2020-03-01
Ankara non è mai stata così isolata. La sua debolezza può tornarci utile
Bisogna riportarla sull'asse occidentale in chiave anti russa. E poi sostituire il sultano.La Turchia è in grave difficoltà. La sua penetrazione in Siria a difesa delle formazioni anti Assad arroccate nell'enclave di Idlib è contrastata militarmente dalla Russia che, con l'Iran, sostiene il regime di Bashar al Assad stesso e la sua azione di riconquista del territorio. I regimi arabi sunniti che sono ostili al regime siriano filo sciita e che Ankara pensava potessero aiutare i ribelli anti Assad hanno segnalato non solo che non lo faranno, ma anche ostilità all'espansionismo turco verso la Libia a difesa delle sette dei «fratelli musulmani» che sono in guerra civile, entro l'islam sunnita, con i regimi filo-sauditi. La pretesa di Erdogan, poi, di avere un diritto esclusivo di sfruttamento economico del Mediterraneo orientale interferisce con gli interessi di Egitto, Israele, Cipro e Grecia e, in generale dell'Ue. Va anche annotato che la Turchia ha peggiorato le relazioni con la Cina per difendere i musulmani autonomisti che abitano la Cina nordoccidentale perseguitati (è uno sterminio) da Pechino. In sintesi, la Turchia, Qatar a parte, è isolata politicamente e a rischio di grave sconfitta su tutti i fronti dove sta tentando una proiezione di potenza. Per questo ha chiesto aiuto alla Nato, di cui è parte formale, ma da tempo non più sostanziale, creando sorpresa. E ha chiesto aiuto ad Angela Merkel, anche per mediare con la Russia, usando il ricatto di lasciar filtrare verso i confini dell'Ue milioni di migranti siriani. Queste mosse indicano un furbastro provincialismo strategico e diplomatico. Ma vanno considerate per la loro possibilità di creare una nuova opportunità strategica: mettere in divergenza Russia e Turchia, recuperando all'alleanza occidentale la seconda e grazie a questo limitare l'influenza della Russia stessa, e indirettamente dell'Iran, nella regione mediterranea nonché l'espansionismo turco in generale, condizionando Erdogan e alla fine domandolo e creando le condizioni per una sua sconfitta elettorale. L'analisi emotiva tende ad antipatizzare la Turchia a conduzione Erdogan. Ma quella fredda mostra che la Turchia è nazione chiave per l'influenza sull'Asia centrale e rilevante per il controllo dell'Iran e il contenimento dell'espansione russa. Infatti l'America ha reagito con aperture preliminari, pur non con ingaggio, alla richiesta turca di aiuto sia bilaterale sia in sede Nato. Erdogan vuole che venga istituita un'area di non sorvolo nell'area di Idlib tutelata dalla Nato nonché un cessate il fuoco, con la scusa umanitaria, cioè bloccare l'offensiva siriana sostenuta dall'aviazione russa, ma senza arrivare ad un conflitto armato tra Ankara e Mosca. Anche Mosca, in realtà, vuole evitarlo, ma non può permettere che la Turchia impedisca la piena riconquista da parte di Assad della Siria, luogo di (costoso) presidio russo da cui esercitare influenza in tutta la regione. I due hanno un accordo di collaborazione su alcune materie che però li lascia liberi di divergere su altre. La questione di Idlib e l'uccisione di soldati turchi da parte di piloti russi travestiti da siriani ha creato una frattura nell'accordo, rendendo difficile la consultazione compositiva, motivo per cui Erdogan ha voluto mostrare a Mosca che potrebbe rivolgersi alla Nato e ricattare l'Ue, cioè che ha alleati forti o forzati ad esserlo. Direi che ora la priorità è non umiliare l'esercito turco perché nel futuro su questo potrà ruotare il ripristino della democrazia in Turchia e la sconfitta di Erdogan. E nemmeno la popolazione turca, che al 50% è contro Erdogan, umore crescente, ma molto influenzato dal nazionalismo. Pertanto suggerisco di concedere alla Turchia una via d'uscita dandole un supporto Nato prudentemente anti russo, calibrato in forma dinamica in base ai segnali di riconvergenza con l'Occidente e gli europei. Per esempio, rinuncia alla zona esclusiva di sfruttamento marino in cambio di un qualche spazio, ma concordato con Grecia e Cipro. Rinuncia all'azione armata in Libia in cambio di un ingaggio dell'Occidente per un'azione umanitaria che blocchi l'offensiva russo-siriana a Idlib e che attivi un