2025-08-16
L’antenna cinese spunta vicino ad Airbus: Parigi indaga su Emposat. E l’Europa alza il livello d’allerta
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Un’inchiesta per spionaggio scuote la Francia. In Repubblica Ceca un impianto già installato è stato bloccato. Allerta crescente in Europa sulle stazioni satellitari cinesi: reti globali, finanziamenti statali e legami con l’Esercito Popolare di Liberazione.Un’antenna per telecomunicazioni spuntata a pochi passi dai siti ultra-sensibili di Airbus Defence and Space a Tolosa, nel sud-ovest della Francia. Una misteriosa sparizione di un satellite Airbus, venduto all’Azerbaigian. E un’azienda cinese, Emposat, formalmente privata ma strettamente legata al governo cinese e all’esercito di Pechino. Sono questi gli elementi al centro di una delicata inchiesta per spionaggio aperta dalla procura di Saint-Gaudens e rivelata lo scorso giugno dalla rivista specializzata Intelligence Online.Il caso – che coinvolge la filiale francese dell’azienda, SATHD Europe – è ora sotto stretta osservazione da parte dei servizi d’intelligence francesi. Le autorità sospettano che l’antenna sia stata installata senza le dovute autorizzazioni e potesse essere impiegata per intercettare segnali provenienti da satelliti francesi, o addirittura per interferire con i sistemi spaziali europei. Secondo Intelligence Online, rivista considerata vicina ai servizi segreti transalpini, l’impianto si troverebbe in un’area critica, vicinissima ai centri operativi di Airbus e alle sue infrastrutture di controllo satellitare. A rendere ancora più inquietante il quadro è un altro episodio: la scomparsa nel marzo 2023 di un satellite Airbus fornito all’Azerbaigian, un Paese che intrattiene stretti legami sia con la Francia che con la Cina nel settore spaziale. Le autorità francesi non escludono un possibile collegamento tra l’installazione dell’antenna e questo evento ancora senza spiegazioni. L’ipotesi che circola in ambienti riservati è che le tecnologie di Emposat – ufficialmente usate per il tracking e il controllo dei satelliti – possano essere state utilizzate per intercettare o disturbare i segnali del satellite scomparso. Fondata a Pechino nel 2016, Emposat è cresciuta nell’onda della liberalizzazione del settore spaziale cinese. Pur presentandosi come attore privato, è in realtà parte integrante dell’ecosistema governativo-civile-militare che ruota attorno alla China Aerospace Science and Technology Corporation (CASC), il colosso statale dell’aerospazio. Tutto il vertice aziendale proviene da ambienti governativi: il fondatore e CEO Wei Dong (noto anche come Richard Zhao), il presidente Lei Zhao, il capo scienziato Tang Ge-shi, sono tutti ex funzionari o dirigenti di programmi pubblici cinesi.La società gestisce oltre 60 stazioni terrestri per comunicazioni satellitari sparse nel mondo, sia direttamente sia tramite partnership locali. Offre servizi di telemetria, controllo missione e trasmissione dati. Dietro la facciata di attività civili, l’intelligence europea teme si nasconda una capacità di raccolta dati strategici, con possibili impieghi militari. Le antenne, spesso di grandi dimensioni (fino a 7,3 metri di diametro), sono progettate per massimizzare il tempo di contatto con i satelliti in orbita bassa e media – le più usate per applicazioni di osservazione e sorveglianza. Non è solo la Francia ad alzare il livello di guardia. A marzo 2025, la Repubblica Ceca è diventata il primo Paese europeo a bloccare formalmente un progetto di Emposat per ragioni di sicurezza nazionale. Il caso, riportato da Seznam Zprávy, riguarda un impianto già costruito nel villaggio di Vlkoš, nella regione della Moravia Meridionale. Il governo guidato da Petr Fiala ha respinto l’autorizzazione all’operatività della stazione, seguendo le raccomandazioni dell’agenzia di controspionaggio BIS.«La natura dell’impianto potrebbe comportare rischi significativi per la sicurezza nazionale», ha dichiarato il portavoce del ministero dell’Industria, Marek Vošahlík. La decisione è stata presa in una seduta riservata del Consiglio dei ministri. Anche se la stazione – dotata di un’antenna da 7,3 metri – era già fisicamente installata, Emposat ora sarà costretta a rimuoverla.Il sito era stato acquisito da una società ceca, Pekasat, che ha negato legami operativi o finanziari con Emposat. Tuttavia, secondo l’intelligence ceca, si trattava di un'operazione indiretta per aggirare i controlli previsti dalla legge del 2021 sul controllo degli investimenti stranieri. È il primo utilizzo concreto di quella normativa in Repubblica Ceca, modellata sul regolamento europeo in materia. Anche la Germania ha bloccato nel 2023 la completa acquisizione di una startup satellitare da parte di una società cinese, citando “implicazioni strategiche” e rischi per la sovranità tecnologica. L’Islanda e la Norvegia, dal canto loro, osservano con crescente attenzione la presenza cinese nelle regioni artiche: in particolare la base “Yellow River Station” a Ny-Ålesund, alle isole Svalbard, ufficialmente usata per ricerche scientifiche ma sospettata di avere capacità dual-use.Emposat, inoltre, ha installato antenne in Paesi africani come Kenya, Sudafrica e Marocco, mentre progetti simili sono in fase avanzata in Malesia, Filippine e Thailandia. In Argentina, è in discussione dal 2021 un controverso progetto di installazione di più antenne nel sud del Paese per il monitoraggio delle rotte antartiche, un’area di crescente interesse strategico per Pechino. Per ora, nessuna presenza accertata in Italia. Non risultano stazioni installate né collaborazioni ufficiali tra Emposat (o SATHD Europe) e attori italiani del settore spaziale, come l’Agenzia Spaziale Italiana, Telespazio o Thales Alenia Space Italia. Ma l’allerta cresce anche nel nostro Paese, dove gli organi di sicurezza stanno monitorando con attenzione gli sviluppi.La crescente penetrazione cinese in infrastrutture satellitari è vista come un rischio strategico, non solo per il controllo dei dati, ma per la possibilità di operazioni di intelligence coperte da scopi commerciali o scientifici. Il caso Emposat rappresenta il punto di convergenza tra geopolitica, tecnologia e sicurezza, in un’area – lo spazio – diventata ormai terreno di confronto globale. Le antenne satellitari sono oggi strumenti chiave per le comunicazioni, il controllo delle orbite e la raccolta di informazioni. Chi le possiede può vedere, ascoltare e agire.Mentre le potenze mondiali si contendono orbite, frequenze e controllo tecnologico, l’Europa è chiamata a difendere la propria autonomia strategica, anche nello spazio. E i segnali d’allarme, come dimostra il caso francese, suonano sempre più vicini.
Diego Fusaro (Imagoeconomica)