2023-04-25
Arbitri stizziti per la grazia a Lukaku: «Cartellini sempre a chi fa come lui»
Il provvedimento spot sull’antirazzismo della Figc ha creato un precedente pericoloso e i fischietti lo dicono chiaro: «C’è un regolamento». Il belga domani in campo contro la Juve, Daspo per 171 ultrà che lo offesero. Roma, Milan, Fiorentina, Juve e Napoli votano contro la decisione dell’assemblea Citi, Lazard, Rothschild e Goldman nella lista dei sei per valutare le offerte dei fondi. Lo speciale contiene due articoli. Il buonismo del calcio italiano s’infila in un vicolo cieco chiamato Romelu Lukaku. La grazia concessa al centravanti dell’Inter, che aveva zittito il pubblico juventino dopo aver trasformato il rigore del pareggio, pare che non sia destinata a fare scuola. Il presidente degli arbitri, Carlo Pacifici, ieri ha spiegato che gli insulti razzisti subiti in precedenza non contano: il giocatore che va sotto la curva avversaria a provocare i tifosi sarà ammonito, come da regolamento. Forse a questo punto converrebbe avere il coraggio di cambiare le regole, oppure dovremo assistere ad altri interventi straordinari del presidente della Figc Gabriele Gravina di fronte a casi simili. E comunque, se si voleva la conferma che non è con la fuffa zuccherosa dei Gravina che si risolve il problema del razzismo negli stadi, ecco che ieri si è mossa la Questura di Torino, che ha annunciato ben 171 Daspo nei confronti di tifosi della Juventus per i cori razzisti durante la semifinale di andata di Coppa Italia. Lo strappo di Gravina era stato uno spot a costo zero, almeno nelle intenzioni del presidente della Federazione, sul fronte della lotta al razzismo. Dopo il gol del pareggio, Lukaku si era rivolto ai tifosi della Juve, che lo avevano insultato per tutta la partita con cori razzisti, portandosi il dito indice alla bocca. Una provocazione esplicitamente vietata dal regolamento di gioco e che ha portato l’arbitro Davide Massa a estrarre il cartellino giallo e poi a espellere il campione belga per doppia ammonizione. Il tutto con l’effetto di produrre anche la squalifica di una giornata da scontare nella gara di ritorno, prevista a Milano per domani. Qui ha ritenuto di intervenire il presidente Gravina, che ha tolto la squalifica a Lukaku usando un potere di grazia «in via eccezionale e straordinaria». Le motivazioni sono contenute in una nota ufficiale della Figc: «È emerso in maniera inequivocabile dalla relazione della procura federale che il suddetto calciatore è stato fatto oggetto, in più occasioni, di gravi, ripetute e deprecabili manifestazioni di odio e discriminazione razziale tali da poter giustificare comportamenti formalmente non regolamentari e come tali valutati dal direttore di gara». Non solo, ma l’idea di graziare Lukaku è stata presa con un preciso intento politico, «ritenuto che il principio della lotta ad ogni forma di razzismo costituisce uno dei principi fondanti dell’ordinamento sportivo, nella sua dimensione internazionale e nazionale». Bellissime parole, per carità. Peccato che con questa decisione si è consentito a un tesserato di violare le regole e di farla franca poiché è un giocatore di colore, il che è una forma di razzismo involontario. Senza contare il fatto che adesso bisognerà vedere come si comporterà la Figc in casi simili che riguardassero giocatori slavi, chiamati «zingari», o napoletani, chiamati «terroni» e via insultando. Di sicuro, gli arbitri non sembrano al momento disposti a far finta di niente, a meno di eccessi di zelo. Ieri il nuovo presidente dell’Aia, Carlo Pacifici, ha escluso che d’ora in poi ci siano valutazioni accondiscendenti nei confronti di esultanze polemiche alla Lukaku. «La grazia è una prerogativa del presidente federale. Da parte nostra non cambia nulla, continueremo a prendere le decisioni secondo quelle che sono le regole in atto e chi andrà a zittire il pubblico dopo esser stato insultato sarà ammonito, come prevede il regolamento». A parte il fatto che i giocatori sono pagati profumatamente anche per essere dei professionisti capaci di alzare le spalle di fronte agli insulti, senza scatenare risse e violenze, resta il fatto che la decisione di Gravina è un precedente che peserà e purtroppo non servirà molto tempo per vedere se il giochetto della grazia verrà applicato a tutti i calciatori che provocano il pubblico dopo esser stati