2021-01-11
Il coordinatore Arcuri non coordina i vaccini. Regioni in ordine sparso
La Toscana li somministra ai medici di base, la Puglia ai dipendenti pubblici, la Campania li ha già terminati.«In Campania le dosi di vaccino anti Covid sono finite e la somministrazione si fermerà», ha lanciato l'allarme ieri il governatore Vincenzo De Luca. Mentre altre Regioni - Toscana, Veneto e Umbria - sono già «in riserva». Dal salotto televisivo di Lucia Annunziata, il Commissario per l'emergenza, Domenico Arcuri, ha assicurato che oggi ci sarà la nuova distribuzione di fiale e che entro la fine di marzo saranno vaccinati 6 milioni di italiani grazie anche ai contratti aggiuntivi sottoscritti dalla Ue con la stessa Pfizer e Moderna.Il problema però resta a monte e riguarda i vincoli di somministrazione che non vengono rispettati, né fatti rispettare, con una mancanza di coordinamento centrale. Prendiamo l'esempio della Toscana che oggi dovrebbe finire tutti i 52.295 vaccini Pfizer consegnati. Gli appuntamenti per le somministrazioni sono stati sospesi e verranno riattivati solo quando si avrà certezza di altre dosi: ne sono attese 28.275, slittate da oggi al 13 gennaio. Attrezzata come il Lazio ma non come la Lombardia e con una popolazione meno concentrata, ovvero una geografia più complicata in termini anche di orografia, la scelta del governatore Eugenio Giani è stata quella di utilizzare le fiale senza tenerle da parte per i richiami. Tanto che sono già partite le prime somministrazioni a medici e pediatri di famiglia passando quindi già al secondo step della scansione prevista dal governo. Aprendo ai medici di base, non inseriti nella richiesta iniziale, la Toscana si è assunta un rischio. Idem per la Puglia che vuol chiedere di vaccinare gli insegnanti già nella fase due e che ora inserisce da subito anche il personale Inps, Inail e di altri enti mentre il Piemonte allarga a medici generici, pediatri, farmacisti, dentisti e odontoriatri.Se le categorie dei vaccinandi vengono cambiate in corso d'opera come si può fissare un cronoprogramma delle vaccinazioni? Se il vincolo è la somministrazione, questo deve essere ottimizzato per fare il maggior numero possibile di vaccini. Ma gli altri fattori devono essere dimensionati per consentirle di funzionare. Se invece, come è successo, viene sovradimensionato solo il fattore dei vaccinandi e quello dei vaccini disponibili resta uguale, cominciano i problemi in termini di programmazione. C'è poi un altro problema: scarseggiano gli infermieri con un forte squilibrio nelle candidature per le assunzioni previste da Arcuri (hanno risposto al bando circa 15mila medici e meno di 4mila infermieri).Anche secondo il parere unanime del panel di esperti che compone il tavolo di lavoro Oitaf, «la campagna di vaccinazione Covid-19 funziona e raggiunge l'obiettivo (vaccinare un numero di persone sufficiente a innescare l'immunità di gregge) se funziona in modo massimamente efficiente la somministrazione. Questa fase deve quindi essere progettata e realizzata in modo da estrarre la maggior produttività possibile dalle risorse impegnate. Non devono mai mancare le risorse necessarie: vaccinandi, vaccini, vaccinatori in senso ampio». Se una delle catene di fornitura cambia e non cambiano le altre, salta tutto. Devono tutte restare efficaci. In assenza di una norma, qualcuno dovrebbe imporre il rispetto dei vincoli o comunque chiederne conto preventivamente visto che le direttive escludono la medicina territoriale dalla fase uno ma non prevedono sanzioni per chi le ignora (anzi, c'è un implicito premio mediatico e «politico» per chi ne fa tante in percentuale). E che sono le Regioni ad avere indicato le esigenze. Dovrebbe intervenire il ministero della Salute ma anche il Commissario per l'emergenza cui spetta il coordinamento. È anche vero che le direttive parlano di personale sanitario e delle Rsa, una definizione - la prima - molto «elastica». Arcuri qualche giorno fa, rispondendo alle richieste di anticipare le vaccinazioni per i docenti, si è limitato a dire che il Parlamento ha votato un piano scansionato per categorie e potrà valutare di modificarlo, senza però voler entrare nel merito e sottolineando che è «il Parlamento a doverlo stabilire». E anche ieri nel salotto dell'Annunziata ha continuato a ripetere che «non abbiamo tutti i vaccini che vorremmo».
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Elly Schlein (Imagoeconomica)