2024-09-06
«Ho subito 7 attentati da Boko Haram. Combattiamo i terroristi col lavoro»
Babagana Umara Zulum, professore universitario, rettore del Politecnico di Maiduguri, e governatore dello Stato del Borno, nella Repubblica federale della Nigeria (Ansa)
Parla il governatore dello Stato nigeriano del Borno: «Abbiamo un programma per reinserire nella società i miliziani pentiti. Ma serve anche uno sforzo da parte loro. Chi intende ricattarci resti pure nella boscaglia».Babagana Umara Zulum è un professore universitario nigeriano e rettore del Politecnico di Maiduguri, ma è soprattutto il governatore dello Stato del Borno, il più difficile e martoriato di quelli che compongono la Repubblica federale della Nigeria. Situato nell’estremo Nordest e confinante con Camerun, Niger e Ciad, il Borno è conosciuto per i continui episodi di violenza dei terroristi islamici. Proprio nella sua capitale Maiduguri nel 2002 è stata fondato Boko Haram, un’organizzazione nata per distruggere la cultura occidentale. Boko Haram, che fonde la parola hausa boko, che significa «cultura occidentale» con la parola araba haram che significa proibito, fu colpita duramente dal governo federale che arrestò e uccise centinaia di militanti. Dal 2011 il gruppo terrorista ha ricominciato a crescere attingendo dalla popolazione fulani, islamizzata e marginalizzata. Nel 2012 Boko Haram ha organizzato 115 attacchi terroristici, uccidendo oltre 500 persone nello stato del Borno, mentre l’anno seguente ha iniziato a colpire in Ciad e Camerun. In questi anni i rapimenti degli studenti sono diventati un’arma preziosa per gli islamisti che utilizzano i soldi dei riscatti per finanziarsi e convertono a forza le giovani cristiane. Nel 2015 il leader di Boko Haram Abubakar Shekau ha giurato fedeltà allo Stato Islamico che ha creato l’Iswap (Islamic State West Africa Province), ma soltanto un anno più tardi ha nominato un nuovo capo rimuovendo Shekau che ha spaccato in due il movimento. Nel 2021 Abubakar Shekau è stato ucciso dagli uomini dello Stato Islamico, ma Boko Haram resta attiva così come l’Iswap. Governatore la vita degli abitanti dello stato del Borno è tutti i giorni a rischio, come si può vivere così?«La vita qui è molto complicata, io stesso sono stato vittima di ben 7 attentati. Nel 2020, quando ho dichiarato guerra ai terroristi, in soli 4 mesi il mio convoglio è stato attaccato 4 volte. In questi attentati cinquanta persone hanno perso la vita e una volta hanno tentato di far saltare in aria la mia auto con un asino imbottito di esplosivo. Noi cittadini del Borno lottiamo per la vita e non permetteremo ai terroristi di strapparcela via». La sua amministrazione ha puntato ad un programma di riconciliazione e di accoglienza per i terroristi che fossero disposti ad abbandonare la lotta armata. Quali sono i risultati?«Migliaia di ribelli hanno accettato il nostro programma di reinserimento nella società, ma ora serve uno sforzo da parte loro perché per noi è impossibile mantenere le loro famiglie. La situazione economica dello Stato è molto precaria e non permettiamo a nessuno di ricattarci. Chi non vuole lavorare può benissimo tornare nella boscaglia. Boko Haram ha già perso la metà dei suoi combattenti e l’Iswap circa un terzo, ma il problema è che sempre più uomini arrivano dal Ciad e dal Camerun». Lei è un noto professore universitario e crede molto nell’istruzione, ma le scuole sono il primo obiettivo di questi gruppi che rapiscono centinaia di studenti.«La grande sfida sta proprio nel garantire la sicurezza a scuola, i nostri figli non devono aver paura di uscire di casa. In questi anni sono stati rapiti quasi 5.000 studenti e diverse centinaia di insegnanti, ma la cultura è l’arma più potente che abbiamo contro questi criminali».Recentemente avete organizzato un incontro con le maggiori personalità dello Stato per fare fronte comune nella lotta al terrore.«Hanno partecipato leader musulmani e cristiani, governanti locali e nazionali ed il comandante dell’Operazione Hadin Kai voluta dal governo di Abuja per combattere Boko Haram. Insieme riusciremo a prevalere sui terroristi che stanno anche sfruttando le proteste dei giovani per fare proselitismo, oggi la società nigeriana vuole respingere ogni deriva estremista».In queste proteste sono apparse bandiere russe e il presidente Tinubu ha ordinato di arrestare chiunque avesse queste bandiere e addirittura i sarti che le avevano confezionate. La Nigeria può finire nell’orbita di Mosca? Qual è il ruolo di Europa e Stati uniti? «Il governo centrale ha rafforzato i suoi legami con l’Occidente. Gli investimenti americani ed europei sono enormi nel settore petrolifero nigeriano, ma ad Abuja fanno fatica a capire quanto sia difficile la vita per noi e se statunitensi ed europei vogliono mantenere i loro interessi in Nigeria devono aiutare il nostro esercito a combattere i terroristi. La Francia ci ha provato ed ha fallito, serve una coalizione africana ed internazionale». I cristiani sono le principali vittime dell’estremismo islamico negli Stati del Nord, ma ormai in tutta la Nigeria, che dal 2009 ha visto 53.000 cristiani assassinati e ben 18.000 chiese incendiate.«Vogliamo costruire una società multietnica e multireligiosa e per questo motivo abbiamo aumentato la protezione dei luoghi di culto cristiani. Purtroppo le difficoltà economiche spingono i fulani ad attaccare le popolazioni cristiane, ma stiamo lavorando per ridurre la povertà che è alla base di questi problemi».
Jose Mourinho (Getty Images)