2022-12-21
«Appuntamenti concordati da Iuventa con i trafficanti». Palazzo Chigi chiede i danni
L’esecutivo parte civile al processo alla nave tedesca accusata di «favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». La replica: «Vergognoso». Altri sbarchi in tutt’Italia.Nella strategia del governo per contrastare i taxi del mare si inserisce una nuova mossa: il ministero dell’Interno e la presidenza del Consiglio dei ministri hanno chiesto di costituirsi parte civile nel processo ai membri dell’equipaggio della nave Iuventa (sotto sequestro nel porto di Trapani dall’agosto 2017) di proprietà della Ong tedesca Jugend Rettet, accusati di «favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». Secondo il governo, lo Stato ha subito un considerevole «danno economico e morale». E per questo Viminale e presidenza del Consiglio hanno intenzione di chiedere un congruo risarcimento. «Il fatto che il governo italiano affermi apertamente di aver subito danni morali e di reputazione a causa delle nostre azioni è vergognoso», ha replicato piccata Kathrin Schmidt, di Iuventa-Crew. Che, però, non ha fatto alcun accenno ai quattro uomini alla sbarra (tra membri dell’equipaggio e attivisti di Medici senza frontiere e Save the children). La Procura di Trapani ha depositato nel processo informative dello Sco, il Servizio centrale operativo della polizia di Stato, della Squadra mobile e del Nucleo speciale di intervento della Guardia costiera (escludendo le intercettazioni degli avvocati, che erano state al centro di polemiche). Secondo l’accusa gli appuntamenti in mare con le barche dei trafficanti sarebbero stati concordati. I giudici del Tribunale di Trapani dovranno ora esaminare le richieste di costituzione di parte civile. E hanno disposto un’ulteriore assistenza linguistica in udienza con un interprete aggiuntivo, al fine di «garantire un’effettiva partecipazione al processo» agli imputati.Sono invece ancora in navigazione verso Livorno la Life Support di Emergency, che lunedì, a porto ottenuto, sfidando il governo italiano, ha fatto prima dietrofront per recuperare altri migranti in mare e poi ha ripreso la rotta indicata dal governo con 142 passeggeri a bordo, e la Sea Eye 4, con 63 passeggeri. La prima, che ha ritardato lo sbarco di disidratati, colpiti da scabbia e da convulsioni (come aveva testimoniato il medico di bordo prima dell’inversione di rotta), ieri stava costeggiando la Sardegna. La seconda, invece, era ancora al largo della Sicilia. Dovrebbero approdare nelle giornate di domani e del 23 dicembre.Nel frattempo è stata già stata decisa la ripartizione dopo l’approdo, con la Toscana che, nonostante stia ospitando in questo momento solo il 7 per cento di tutti gli sbarcati in Italia, si libererà di quasi tutti i passeggeri dei due taxi del mare: 50 saranno destinati alla Lombardia (che invece è in zona rossa e supera il 12 per cento), 40 verranno mandati in Emilia Romagna (in zona rossa con il 10 per cento) e 26 in Liguria (che è in zona verde con il 5 per cento). Non è ancora stata definita, invece, la destinazione per i 26 minori non accompagnati. Mentre a Lampedusa sono ricominciati gli sbarchi autonomi. Ieri ne sono stati registrati tre, nel giro di poche ore. In 40, fra cui 14 donne e due minorenni, sono stati soccorsi al largo della costa dall’assetto Fx M15 della polizia svedese. Il gruppo, a bordo di una barca di otto metri in vetroresina, partita da Sfax, era composto da persone originarie della Sierra Leone, del Camerun, della Guinea e del Mali. Altri 34, fra cui undici donne e un minorenne, sono stati intercettati mentre viaggiavano su barca in lamiera di sette metri dalla Guardia di finanza di Palermo. I primi 71, fra cui 14 donne e 19 minori, invece, sono stati soccorsi mentre erano a bordo di una lancia di 12 metri che era al largo delle Pelagie. Hanno dichiarato di essere originari di Algeria, Tunisia, Yemen e Palestina e di essere partiti da Kerkennah Aataya, pagando da 5 a 6.000 dinari i tunisini e gli algerini e 1.700 dollari gli altri. Si è verificato anche il parto di una bambina, avvenuto durante la fase d’attracco dell’unità di soccorso al molo Favarolo. Nell’hotspot di contrada Imbriacola, che era stato svuotato, ora sono presenti 307 ospiti.«Registriamo sempre meno barche in legno in partenza dalla Tunisia. Aumentano invece i barchini in metallo, con motore fuoribordo, tutte costruite in lamiera e neanche verniciate. Natanti che hanno una grandissima instabilità», ha spiegato ieri il procuratore di Agrigento facente funzioni Salvatore Vella, che ha aggiunto: «I trafficanti di essere umani tunisini nascono come pescatori che si sono riconvertiti a un business criminale e, in genere, hanno un atteggiamento di grande rispetto nei confronti dei loro connazionali. Il fatto che, a bordo di questi barchini in metallo, non ci siano solo tunisini, ma sono quasi ed esclusivamente subsahariani ci porta a pensare che questa modalità di navigazione sia estremamente pericolosa e quindi, probabilmente, meno cara e per questo, a bordo di queste imbarcazioni, vi sono soltanto subsahariani che, purtroppo, sono persone che, in genere, non sanno nuotare». Quindi, ha osservato il magistrato, «quando questi barchini si capovolgono e affondano velocemente, essendo in metallo, causano la morte di quasi tutti coloro che erano a bordo». E, come sempre, a più partenze corrispondono più incidenti e più morti in mare.
Il giubileo Lgbt a Roma del settembre 2025 (Ansa)
Mario Venditti. Nel riquadro, da sinistra, Francesco Melosu e Antonio Scoppetta (Ansa)
Nel riquadro: Ferdinando Ametrano, ad di CheckSig (IStock)