2019-12-26
Appena il 15% delle aziende italiane si assicura contro alluvioni e sisma
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La media delle imprese che di difende da eventi che non sono gli incendi è molto bassa. Al contrario, il settore agricolo che è uno dei più colpiti dalle catastrofi (da solo subisce il 25% dei danni) vede aumentare il numero di polizze del 5% in un anno. L'esperto di Cattolica Enzo Pracucci: «Strumenti ad hoc per vigne e allevamenti».Il comparto primario si protegge più degli altri: contratti per oltre 7 miliardi di euro.Lo speciale contiene due articoli.Tutelare agricoltori e piccoli proprietari dai danni provocati da grandine e incendi: con questa missione è nata, nel 1896, Cattolica assicurazioni. E anche adesso, a distanza di oltre un secolo, la compagnia conferma la sua vocazione e dedica un'ampia offerta di prodotti alla protezione degli agricoltori e delle imprese agricole.Il settore presenta interessanti margini di crescita. Come rivela il report 2019 dell'Ania Allontaniamo i rischi, rimaniamo protetti, nonostante quasi l'80% delle abitazioni sia esposto a un rischio significativo di calamità naturali, solo poco più del 3% è protetto da una polizza contro questi eventi. Va decisamente meglio se si considerano le imprese: quasi il 90% possiede una copertura contro il rischio di incendio e circa il 15% è anche protetto da almeno uno dei rischi tra terremoto e alluvione. Incendi e calamità naturali sono un serio problema nel nostro Paese. Ogni giorno in media si denunciano circa 600 roghi e 1.000 eventi legati ai danni da grandine. L'Italia è anche un Paese a forte rischio sismico, con i terremoti che hanno gravi ripercussioni anche sul tessuto economico e produttivo: secondo i dati della ricerca Sigma di Swissre, il più disastroso è stato il terremoto dell'Irpinia nel 1980, con una stima di 36 miliardi di dollari di danni. Segue in classifica il sisma del 2012 in Emilia Romagna, con un danno stimato di 18 miliardi di dollari, mentre al terzo posto c'è il terremoto del 1976 in Friuli, con danni per 15 miliardi.E le aziende del settore agricolo sono tra le realtà più colpite da eventi meteorologici estremi: i danni di incendi, alluvioni, siccità e altre catastrofi naturali secondo Ismea nel 25% dei casi colpiscono proprio il settore agricolo, una percentuale che sale all'80% in caso di siccità. Tanto che nel 2018 il mercato delle polizze agricole agevolate è cresciuto del 5%, con 7,78 miliardi di capitale assicurato. Per gli agricoltori Cattolica mette a disposizione una linea di business dedicata articolata in unità specializzate. Tra le innovazioni sviluppate da Cattolica troviamo ad esempio gli strumenti per creare immagini satellitari rielaborate, che vengono utilizzate dai periti per monitorare gli indici di salute delle colture erbacee e per individuare i campioni da periziare.«Sappiamo bene che ogni azienda quotidianamente è esposta a rischi specifici legati alla propria attività produttiva ed è per questo che abbiamo elaborato una soluzione flessibile dedicata alle principali filiere», spiega Enzo Pracucci, responsabile della linea di business agricoltura di Cattolica, «La polizza Agricola 360, personalizzabile in funzione della filiera produttiva, è la traduzione pratica della nostra filosofia di business, grazie a un'offerta che protegge l'agricoltore durante tutte le fasi del processo produttivo: dalla semina alla lavorazione, dalla raccolta alla trasformazione, dallo stoccaggio alla vendita del prodotto. La polizza offre copertura non solo per l'attività, ma anche per la vita privata e la famiglia dell'imprenditore agricolo, nella convinzione dell'importanza di una protezione globale». Una particolare attenzione viene rivolta a due importanti settori produttivi, quello zootecnico e quello vitivinicolo. Per quanto riguarda il primo, precisa Pracucci, «la polizza Cattolica&Agricoltura Arca di Noé è progettata per garantire gli allevamenti zootecnici contro tutti i rischi che un allevatore deve fronteggiare. Si pensi ai casi di malattie epizootiche del bestiame, una vera minaccia per l'economia di ogni impresa di settore, e agli obblighi normativi in materia di smaltimento delle carcasse. L'offerta di Cattolica prevede inoltre specifiche garanzie in caso di fermo stalla a seguito di ordinanza sanitaria, o di infortuni e malattie contratte dal bestiame durante la partecipazione a mostre, fiere o nel corso della stagione dell'alpeggio». Guardando al settore vitivinicolo, sono dedicati in particolare alle uve di pregio due prodotti lanciati la scorsa primavera: Uve di pregio-Amarone e Uve di pregio Etna Doc. «Si tratta di prodotti assicurativi nati “in vigna", grazie ai suggerimenti raccolti dai nostri clienti e rispondenti alle reali esigenze delle aziende vitivinicole