
Una norma anti zolfo partorita dall'Onu sul carburante delle navi farà salire le tariffe per i camion del 25%. Proteste in Sardegna.Come se non bastassero i guai legati alla riorganizzazione della Tirrenia, un'altra tegola marittima sta per abbattersi sul nostro Paese. A partire dal primo gennaio, i tir si troveranno infatti a veder aumentate le tariffe di trasporto sui traghetti: l'incremento previsto si aggira attorno al 25%. Il motivo? Una norma ambientalista. Nel 2020, entrerà in vigore un nuovo regolamento dell'International maritime organization (agenzia specializzata delle Nazioni unite che si occupa del trasporto marittimo, in termini di sicurezza, ambiente ed efficienza). La nuova norma stabilisce che le navi potranno usare carburante soltanto con bassissima presenza di zolfo. Tutto questo, attraverso un taglio drastico: se finora il limite consentito di zolfo era del 3,5%, da gennaio la soglia si abbasserà allo 0,5%. Il punto è che un carburante con così poco zolfo risulta particolarmente costoso e si stima pertanto una lievitazione dei costi di circa il 30%. A fronte di ciò, le principali compagnie che operano nel Mediterraneo (tra cui Grimaldi e Tirrenia) hanno deciso di incrementare le tariffe per i tir: nel dettaglio, si parla di un aumento da 5 a 8 euro a metro lineare. Senza trascurare poi che, al di là degli autotrasportatori, il peso di questi aumenti rischi di finire scaricato sui consumatori.Nella fattispecie, il problema principale per il nostro Paese riguarda la Sardegna che, non a caso, è sul piede di guerra. Secondo Valentina Codonesu, responsabile regionale dell'unione di trasporto Fita di Cna, «i calcoli sui sovra costi tariffari restituiscono cifre da capogiro per le aziende artigiane di autotrasporto, che come è doveroso ricordare rappresentano ben il 73% del totale delle imprese in Sardegna». Critica poi la posizione di Lega e Partito sardo d'azione: svariati consiglieri regionali hanno infatti lanciato un appello «per la difesa del diritto dei sardi alla continuità territoriale e per impedire un ulteriore salasso, che suona come una beffa amara e insopportabile per il popolo sardo. Il consiglio regionale e la giunta regionale», hanno proseguito, «devono imporre al governo nazionale di non far pesare sui sardi un aggravio di costi che determinerebbe un isolamento ancora maggiore».Insomma, ciò che si prospetta sembra un film già visto altrove: l'incapacità di coniugare le esigenze dell'ambientalismo con quelle di natura sociale. Un'incapacità che produce spesso effetti negativi sulle classi lavoratrici e che rischia - conseguentemente - di creare tensione. Non dimentichiamo, del resto, che il turbolento fenomeno dei gilet gialli in Francia sia sorto - nel novembre del 2018 - principalmente contro l'aumento del costo del carburante: una misura ambientalista, da molti considerata iniqua e a netto svantaggio delle classi meno abbienti. Una misura che, alla fine, il presidente francese, Emmanuel Macron, si è trovato costretto ad abbandonare. Problemi analoghi si stanno riscontrando anche negli Stati Uniti, dove il presidente americano, Donald Trump, sta cercando - non senza difficoltà - di alleviare i problemi dei lavoratori coinvolti nel settore carbonifero, che - soprattutto in Wyoming - è piombato da anni in uno stato di profonda crisi. Lo stesso dibattito (che ha spaccato e sfibrato il governo Conte bis) sulla plastic tax si inserisce d'altronde in questo quadro complesso. Perché o l'ambientalismo viene realmente armonizzato con le istanze sociali concrete o rischia di diventare un lusso. Un lusso che soltanto in pochi possono permettersi.
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Sulle alture del Cuneese l'esercitazione «Joint Sapper», pianificata e organizzata dal 32° reggimento Genio guastatori della Brigata alpina Taurinense insieme ad una compagnia del 2° reggimento genio della Legione Straniera Francese.
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Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
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