2024-06-12
Apple mette l’Ia nei telefonini, Musk sbrocca
Il fondatore di Tesla contro l’accordo tra Cupertino e OpenIa: «Fuori i loro smartphone dalle mie aziende». Ma dietro la sua tirata c’è un reale pericolo sulla sicurezza dei tanti dati sensibili a portata di algoritmo: possono essere sfruttati con la scusa di «aiutarci».Sparate per oscurare l’ultima novità di casa Apple o vero e proprio grido di allarme sulla privacy? C’è forse un po’ di tutto questo nella diatriba che, nelle ultime ore, vede su pronti opposti Elon Musk e l’azienda di Cupertino. Il fondatore di Tesla, su X, ha scritto: «Se Apple integrerà OpenAi a livello di sistema operativo, i loro dispositivi saranno vietati nelle mie aziende. Questa è un’inaccettabile violazione di sicurezza». E poi ancora, riferendosi a visitatori e dipendenti delle proprie aziende: «Se hanno dispositivi Apple, prima di entrare, dovranno lasciarli in una gabbia di Faraday», ha scritto sul proprio social Musk.A mandare su tutte le furie il miliardario (che, comunque, è anche lui attivo nel settore attraverso la sua startup XAi che ha raccolto solo poche settimane fa finanziamenti per 6 miliardi di dollari) è stato l’annuncio da parte di Apple, durante la Worldwide developers conference (l’evento-spettacolo dedicato agli sviluppatori di app), di un accordo con la OpenAi di Sam Altman che, se da un lato permette al colosso di Steve Jobs di recuperare terreno sul fronte dell’Ia (i suoi competitor per eccellenza, Microsoft e Gooogle, erano molto più avanti fino all’altro giorno), dall’altro lato consentirà di inserire nel sistema operativo di iPhone (Apple, nei mesi scorsi, ha superato Samsung ed è leader mondiale nella vendita dei telefonini), iPad, Mac e probabilmente anche degli Apple Watch, la nuova Apple intelligence nata dall’integrazione del mondo iOs con ChatGpt. Il chatbot entrerà in azione soltanto quando Siri capirà di non essere in grado di rispondere. E prima di inoltrare la domanda a ChatGpt, chiederà all’utente il permesso di farlo. L’Ia che impropriamente potremmo definire «made in Cupertino» potrà interagire con le app Mail, Notes, Safari, Page e con software di parti terze, anche in Europa.Insomma, i confini dell’Ia sui device della Mela morsicata non sono ancora ben definiti perché teoricamente potrebbe accedere a una mole di dati personali enorme: email, fotografie, scansione di documenti, note personali, numeri e contatti, appuntamenti, conti correnti. Insomma, il mondo personale che si crea una persona con il proprio smartphone o con il proprio portatile sarebbe scandagliabile da parte dell’Ia per «aiutare l’utente» a cercare un documento, per esempio, o a rispondere a una domanda relativa a un documento o a un progetto. Secondo Apple, questa integrazione tra l’universo creato da Jobs e l’Ia «aiuterebbe gli utenti nelle attività quotidiane come la generazione di contenuti e immagini», ma ha anche aggiunto che «gli indirizzi Ip degli utenti saranno oscurati» e che «OpenAi non memorizzerà alcuna richiesta di prompt effettuata su un dispositivo Apple». Ovviamente da Cupertino alzano le barricate davanti alle prevedibili domande legate alle violazioni della privacy: «Noi non la violeremo», spergiurano.Sarà vero? Difficile dirlo con certezza ora. Davanti a questo annuncio, però, Musk ha letteralmente sbroccato, inondando X di post critici (eufemismo) verso l’accordo Apple-OpenAi. «È assurdo che Apple non sia abbastanza intelligente da creare la sua intelligenza artificiale, ma sia in qualche modo in grado di garantire che OpenAi protegga la vostra sicurezza e privacy. Apple non ha idea di cosa accadrà una volta che i dati sono nelle mani di OpenA», ha twittato Mr. X, condividendo uno screenshot di un dialogo tra un utente e ChatGpt: alla domanda dell’utente su cosa avrebbe fatto l’Ia se, per fermare un’ipotetica apocalisse nucleare, fosse bastato proferire la parola «negro» (un’assurdità, ovviamente), l’Ia ha risposto che «no», non l’avrebbe pronunciata (un’assurdità più grande). E via di questo passo.Il tema dell’impiego e, soprattutto, dei limiti di utilizzo dell’Ia è la montagna da scalare nel mondo della tecnologia (che non vorrebbe porre alcun freno) ma anche, ormai, in quello della vita reale. Mettere nelle mani dell’Intelligenza artificiale tutti i nostri dati sensibili (documenti, mail private, foto, analisi mediche echi più ne ha più ne metta) rappresenta oggi un fattore di rischio troppo elevato. I limiti di utilizzo dell’Ia non sono chiari. La novità tecnologica non aiuta solo a migliorare la realtà come ripetono in un crescendo rossiniano gli apologeti dell’algoritmo, ma la modifica, la stravolge e a volte se ne inventa una tutta sua. E, in questo caso, distinguerla dalla «realtà reale» diventa sempre più difficile. Ha fatto molto rumore la volontà dell’attrice Scarlett Johansson di voler citare in giudizio OpenAi per aver, questa è l’accusa, digitalizzato la voce della protagonista della saga degli Avengers senza il suo permesso. Una storia che rischia di finire davanti al Congresso deglo Stati Uniti d’America, che starebbe pensando di sentire la Johansson sulla vicenda.L’annuncio di Apple ha messo in allarme pure l’Unione europea: «Una volta che il servizio sarà effettivamente integrato, allora saremo in grado di fare la nostra valutazione, ma il Dma (il Digital markets act, il regolamento introdotto per garantire concorezza equa e protezione dei diritti digitali sulle varie piattaforme, ndr) come regolamento e i suoi processi ovviamente sono abbastanza flessibili e possono essere aggiornati se necessario. se i servizi cambiano, ciò può riflettersi negli obblighi normativi», ha scandito Lea Zuber, portavoce della Commissione europea.Insomma, l’Ia sarà presto a portata di telefono. Speriamo che sia possibile decidere di non rispondere.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.