specializzate», sottolinea Pracucci, «La polizza copre non solo i rischi legati ad avversità tradizionali che possono verificarsi nel corso del ciclo vegetativo della coltura, come la grandine, il gelo e la brina, l'eccesso di pioggia, ma rimborsa anche i maggiori costi sostenuti dall'agricoltore per la cura dei grappoli danneggiati prima che questi vengano avviati al processo di appassimento in fruttaio».Un tema di particolare interesse, infine, riguarda le coperture contro le avversità atmosferiche. «L'andamento climatico degli ultimi anni, particolarmente negativo specie nell'area nord del Paese, condiziona pesantemente il risultato economico delle attività agricole», nota Pracucci, «La corretta gestione dei rischi associati al clima risulta quindi un fattore determinante ai fini dell'esercizio profittevole di queste attività. Cattolica offre alla propria clientela una vasta gamma di coperture, dalle più tradizionali a quelle più innovative come le Index based. Si tratta di polizze che riconoscono un indennizzo a seguito di andamento climatico sfavorevole, identificato tramite uno scostamento, positivo o negativo, rispetto a un indice meteorologico».<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="True" data-href="https://www.laverita.info/appena-il-15-delle-aziende-italiane-si-assicura-contro-alluvioni-e-sisma-2641660285.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="la-copertura-del-settore-agricolo-vale-piu-di-7-miliardi" data-post-id="2641660285" data-published-at="1757970685" data-use-pagination="False"> La copertura del settore agricolo vale più di 7 miliardi Giphy Sempre più agricoltori italiani si assicurano contro gli eventi meteorologici estremi: incendi, alluvioni, siccità e altre catastrofi naturali sono infatti sempre più intensi e frequenti, anche a causa dei cambiamenti climatici, e il 25% dei danni colpisce proprio il settore agricolo, una percentuale che sale all'80% in caso di periodi prolungati di siccità.Per questi motivi, come rivela l'ultimo rapporto di Ismea (l'istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) gli agricoltori italiani decidono di ricorrere maggiormente alle nuove polizze multirischio, quelle che proteggono da vari tipi di eventi avversi. Nel 2018 il mercato delle polizze agricole agevolate - dedicate alla gestione dei rischi aziendali del settore agricolo, che godono di particolari condizioni - è cresciuto del 5%, con 7,78 miliardi di capitale assicurato, una cifra che rappresenta il secondo massimo storico assoluto, inferiore solo ai 7,92 miliardi del 2014. Nel comparto delle colture l'ammontare complessivo dei premi è cresciuto del 30%, per un totale di oltre 453 milioni di euro: un fenomeno dovuto ai forti aumenti dei costi assicurativi. Lo scorso anno i premi pagati dagli agricoltori sono infatti rincarati in media dal 6,7% all'8,1% del valore assicurato: questo perché nel 2017, un anno in cui si sono verificate «gravi avversità meteorologiche e climatiche», la spesa per risarcimenti è aumentata del 50% in un anno. Nonostante questo, nel 2018 il ricorso alle polizze è cresciuto del 4,9%, per una platea di aziende agricole coinvolte pari a 77.000 unità, per un'area di 1,4 milioni di ettari, in aumento del 40% rispetto al 2017.A livello territoriale, l'aumento delle polizze si è registrato in tutte le aree del Paese, con una particolare evidenza nel Mezzogiorno, dove lo scorso anno il mercato delle polizze agricole agevolate è cresciuto di oltre il 20% rispetto al 2017. Il Sud Italia, isole comprese, resta però l'area del Paese con la più bassa incidenza assicurativa in ambito agricolo, pari al 7,7% del valore complessivo; nelle regioni del Centro la quota è del 9,3% e la parte del leone spetta al Nord, con l'83% del totale. Il Sud Italia è anche l'area in cui si è registrato nel 2018 il maggiore incremento del numero delle aziende assicurate, con una crescita annua del 31% dovuta principalmente «all'introduzione delle polizze a due rischi nel Piano assicurativo agricolo nazionale 2018».In generale, il rapporto rivela una maggiore attenzione degli agricoltori alle polizze multirischio, che coprono quasi tutti gli eventi assicurabili. Anche se «l'evento grandine, il più assicurato in agricoltura, si verifica con maggiore frequenza rispetto ad altri, i danni alle colture arrecati da avversità catastrofali, come gelo o siccità, risultano mediamente più intensi, seppure meno frequenti», spiega il report. Nel 2017 proprio l'intensità di questi eventi ha portato a un loss-ratio, il rapporto tra i premi incassati dalle compagnie di assicurazione e i sinistri pagati agli agricoltori, del 128%, un livello molto elevato e in forte crescita rispetto all'88% del 2016.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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