oxnard dovevano essere chiuse entro fine anno ma sono indispensabili per evitare blackout, che si ripetono da tre anni nei periodi di maggior utilizzo dei condizionatori e danneggiano anche coloro che dipendono da dispositivi medici alimentati dall’elettricità. Gli attivisti climatici sono furiosi, però il California independent system operator (Iso), il principale operatore elettrico dello Sato ha avvertito questa settimana che «le ondate di calore diffuse possono causare carenze di approvvigionamento energetico». Se non ci fossero alternative, i californiani dovrebbero boccheggiare.Per i fanatici della rivoluzione green, immediata e senza transizione, c’è una buona notizia che dovrebbe ridimensionare il catastrofismo imperante. Un team di ricercatori cinesi ha scoperto che la salinità dei laghi sull’altopiano Tibetano è diminuita negli ultimi due decenni a causa dell’aumento del volume d’acqua, dovuta allo scioglimento dei ghiacciai e a maggiori precipitazioni. Una tendenza che secondo gli scienziati è «incoraggiante per la biodiversità acquatica della Regione», e che metterà a disposizione molta più acqua potabile, come riporta il quotidiano South China Morning Post.