insultati. A voler entrare nella logica del presidente, forse tanto varrebbe avere il coraggio di cambiare il regolamento e introdurre una specie di scriminante per il giocatore insultato. Sarebbe sempre un rimedio vuoto e un po’ ipocrita, ma almeno sarebbe più equo perché varrebbe per tutti. Gravina però, su Lukaku voleva dare un segnale forte anche a livello internazionale e forse sulla grazia-spot ha pesato anche la candidatura dell’Italia a ospitare gli Euro 2032. Chi invece ha badato al sodo è la Questura di Torino, che per i fatti della sera del 4 aprile punirà cori razzisti e ululati juventini con 171 Daspo, in gran parte diretti a tifosi che erano nel primo anello della Curva Sud. Sono in corso accertamenti anche sui tifosi dell’Inter che hanno intonato un coro «Liverpool, Liverpool» con riferimento alla tragedia dell’Heysel. In attesa del prossimo caso Lukaku (e di come verrà trattato), va segnalato un altro problema non da poco. Domani sera c’è la partita di ritorno a San Siro contro la Juventus e se il centravanti in campo per grazia presidenziale dovesse segnare, e magari risultare decisivo per il passaggio del turno, chissà che cosa direbbero i sostenitori bianconeri. C’è solo da sperare che Lukaku non faccia altri gesti. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/arbitri-stizziti-per-grazia-lukaku-2659905532.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="lega-divisa-la-radio-sul-calcio-a-rds" data-post-id="2659905532" data-published-at="1682418498" data-use-pagination="False"> Lega divisa: la radio sul calcio a Rds Il nome era dato per scontato: inizialmente nella gara per affiancare la Serie A nella realizzazione del nuovo canale radio c’erano tre gruppi: Rtl (edita da Rtl 102.5 Hit Radio) Rds (Radio Dimensione Suono) e il gruppo Triboo (editore fra l’altro di Radio Nerazzurra). Poi, dopo un primo processo di selezione i partner in corsa sono rimasti due: Rds e Triboo. E alla fine, come ampiamente previsto, ha prevalso la prima. Non altrettanto scontato però era lo schieramento delle squadre, soprattutto top, della massima serie del campionato di calcio. Avrebbero detto sì al progetto? La divisione, nell’aria da tempo, ha portato, secondo quanto risulta alla Verità al voto contrario di alcune big. Tra queste in particolare Roma, Milan, Fiorentina, Juve e Napoli. Se si va a vedere la classifica a oggi: prima, terza, quarta e quinta del campionato. Ma quella della radio non era l’unica decisione da prendere. L’altro piatto forte dell’assemblea riguardava infatti il tema dei fondi e delle banche. In ballo ci sono una decina di offerte che variano molto sia per l’entità economica che per la struttura. Da una parte quelle dei fondi: si sono già mossi i private equity come Apollo, Apax, Carlyle, Three Hills Capital Partners, Searchlight e buon ultimo Oaktree (che ha giù un prestito in ballo con l’Inter) che secondo quanto riferito dalla Reuters ha messo sul piatto 1,75 miliardi di dollari per il 5% della newco. Dall’altra ci sono le banche Citi, Goldman Sachs, JPMorgan, Barclays e Jefferies. I primi chiederebbero di avere un ruolo anche nella futura governance dei diritti televisivi, le seconde invece sarebbero attive con un ruolo solo finanziario. La Lega ha deciso di nominare con un processo ben definito una società esterna con il compito di valutare queste offerte. Ieri, infatti, c’è stata la prima scrematura rispetto alle proposte di 10 advisor chiamati in causa. Nella short list sono rimasti in sei: Citi, Lazard, Rothschild, Goldman Sachs, Morgan Stanley e Center View Partners. Il 5 maggio in occasione della prossima assemblea in presenza verrà scelta la società che avrà quindi il compito di valutare quanto messo sul piatto da fondi e banche. L’obiettivo comunque è quello di racimolare almeno 1 miliardo all’anno dai diritti interni per la serie A. E uno dei progetti è quello che cosiddetto «bando matrioska»: sia Sky sia Dazn potrebbero così trasmettere quasi tutte le partite in co-esclusiva. Si ipotizza: nove incontri su 10 tra le due piattaforme per ciascuna giornata di campionato con l’utente finale che deciderà a quale piattaforma abbonarsi. In questo modo resterebbe in ballo la decima partita che andrà comunque su una emittente diversa: in ballo ci sarebbero Mediaset e Amazon. Ma siamo solo alle battute iniziali di una partita che promette scintille e sorprese.