2019-10-10
Attentato in sinagoga ad Halle: due morti
Per l'attacco in Sassonia è stato arrestato un tedesco di 27 anni. Il ministro dell'Interno Horst Seehofer: «La matrice è di estrema destra». L'incursione è stata filmata dal killer con una telecamera montata sull'elmetto e sarebbe stata trasmessa in diretta su Internet.«Mi addolora il fatto che oggi gli ebrei non possano ancora vivere con noi in pace e senza paura». È il triste commento dell'arcivescovo di Berlino, Heiner Koch, dopo l'attentato di ieri ad Halle, in Sassonia, che ha tutte le caratteristiche di un atto di terrorismo dell'estrema destra. Pista confermata sia da una dichiarazione del ministro dell'Interno, Horst Seehofer, che ha parlato di «matrice di estrema destra» e di motivazioni «antisemite», sia dal filmato dell'attacco, realizzato dallo stesso attentatore, in cui si sente quest'ultimo urlare: «Gli ebrei sono la radice di tutti i problemi».La prima sparatoria è avvenuta davanti alla sinagoga del quartiere Paulus, una davanti a un doner kebab poco lontano e una granata lanciata al cimitero ebraico hanno gettato un'altra volta nell'incubo del terrorismo la Germania e in particolare la piccola città industriale dell'ex Germania Est e i suoi 240.000 abitanti. Tra questi, una comunità ebraica di circa 700 persone, quasi tutti ebrei provenienti dall'ex Unione sovietica.Il bilancio dell'attentato di ieri, le cui «modalità fanno pensare a un'azione dell'estrema destra» secondo quanto espresso poco dopo l'attacco da fonti dell'apparato di sicurezza tedesco all'agenzia di stampa Dpa, è di diversi feriti e due vittime, un uomo e una donna. L'uomo è morto nel fast food distante 500 metri circa dal luogo di culto ebraico, la donna è stata uccisa sulla strada, nei pressi del cimitero. Una persona è stata fermata: si tratta di Stephen B., un tedesco di 27 anni cittadino della Sassonia-Anhalt. Smentita la presenza di altri due attentatori, notizia circolata subito dopo l'assalto. Oltre alla sparatoria di Halle, ieri sono stati segnalati spari anche a Landsberg, 15 chilometri a Est della cittadina teatro dell'attentato. La polizia aveva avviato subito intensi controlli nelle stazioni e negli aeroporti della Germania centrale, ma anche ai confini con la Repubblica Ceca e la Polonia. A indagare è la procura antiterrorismo tedesca. I morti e i feriti degli attacchi non sono ebrei, ha spiegato il presidente della comunità ebraica locale, Max Privorozki. Ma il giorno scelto dagli attentatori non è casuale. La sparatoria, infatti, è avvenuta nel giorno di Yom Kippur, il giorno più sacro dell'ebraismo, la ricorrenza religiosa ebraica che celebra l'espiazione. «L'attentatore ha sparato più volte contro la porta e ha lanciato bombe molotov o granate per tentare di entrare», ha raccontato il rabbino Privorozki. «Ma la porta è rimasta chiusa, Dio ci ha protetti. L'attacco è durato 5, 10 minuti». Stando alle ricostruzioni della Bild, nell'attacco davanti alla sinagoga di Halle sono state usate armi automatiche, sia corte (pistole) sia lunghe. «Grazie alle immagini della telecamera della sinagoga abbiamo visto che un uomo pesantemente armato, con elmetto e fucile, ha cercato di aprire il portone a forza di spari», ha spiegato Privorozki alla Stuttgarter Zeitung. Dato che ieri cadeva la festività di Yom Kippur, c'erano circa 70-80 persone nella sinagoga di Halle, che nel 1938 venne distrutta durante la notte dei cristalli del 9 novembre, in cui luoghi di culto e proprietà ebraiche furono devastati in tutta la Germania dalla furia nazista.Fallito l'assalto alla sinagoga, l'attentatore si è diretto verso il negozio di kebab. «Un uomo è entrato nel locale, ha lanciato qualcosa come una bomba a mano, che non è esplosa e ha aperto il fuoco con un fucile automatico», ha detto un testimone alla televisione tedesca N-Tv. «L'uomo dietro a me deve essere rimasto ucciso, io mi sono nascosto nel bagno». Mentre La Verità chiudeva l'edizione nessun gruppo aveva ancora rivendicato l'attentato. Ma, come fatto notare da Rita Katz, direttore di Site, un sito di monitoraggio dell'estremismo sul Web, «le comunità online di estrema destra l'hanno già fatto proprio e chiamano l'ignoto sparatore “santo"». Si tratta dello stesso epiteto utilizzato da quei gruppi per definire Brenton Tarrant, il terrorista di estrema destra autore del massacro nelle moschee di Christchurch, in Nuova Zelanda, il 15 marzo scorso. Proprio come Tarrant, infatti, l'aggressore, vestito di «verde», «da militare» con un «elmetto» e una «maschera», aveva installato una GoPro, cioè una di quelle piccole videocamere «indossabili» capaci di resistere all'acqua e agli urti. E nel filmato, appunto, Stephen B. inveisce contro gli ebrei.Fu l'attentatore di Christchurch il primo a compiere un atto di terrorismo in diretta Facebook, vestito e armato come un militare: con la sua GoPro sull'elmetto aveva ripreso ogni istante dell'assalto, arrivando a commentare le sue azioni. Alla fine di quel massacro, uccise 51 persone e ne ferì 49. Quel filmato fu poi rimosso dai tecnici del social fondato da Mark Zuckerber e spinse la polizia della provincia di Canterbury a lanciare un appello perché le immagini della strage non venissero condivise.
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson