2024-02-12
Astrazeneca non risarcisce i morti da vaccino
Numerose le vittime in Sicilia con correlazioni accertate, ma la casa farmaceutica non risponde dei danni. Idem in Gran Bretagna, dove si prepara una maxi causa. E «Report» mette in onda gli sprechi delle dosi.Astrazeneca non paga i danneggiati dal suo vaccino, anche se la correlazione è accertata, così nel Regno Unito fanno causa al colosso farmaceutico. In Italia, i familiari delle vittime devono arrangiarsi da soli. Ieri sera, il programma di inchiesta Report, che Sigfrido Ranucci conduce su Rai3, ha fatto un bilancio delle dosi di anti Covid utilizzate dall’Unione europea. La presidente della Commissione, Ursula von der Leyen ne aveva acquistato 4,2 miliardi, «dal 2021 sono stati cestinati almeno 215 milioni di dosi, cioè 0,7 dosi per ogni cittadino», ha rivelato il servizio di Giulio Valesini. Quelle opzionate dall’Italia furono 381 milioni, di cui almeno 150 milioni sono in eccesso (46,8 milioni le dosi scadute), per le quali il nostro Paese ha speso 4,4 miliardi di euro. Report si è occupato anche di Vaxzevria, il vaccino AstraZeneca che doveva essere economico e facile da conservare, mentre a fine 2021 sparì rapidamente dagli hub europei dopo che furono accertati alcuni rari, ma gravi eventi avversi post somministrazione, soprattutto casi di trombosi con trombocitopenia. Milioni di dosi vennero regalate a Nazioni con basso reddito, pochi giorni prima che scadessero e malgrado fosse un vaccino non consigliato a popolazioni giovani. «Dovevamo non mandarle solo perché non c’è la farmacovigilanza?», in quei Paesi, si è mostrato stupito anzi «esterrefatto» l’ex direttore dell’Aifa, Nicola Magrini. In Italia, a fronte di 40 milioni di dosi comperate dall’azienda anglo svedese, ne furono somministrate 12 milioni e mentre Agenzia italiana del farmaco e ministero della Salute sfornavano in piena pandemia circolari contraddittorie (seconda dose per gli under 60, poi invece Vaxzevria solo per gli over 60), già c’erano cittadini che soffrivano di eventi avversi o non erano sopravvissuti a danni pesantissimi.La giornalista Claudia Di Pasquale ha ricordato come esattamente tre anni fa iniziarono le somministrazioni del vaccino di Oxford, a insegnanti e forze dell’ordine. Davide Villa, sovrintendente della squadra mobile di Catania, fu tra i primi a vaccinarsi per proteggere la mamma anziana. Si sentì subito male, venne ricoverato al reparto di terapia intensiva con diagnosi di emorragia cerebrale in piastrinopenia e trombosi della vena porta. Dopo un’agonia di 30 ore morì a soli 50 anni, primo caso italiano di decesso in seguito alla prima dose di Astrazeneca. Il fratello della vittima, Fabrizio Villa, spiega che la Procura archiviò il caso perché «in uno stato di emergenza, non ci possono essere delle responsabilità penali». Dopo Davide, a distanza di pochi giorni muore Stefano Paternò, un militare siciliano che non sapeva di avere il Covid in mondo asintomatico. Si vaccina, ha un distress respiratorio molto forte e non supera la notte. L’avvocato dei familiari, Giorgio Seminara, precisa che la perizia aveva riscontrato un nesso eziologico tra la somministrazione del vaccino e il decesso, ma anche in questo caso la Procura archivia e l’azienda non risarcisce. Poi c’è l’indecente capitolo della sospensione di Astrazeneca, durata appena tre giorni. Intanto, però, il 24 marzo 2021, era morta un’insegnante di Gela di 37 anni, Zelia Guzzo. Si era vaccinata il 1° marzo, il marito Andrea Nicosia racconta a Report che la causa del decesso accertata è stata «trombosi dei seni venosi, trombosi distrettuale e trombocitopenia». Ancora una volta, la Procura decide di archiviare.Il 30 marzo 2021 a morire è Augusta Turiaco, 55 anni, di Messina. Dopo una dose del vaccino anglo svedese aveva avuto un’embolia polmonare e più trombosi, anche trombocitopenia. La Procura, guarda caso, archivia. Perché non ci sono responsabili, pur riconoscendo che è morta a causa di Vaxzevria. Infatti lo Stato indennizza i familiari con 77.000 euro. Il fratello della vittima prova a fare causa, ma l’azienda farmaceutica sostiene che «non c’è la prova», della correlazione con il vaccino. Anche nel Regno Unito i familiari di diverse vittime hanno ottenuto dal governo un indennizzo (120.000 sterline), ma nemmeno un soldo da Astrazeneca. Per questo, alcuni avvocati hanno intrapreso altre strade. Sarah Moore dello studio legale Leigh Day, che segue 37 casi di reazioni avverse post vaccino di Oxford, ha dichiarato a Claudia Di Pasquale di aver promosso un’azione legale multimilionaria contro il colosso farmaceutico. «Il governo inglese ha garantito l’immunità civile a chi ha prodotto i vaccini durante la pandemia. Per avviare il contenzioso, ci siamo dovuti appellare alla legge che tutela i consumatori del 1987, secondo cui bisogna dimostrare che il prodotto era difettoso». Il difetto, era che poteva provocare la Vitt, cioè la trombosi con trombocitopenia indotta dal vaccino.Intanto, negli ultimi tre anni i ricavi di Astrazeneca sono esplosi, nel 2020 erano pari a 26,6 miliardi di dollari, nel 2021 sono diventati 37,4, fino ad arrivare nel 2022 a 44,4 miliardi. «Astrazeneca oggi è l’azienda più ricca del Regno Unito», sostiene Robert Mendick, giornalista del Telegraph.
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Giancarlo Tancredi (Ansa)