2025-09-19
Atletica, Dallavalle argento nel triplo
L’atleta salta 17,64 metri e batte il suo record. Davanti a lui il portoghese Pichardo. Per l’Italia è la sesta medaglia in questi Mondiali. Delusione per Diaz, solo sesto.A due giorni dalla chiusura dei mondiali di atletica in corso a Tokyo, l’Italia centra la sesta medaglia che permette di eguagliare il record azzurro in un’edizione iridata, 30 anni dopo Göteborg 1995. A mettersela al collo è stato Andrea Dallavalle con il suo salto triplo da 17,64 metri che è valso il secondo posto alle spalle del portoghese Pedro Pichardo. «È un’emozione incredibile. Quando ho visto la misura non ci credevo, ero convinto che fosse nullo o che ci fosse stato un errore» ha dichiarato il triplista azzurro ai microfoni della Federazione italiana di atletica leggera.La finale del triplo era attesa come il palcoscenico di Andy Diaz, campione del mondo indoor e leader stagionale, ma a prendersi la scena è stato il compagno di squadra, il piacentino classe 1999 che già tre anni fa a Eugene aveva sfiorato il podio con un amaro quarto posto. Stavolta non si è accontentato: ha riscritto la sua storia e quella dell’atletica italiana con una progressione di salti costanti, tutti sopra i 17 metri, culminata in un ultimo tentativo da manuale che gli è valso il primato personale e un argento dal sapore d’oro. Per qualche istante il sogno di un successo clamoroso è sembrato reale. Con il suo 17,64 Dallavalle era infatti balzato in testa, prima che Pichardo - fuoriclasse cubano naturalizzato portoghese, oro olimpico a Tokyo 2021 e argento a Parigi 2024 - mettesse a segno l’ennesima zampata vincente della carriera atterrando a 17,91. Sul terzo gradino del podio è finito il cubano Lazaro Martinez, mentre Andy Diaz, frenato dai soliti guai fisici, si è dovuto accontentare della sesta posizione con 17,19. La misura dell’azzurro ha un valore che va oltre l’argento: rappresenta un salto di qualità netto, ben 28 centimetri oltre il suo precedente primato. Una crescita costruita dopo anni tormentati dagli infortuni, interrotti soltanto dal bronzo agli Europei indoor di Apeldoorn lo scorso inverno. A 25 anni, il ragazzo di Piacenza può finalmente festeggiare il primo podio mondiale della carriera, che lo consacra tra i protagonisti di una disciplina in cui l’Italia si ritrova oggi con due atleti stabilmente ai vertici. «Sono molto felice per Andrea - ha commentato Diaz a fine gara - È venuto da me dicendo che non ci credeva e io gli ho detto di farlo. Il triplo italiano è il migliore di tutti». Parole che restituiscono bene lo spirito di squadra che accompagna il gruppo azzurro, nonostante il duello interno fra i due compagni di allenamento abbia catalizzato l’attenzione degli addetti ai lavori negli ultimi mesi.Con l’argento di Dallavalle, la spedizione azzurra sale a quota sei medaglie, dopo l’oro conquistato da Mattia Furlani nel lungo, gli argenti di Nadia Battocletti nei 10.000 metri e di Antonella Palmisano nella marcia e i bronzi firmati da Leonardo Fabbri nel lancio del peso e da Iliass Aouani nella maratona. È un bottino che consente all’Italia di eguagliare il primato stabilito a Göteborg nel 1995, quando arrivarono sei podi complessivi. Allora furono due ori, due argenti e due bronzi, ma Tokyo offre ancora due giornate di gare e dunque la possibilità concreta di superare quel traguardo. Tutti gli occhi sono ora puntati su Nadia Battocletti, attesa nella finale dei 5.000 metri, e sulla marcia, dove Antonella Palmisano guida la squadra azzurra nella 20 chilometri. Senza dimenticare le staffette veloci e l’eptathlon di Sveva Gerevini, che potrebbero regalare ulteriori sorprese e migliorare ulteriormente un bilancio già straordinario.
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