2024-07-27
Aperte le macroniadi mentre la Francia sprofonda nel caos
L’inquilino dell’Eliseo sognava di imporsi alla testa dell’Europa e di mandare i soldati in Ucraina: se continua di questo passo dovrà inviarli in banlieue e a presidiare i binari. Ha negato i segnali d’allarme venuti dal Paese, adesso la realtà presenta il conto.Gabriel Attal non può dimettersi perché si è già dimesso dopo il disastro elettorale delle scorse settimane, rimanendo in carica solo per gli affari ordinari. Al suo posto però, dovrebbe fare le valigie colui che gran parte del caos in cui in queste ore si dibatte la Francia lo ha creato, contribuendo ad alimentare un clima di scontro e di incertezza. Sì, a doversi dimettere è l’uomo che inseguiva sogni di gloria e invece sta facendo precipitare il Paese in un incubo. Emmanuel Macron è il vero responsabile della situazione di instabilità in cui versano Parigi e dintorni. Lo so che di fronte a un atto terroristico, perché quello che abbiamo visto ieri è un attentato coordinato su più fronti, un vero e proprio attacco allo Stato, non bisogna cercare colpevoli, ma unirsi. E però non si può neppure far finta di nulla, soprattutto perché quello a cui stiamo assistendo è ciò che può accadere quando per lungo tempo si ignorano i segnali di malessere che provengono dal basso. Monsieur le president, pur avendo da anni perso il consenso del suo popolo, ha voluto tirare diritto come se nulla fosse. I sondaggi lo davano al minimo storico e in Parlamento non aveva più la maggioranza. Ma nonostante tutto, Macron ha voluto andare avanti, attuando un programma che gli elettori contestavano in modo risoluto. Invece di cambiare rotta, di accorgersi che qualche cosa non funzionava, il presidente francese si è intestardito, pensando di poter fare ciò che voleva, magari anche promettere di inviare soldati francesi a combattere in Ucraina. Risultato, dopo due anni di giochi di prestigio e di maggioranze variabili, la Francia è arrivata al capolinea, con una situazione economica sempre più complicata e senza un governo.Già, perché è questo ciò che ha ottenuto l’uomo che credeva di essere il nuovo Napoleone: un bilancio che richiede misure coraggiose per rimettere in sesto il Paese e un esecutivo che non c’è, perché pur di sbarrare la strada al Rassemblement national, cioè alla destra di Marine Le Pen, Macron ha sollecitato la desistenza fra partiti nemici. Una grande ammucchiata tra moderati e sinistra estrema per far perdere il candidato di Rn Jordan Bardella. Al secondo turno, in molti collegi gli uomini di Macron si sono ritirati per lasciare spazio ad alcuni estremisti di sinistra, mentre in altri sono stati questi ultimi a cedere il passo agli uomini di Renaissance. Così si è ottenuto un Parlamento che somiglia a una maionese impazzita, dove il partito maggiore è quello di Le Pen, che però non ha i numeri per governare. Ma anche i macroniani non possono farlo e l’alleanza con la sinistra, che l’inquilino dell’Eliseo avrebbe voluto tenere a battesimo, non vede la luce per il semplice motivo che una parte del Nouveau Front populaire è guidata da Jean-Luc Mélenchon, un ultra radicale che in Francia ha messo insieme i no global duri e puri con gli islamici. Il fondatore di France Insoumise vorrebbe essere il nuovo premier, ma se ciò accadesse avremmo un Paese europeo in mano all’estremismo ambientalista e agli integralisti musulmani, oltre che alla sinistra più estrema. Un’impasse che al momento non ha soluzione, al punto che a Macron è venuta la brillante idea di imitare l’Italia e di affidarsi a un governo tecnico, che altro non vorrebbe dire se non fottersene ancora di più della volontà degli elettori, che poche settimane fa hanno votato in massa per Le Pen, facendo arrivare il Rassemblement national al 37 per cento. Vi chiedete che cosa c’entrino le trame politiche con quello che è successo ieri? C’entrano molto, perché se c’è un presidente che continua a ignorare il tema della sicurezza, e finge di non vedere che intere aree metropolitane sono fuori controllo dello Stato, con un clima che si sta incanagliendo anche grazie a lui, poi può succedere che qualcuno si organizzi, dando vita a bande terroristiche che alla vigilia di un evento importante, che dovrebbe celebrare la grandeur della Francia e dunque del suo presidente, provano a mettere in ginocchio il Paese, dimostrandone la fragilità e l’instabilità. Sabotare le linee dell’alta velocità è un’operazione criminale, che però richiede una capacità quasi militare. E lo Stato dov’è? Dov’è l’uomo che dopo l’uscita di scena di Angela Merkel sognava di prenderne il posto alla guida dell’Europa, accreditandosi come leader internazionale. Sì, Macron si immaginava uomo forte e per questo sollecitava l’Europa a mandare le truppe in Ucraina. Purtroppo per lui, e per i francesi, le truppe rischia di doverle inviare nelle banlieue e in difesa delle tratte ferroviarie. Altro che mandare i soldati a combattere all’estero per una guerra già persa. Se non se ne andrà in fretta, Micron dovrà impiegarli per evitare che i suoi errori gli portino la guerra in casa.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.