2020-04-02
Aumentano gli infetti ma anche i tamponi. A Bergamo è strage: +400% di morti
Angelo Borrelli: «Numeri buoni». Ma il governo blinda le feste pasquali e vieta gli allenamenti a società sportive e atleti professionisti.Quasi 100 morti in meno e più guariti, in calo le presenze in rianimazione. E più tamponi. Che, ovviamente, portano anche a più casi di contagio scoperti. Ma che fanno valutare i dati di ieri sulla pandemia come positivi. La terribile conta di chi è stato portato via dal coronavirus resta comunque inquietante: con i 727 morti di ieri (martedì erano 837) il numero totale dei caduti sale a 13.155. Sul fronte dei guariti, invece, il Dipartimento della Protezione civile ne ha segnalati 16.847 totali (1.118 più di martedì, 9 in più di lunedì). Sale a 110.574 il numero di casi di contagiati, compresi i morti e i guariti, con un aumento di 4.782 pazienti rispetto a martedì. L'impennata rispetto ai 4.053 di lunedì interrompe il trend in discesa registrato a inizio settimana. Sale, però, il numero di tamponi: 34.455 (martedì ne erano stati elaborati 29.609, lunedì il dato si era fermato a 23.000). I contagiati, quindi, tornano a salire rispetto a 24 ore fa: 2.937 in più contro i 2.107 di martedì, portando il totale a 80.572. Di questi, 48.134 sono in isolamento domiciliare, 28.403 sono ricoverati, e 4.035 sono in terapia intensiva. Ed è una conferma del calo di chi finisce in rianimazione: si è passati dai 42 di martedì ai 12 di ieri. Dalle analisi sull'andamento della pandemia emerge che nei primi 21 giorni di marzo al Nord i decessi sono più che raddoppiati rispetto alla media degli anni 2015-2019. Il dato emerge dalla nota esplicativa dell'Istat che accompagna i dati sulla mortalità in Italia. Nell'analisi, che tiene conto di 1.084 Comuni, si evidenzia in particolare la situazione di Bergamo, dove i decessi sono quasi quadruplicati, passando da una media di 91 casi nel 2015-2019 a 398 nel 2020. «Situazioni particolarmente allarmanti», sottolinea l'Istat, «si riscontrano anche nella provincia di Brescia, nel cui capoluogo i decessi nelle prime tre settimane di marzo sono più che raddoppiati: da 134 nel 2015-2019 a 381 nel 2020».La Lombardia, comunque, tranne che per la conta dei morti, continua a fornire dati incoraggianti. I deceduti di ieri sono 394 e portano il totale dei lombardi falciati dal coronavirus a 7.593. I nuovi positivi sono 1.565. Mercoledì erano 1.047. Il totale sale a 44.773 contagiati. Ma c'è un dato fondamentale: «Abbiamo fatto 7.392 tamponi in più di ieri, quindi», spiega l'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, «sostanzialmente ci sono meno positivi». L'altro parametro incoraggiante riguarda i ricoverati: «Il numero delle persone che entrano è più basso di quelli che escono dall'ospedale», spiega Gallera. Ieri sono state ricoverate 44 persone, che portano il totale a 11.927. In terapia intensiva ci sono 1.342 pazienti, 18 più di ieri. Quindi i reparti di rianimazione, anche se pieni, non sono più costretti a sopportare la pressione dei giorni scorsi. La provincia di Milano ha raggiunto i 9.522 casi di coronavirus, 611 più di mercoledì. Milano città, invece, è a quota 3.815, 159 in più. Nella provincia di Bergamo il conto complessivo è arrivato a 9.039. Rispetto a mercoledì la crescita è di 236 unità. A Brescia invece sono stati registrati 231 nuovi casi e il totale è arrivato a 8.598. «Anche oggi la situazione è positiva in relazione ai dati, sarebbe folle vanificare tutto, capiamo che rimanere a casa soprattutto per chi ha bimbi piccoli è faticoso, ma se iniziamo a dire che è consentito uscire con il bimbo, il risultato è che ho già ricevuto tre video di qualcuno che veniva qui sotto a giocare a nascondino e non va bene. Oggi sono dieci, domani 100 e torniamo nella situazione in cui si creano le condizioni per la diffusione virus perché si riduce il distanziamento sociale». Per Gallera le misure stringenti sono ancora necessarie. Lo stesso orientamente espresso nella mattinata di ieri dal ministro della Salute, Roberto Speranza, nella sua informativa al Senato sull'emergenza.Speranza ha precisato che bisogna fare «attenzione a non commettere errori adesso, attenzione ai facili ottimismi, che possono vanificare gli sforzi e i grandi sacrifici che la stragrande maggioranza degli italiani sta compiendo. Attenzione, non dobbiamo confondere i primi segnali positivi che registriamo in queste ore con un segnale di cessato allarme». Il premier Giuseppe Conte, infatti, in serata ha confermato che «non siamo in condizione di allentare» le restrizioni. E ha firmato un nuovo dpcm, con cui le proroga fino al 13 aprile, aggiungendo una stretta sugli allenamenti: sospesi pure quelli delle società e dei professionisti. Conte per ora esclude un'ulteriore proroga fino al 3 maggio.C'è ancora gente che non rispetta le regole. Ieri le forze di polizia hanno controllato 230.951 persone. I sanzionati sono 6.608, quelli denunciati per false attestazioni nell'autodichiarazione sono 93 e ci sono ancora troppi incoscienti che hanno violato la quarantena: 39 solo ieri. Negli ultimi sei giorni ne sono stati denunciati 311. E c'è chi rivendica il primato del minor numero di contagi. Il presidente della Regione Molise, Donato Toma, per esempio, sostiene: «Siamo stati i primi in Italia a recepire le misure restrittive; mentre a Milano facevano gli aperitivi, noi già mettevamo in sicurezza il territorio». In 24 ore, però, è aumentato del 10% il numero degli infetti. Mentre continuano a morire i camici bianchi: la conta è arrivata a 67. Gli ultimi due caduti sono Marino Signori, medico del lavoro a Seriate e Andrea Carli, che si occupava di medicina generale nel Lodigiano. Molti di loro sono stati contagiati nelle case di riposo, che da Nord a Sud si sono trasformate in focolai difficili da contenere. Ieri sono risultati positivi 23 su 27 tamponi effettuati in una residenza per anziani nel quartiere napoletano di Fuorigrotta, dove era morta nei giorni scorsi una donna di 91 anni, poi risultata positiva al coronavirus. Sono 17, invece, gli operatori contagiati dal coronavirus in una Rsa di Bucine (Arezzo). Si registra ancora un decesso, il sesto, tra gli ospiti di una casa di riposo di Sala Consilina, nel Salernitano. E una donna di 88 anni è morta nel Centro Minerva di Ariano Irpino. È il quinto decesso che si registra nella clinica della «zona rossa» campana.