presidio di tutela della popolazione, per esempio caschi blu, ma integrato da una capacità di eliminazione dei gruppi Al Qaeda e Isis lì rifugiati, concordandola con la Siria, anche offrendole un riconoscimento formale e un aiuto per la ricostruzione, però condizionato alla riduzione della presenza russa e iraniana sul suo territorio: cioè tentare di prendere due piccioni con una fava. Non imporre alla Turchia una rottura con la Russia in cambio del suo salvataggio, ma solo chiederle di restringere il raggio delle collaborazioni: basterà. Vladimir Putin reagirà? È debole per l'economia in collasso e relativi dissensi interni e quindi il suo istinto strategico di usare la forza e la minaccia, perché altro non ha, potrà essere limitato da qualche rilassamento delle sanzioni. Si lasci pure Merkel mediare. Ma Italia, Francia (in questo caso è utile una collaborazione) e America si accordino per guidare il vero negoziato con la Turchia. L'unica imposizione a Erdogan, motivabile come requisito di consenso nelle democrazie per aiutarlo, è il rispetto della libertà di stampa: ciò aiuterà la sua sconfitta ed il futuro ritorno della Turchia nell'area occidentale, obiettivo di interesse nazionale italiano, per la sicurezza e l'export. www.carlopelanda.com
Ecco #DimmiLaVerità del 31 ottobre 2025. Ospite il senatore di FdI Guido Castelli. L'argomento del giorno è: " I dettagli della ricostruzione post terremoto in Italia Centrale"
Foto Pluralia
La XVIII edizione del Forum Economico Eurasiatico di Verona si terrà il 30 e 31 ottobre 2025 al Çırağan Palace di Istanbul. Tema: «Nuova energia per nuove realtà economiche». Attesi relatori internazionali per rafforzare la cooperazione tra Europa ed Eurasia.
Il Forum Economico Eurasiatico di Verona si sposta quest’anno a Istanbul, dove il 30 e 31 ottobre 2025 si terrà la sua diciottesima edizione al Çırağan Palace. L’evento, promosso dall’Associazione Conoscere Eurasia in collaborazione con la Roscongress Foundation, avrà come tema Nuova energia per nuove realtà economiche e riunirà rappresentanti del mondo politico, economico e imprenditoriale da decine di Paesi.
Dopo quattordici edizioni a Verona e tre tappe internazionali — a Baku, Samarcanda e Ras al-Khaimah — il Forum prosegue il suo percorso itinerante, scegliendo la Turchia come nuova sede di confronto tra Europa e spazio eurasiatico. L’obiettivo è favorire il dialogo e le opportunità di business in un contesto geopolitico sempre più complesso, rafforzando la cooperazione tra Occidente e Grande Eurasia.
Tra le novità di questa edizione, un’area collettiva dedicata alle imprese, pensata come piattaforma di incontro tra aziende italiane, turche e russe. Lo spazio offrirà l’occasione di presentare progetti, valorizzare il made in Italy, il made in Turkey e il made in Russia, e creare nuove partnership strategiche.
La Turchia, ponte tra Est e Ovest
Con un PIL di circa 1.320 miliardi di dollari nel 2024 e una crescita stimata al +3,1% nel 2025, la Turchia è oggi la 17ª economia mondiale e membro del G20 e dell’OCSE. Il Paese ha acquisito un ruolo crescente nella sicurezza e nell’economia globale, anche grazie alla sua industria della difesa e alla posizione strategica nel Mar Nero.
I rapporti con l’Italia restano solidi: nel 2024 l’interscambio commerciale tra i due Paesi ha toccato 29,7 miliardi di euro, con un saldo positivo per l’Italia di oltre 5,5 miliardi. L’Italia è il quarto mercato di destinazione per l’export turco e il decimo mercato di sbocco per quello italiano, con oltre 430 imprese italiane già attive in Turchia.
Nove sessioni per raccontare la nuova economia globale
Il programma del Forum si aprirà con una sessione dedicata al ruolo della Turchia nell’economia mondiale e proseguirà con nove panel tematici: energia e sostenibilità, cambiamento globale, rilancio del manifatturiero, trasporti e logistica, turismo, finanza e innovazione digitale, produzione alimentare e crescita sostenibile.
I lavori si svolgeranno in italiano, inglese, russo e turco, con partecipazione gratuita previa registrazione su forumverona.com, dove sarà disponibile anche la diretta streaming. Il percorso di avvicinamento all’evento sarà raccontato dal magazine Pluralia.
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