2025-12-04
Già 16.000 candidati per lavorare al Ponte, ma l’opera è ferma per lo stop dei giudici
Ciucci (ad Stretto di Messina): «Dagli operai agli ingegneri, in un mese migliaia di richieste». A breve le risposte alla Corte dei Conti.«Vorrei mettere per un attimo le polemiche da parte e soffermarmi su una dato che più di ogni altro evidenzia l’impatto e “il peso” del Ponte sullo Stretto per il Paese. Il 27 ottobre, quindi circa un mese fa, Eurolink-Webuild, il contraente generale, ha aperto le selezioni per assumere personale legato alla realizzazione dell’opera. In pochissime settimane sono arrivate 16.000 candidature. Parliamo di operai specializzati, assistenti di cantiere e ingegneri con esperienza e alle prime armi, ma anche di buyer, ispettori e responsabili It. Non più posti di lavoro potenziali, ma persone in carne e ossa che se la costruzione dell’opera fosse avviata starebbero già lavorando. Per questo continuiamo ad adoperarci con più forza di prima per dare risposte adeguate alle domande che ci sono state rivolte, in piena collaborazione con l’Europa, la Corte dei Conti e le authority coinvolte». Così Pietro Ciucci, amministratore delegato di Stretto di Messina Spa, la società pubblica che deve realizzare l’opera, rivela alla Verità i numeri sulla corsa al lavoro che coinvolge migliaia di giovani del Sud Italia e non solo.Sono giornate frenetiche perché sul Ponte è caduta la tegola dello stop dei magistrati contabili che nelle motivazioni al mancato via libera parlano soprattutto di contrasto rispetto ad alcune direttive europee. Ciucci non ha nessuna intenzione di replicare alle contestazioni ma a proposito di Ue ci tiene a precisare che «il Consiglio europeo ha confermato il Ponte sullo Stretto di Messina quale opera fondamentale del corridoio “Scandinavo-mediterraneo” ribadendone il ruolo strategico ai fini del completamento del principale asse Sud-Nord a livello europeo. Ad oggi su questo corridoio insistono solo tre discontinuità: il tunnel del Fehmarn Belt tra Germania e Danimarca che dovrebbe essere completato nel 2029; il Tunnel del Brennero tra Austria e Italia che sarà completato nel 2032 e il Ponte sullo Stretto di Messina».Sul quale a oggi nonostante l’ottimismo dei diretti interessati restano punti di domanda. «Unire le due coste dello Stretto è un desiderio millenario e nonostante le difficoltà che sempre intervengono in progetti complessi come il Ponte siamo impegnati nel realizzarlo nel massimo rispetto di tempi, costi e della qualità», sottolinea il manager ex Anas e Autostrade.E a proposito di polemiche. Il Mit evidenzia che non c’è stata nessuna commissariamento nella gestione del dossier che secondo quanto riportava Il Fatto Quotidiano sarebbe stato affidato al sottosegretario alla presidenza del consiglio, Alfredo Mantovano, con il dipartimento Affari giuridici di Palazzo Chigi. «Il Ponte sullo Stretto di Messina», spiegano dal ministero alla Verità, «richiede le competenze di diverse amministrazioni e naturalmente della presidenza del consiglio. Quindi non c’è stato alcun commissariamento o dimezzamento del ruolo del Mit per l’iter approvativo. Al contrario abbiamo deciso, nel pieno rispetto dei diversi ruoli, un rafforzamento delle autorità coinvolte per consolidare il dialogo già attivo con l’Europa». Non solo. Perché viene chiarito che l’unione di intenti e di sforzi è necessario per ottenere il placet della Corte dei Conti. Come? Su molti aspetti evidenziati dai magistrati contabili i tecnici del ministero sono solertemente al lavoro. In riferimento alla violazione della direttiva Ue Habitat (sulle aree protette), per esempio. Il Mit evidenzia che «l’Unione si era già espressa lo scorso ottobre, per tramite della commissaria Ue all’Ambiente Jessika Roswall, dichiarando la conformità del progetto alla direttiva e alle norme ambientali comunitarie». La contestazione poi si estende alla direttiva europea sugli appalti: secondo la Corte il rapporto contrattuale originario del progetto del Ponte ha subito mutamenti «sostanziali» tali da richiedere una nuova procedura. E sul punto il ministero chiarisce che le ragioni di ministero e contraente «saranno ulteriormente argomentati per spiegare il mancato superamento della soglia del 50% del contratto aggiornato». «Il Ponte si farà», rassicurava anche ieri in audizione il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, rispondendo alle critiche di Angelo Bonelli (Avs) e Sergio Costa (M5s) che chiedevano conto della legittimità della delibera Cipess bocciata dalla Corte. Rivelando poi che in caso di blocco dei lavori, la penale a carico dello Stato sarà del 4% dell’importo non eseguito, esattamente la metà rispetto all’8% previsto dal codice degli appalti. «Capriccio personale? Al contrario», ha spiegato il leader della Lega, «è un’opera che serve all’Italia, perché porterà sviluppo, lavoro e meno inquinamento».
La sede della Banca d'Italia a Roma (Imagoeconomica)
Con Gianni Tessari, presidente del Consorzio Lessini Durello, esploriamo la storia di una grande eccellenza italiana apprezzata nel mondo.