2020-04-02
Animali a spasso, i figli no: tutti contro il Viminale
La circolare sulle passeggiate scatena le Regioni. Vincenzo De Luca: «Restino i divieti».Per ora a camminare sono state solo le polemiche. Quelle dure, sferzanti, che vedono contrapposti i governatori delle Regioni italiane - ma anche tanti sindaci di Comuni piccoli e grandi - al ministero dell'Interno dopo la circolare-beffa di due giorni fa che autorizzerebbe genitori e figli minorenni a uscire di casa per una boccata d'aria. Il primo colpo di cannone l'ha sparato il governatore campano, Vincenzo De Luca, che, quasi immediatamente, ha replicato al ministro Luciana Lamorgese: «In Campania è assolutamente vietato uscire per strada, al di là dei casi consentiti». E, per essere ancor più chiaro, ha attaccato: «Le ordinanze hanno valore di norma obbligatoria. Le circolari interpretative assolutamente no». Posizione a cui si è uniformato il collega lombardo, Attilio Fontana. «Ho avuto ieri un colloquio con il ministro Lamorgese», ha detto il presidente della Regione spiegando che «si è trattato forse di un equivoco». Dunque, in definitiva: «Vale la nostra ordinanza». Anche Alberto Cirio, presidente del Piemonte, ha stigmatizzato l'improvvida uscita del dicastero retto dall'ex prefetto di Milano. «Continuiamo con la linea del rigore e continuiamo a restare a casa. Nessun allentamento delle misure di contenimento in Piemonte». Ragion per cui «nella nostra regione continuano a valere le regole più restrittive. Bisogna continuare a stare a casa». Diretto e senza fronzoli pure il commento del governatore siciliano, Nello Musumeci. «La nuova circolare del ministero dell'Interno in Sicilia non si applica», ha puntualizzato. «Io ho l'impressione che in Sicilia si sia perso il punto di riferimento, nel senso che siamo tutti convinti che il peggio sia già passato e quindi possiamo permetterci anche qualche lusso. Non è così. Non lasciamoci condizionare dalle notizie che arrivano dal Nord», ha aggiunto. Il presidente della Regione si è rammaricato, inoltre, di vedere «molta gente in giro, soprattutto nei grandi centri». Un comportamento «irresponsabile». Ecco perché «continuo a seguire la linea del rigore e della fermezza. Mi dispiace». Posizione analoga a quella dell'avversario di sempre, il sindaco di Palermo e presidente dell'Anci Sicilia, Leoluca Orlando, che ha ribadito: «Riteniamo sia indispensabile mantenere il divieto assoluto per spostamenti che non siano per motivi di salute, per lavoro o per estrema necessità». Sulla medesima lunghezza d'onda, come detto, anche numerose amministrazioni comunali di diverso orientamento politico. Hanno rigettato la circolazione del ministero dell'Interno le città di Piacenza, Cagliari, Verona, Viareggio, Sassari, Alzano Lombardo e Rimini. Al di là del cortocircuito normativo, resta però la domanda: che cosa fare, quindi, per trovare una sintesi tra gli obblighi sanitari e il diritto allo sviluppo dei minori? «Salviamo i bambini. La passeggiata è necessaria al loro processo di crescita, non è qualcosa che può esserci o no», è l'appello non a caso di Giovanna Perricone, presidente della Società italiana di psicologia pediatrica. «Poter uscire di casa e camminare all'aria aperta serve a garantire la salute fisica e mentale». Le stesse Regioni che oggi vietano le passeggiate con i figli sono infatti le stesse che tollerano le uscite con i cani o per andare a comprare le sigarette dal tabaccaio. In serata arriva l'ennesima pezza peggiore del buco di Conte: «Niente passeggiate, è consentito solo se devono accompagnare genitori a fare la spesa».
Il laboratorio della storica Moleria Locchi. Nel riquadro, Niccolò Ricci, ceo di Stefano Ricci
Il regista Stefano Sollima (Ansa)
Robert F.Kennedy Jr. durante l'udienza del 4 settembre al Senato degli Stati Uniti (Ansa)