2025-09-06
Kennedy annienta i sierofanatici. Vance gli fa eco, Big Pharma al palo
Robert F.Kennedy Jr. durante l'udienza del 4 settembre al Senato degli Stati Uniti (Ansa)
Il segretario alla Salute è stato bersagliato dai dem in Aula, ma con le sue repliche ha messo tutti a tacere. Il vice di Trump: «Mutilate i bambini per arricchire le case farmaceutiche. Siete pieni di m... e lo san tutti».Padre Pompei è stato sospeso a divinis dal vescovo di Latina, che gli aveva intimato di non pubblicare più video su Internet. La replica: «Io seguo il vero magistero».Lo speciale contiene due articoli.«Quando vedo tutti questi senatori che fanno la predica a Kennedy e cercano di incastrarlo, l’unica cosa che mi viene da pensare è: voi tutti sostenete terapie ormonali off-label, non testate e con effetti irreversibili sui bambini, mutilandoli per arricchire le grandi case farmaceutiche. Siete pieni di merda e lo sanno tutti». Non l’ha toccata piano, il vice presidente degli Stati Uniti JD Vance, commentando l’audizione del ministro della salute Usa, Robert F. Kennedy, alla commissione finanze del Senato americano che si è tenuta giovedì sera. Un fuoco di fila di tre ore di domande insidiose, alle quali Kennedy ha risposto con particolare verve ed efficacia: la sua performance ha ufficialmente dato il colpo di grazia a Big Pharma, al punto che perfino la Cnn, che certo non nutre simpatie per i Repubblicani, ha dovuto ammettere che il nipote di Jfk è il ministro più popolare e con il maggiore gradimento da parte dell’opinione pubblica di tutto il gabinetto di Donald Trump: ogni speranza, da parte dei democratici, di farlo dimettere è destinata a fallire.L’audizione era stata schedulata da tempo, ma il caso ha voluto che avesse luogo proprio dopo le ultime settimane durante le quali Kennedy come un caterpillar ha decapitato, come promesso, la cupola sanitaria Usa. Ha cominciato a giugno licenziando i 17 esperti dei Cdc, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Stati Uniti; ad agosto ha dirottato i 500 milioni di dollari di finanziamenti inizialmente destinati ai vaccini a mRna (Pfizer e Moderna) verso piattaforme vaccinali ritenute più sicure; a fine agosto ha revocato l’autorizzazione all’uso di emergenza dei vaccini anticovid per i bambini di età inferiore ai 5 anni, lasciandoli disponibili, di fatto, soltanto per gli over 65 con patologie. Infine, ha licenziato dall’oggi al domani la direttrice dei Cdc Susan Monarez.L’audizione si è presto trasformata in una vera e propria masterclass di Kennedy quando il ministro, rispondendo alla senatrice democratica Elizabeth Warren che lo accusava di «privare la popolazione dei vaccini anticovid», le ha ricordato gli 855.000 dollari che l’esponente Dem ha percepito come sovvenzioni dalle case farmaceutiche. Ed è stato allora che il senatore indipendente Bernie Sanders, vecchia volpe della politica statunitense, ha commesso un errore fatale: ha lasciato intendere che quasi tutti i politici percepiscono finanziamenti dall’industria farmaceutica, come se l’assunto in qualche modo giustificasse Warren, lui stesso e i suoi colleghi. Ha avuto gioco facile, Kennedy, a replicare, motivando i licenziamenti in massa ai Cdc: «Stamattina ho ricevuto gli ultimi dati: il 76,4% degli americani soffre di una malattia cronica. È sbalorditivo. Quando mio zio era presidente, era l’11%. Nel 1950, era il 3%. Ecco perché abbiamo dovuto licenziare il personale dei Cdc: non hanno fatto il loro lavoro. Il loro lavoro consisteva nel tenerci in buona salute. Devo licenziare queste persone per assicurarmi che ciò non accada di nuovo».Molto acceso lo scontro di Kennedy con il senatore del Colorado Michael Bennett: «Lei non si è mai lamentato quando le aziende farmaceutiche testavano i loro prodotti senza alcun test di sicurezza». «Lei dice bugie», ha replicato Bennett. «Sta dicendo, senatore, che il vaccino mRna non è mai stato associato alla miocardite o alla pericardite negli adolescenti?». Bennet ha provato a replicare sviando il discorso ma Kennedy lo ha messo nell’angolo: «Lei sta evadendo la domanda. Gli americani meritano la verità, ed è ciò che daremo loro per la prima volta nella storia di questa agenzia».A dare manforte a Kennedy nel corso dell’audizione è intervenuto il senatore repubblicano Ron Johnson, invitando il ministro della salute Usa a spiegare il contesto della presa di potere delle agenzie sanitarie Usa da parte dell’industria farmaceutica (e anche alimentare). «Nel 2002», ha spiegato Kennedy, «i Cdc hanno condotto uno studio interno sui vaccini anti morbillo. I dati dimostravano che i ragazzi vaccinati avevano il 260% di probabilità in più di ricevere una diagnosi di autismo rispetto agli altri. La cosa grave», ha denunciato Kennedy», è che il dottor William Thompson, scienziato senior per la sicurezza dei vaccini presso il Cdc, ha ricevuto l’ordine dal suo capo, Frank Destefano, di distruggere quei dati».«L’intera copertura Covid», ha concluso Kennedy, «è stata politicizzata. Ci hanno mentito sull’immunità naturale. Ci è stato ripetuto più volte che i vaccini avrebbero impedito la trasmissione, avrebbero prevenuto l’infezione, e non era vero. Hanno licenziato lo scienziato forse più autorevole del comitato vaccini, Martin Kulldorff dell’Università di Harvard, perché aveva criticato i richiami anticovid. Poi hanno fatto fuori i due massimi funzionari sanitari della Fda, la dottoressa Gruber e il dottor Krause, per aver rifiutato di inchinarsi all’ortodossia del vaccino anticovid. Ci hanno mentito su tutto».E se a dirlo è il ministro della salute americano nell’Aula del Senato, bisognerà che qualcuno, anche in Italia, cominci a dire la verità ai cittadini.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/kennedy-big-pharma-vaccino-2673966610.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="stop-al-don-tradizionalista-social" data-post-id="2673966610" data-published-at="1757150448" data-use-pagination="False"> Stop al don tradizionalista «social» Colpevole di aver fatto «la scelta forte di adesione assoluta al magistero certo e immutabile della Chiesa», predicando anche online «una dottrina solida, non la caricatura della fede». Don Leonardo Maria Pompei, 54 anni tra pochi giorni, è stato sospeso a divinis dall’ufficio di parroco di Santa Maria Assunta in Cielo a Sermoneta (Latina), con decisione presa dal vescovo di Latina, Terracina, Sezze e Priverno, Mariano Crociata. Il monsignore aveva imposto al sacerdote di sospendere qualunque tipo di attività sui social media «sotto pena di sospensione», invece il sacerdote ha trasmesso su Youtube un lungo video nel quale spiega il perché delle sue dimissioni.La mossa del vescovo segue infatti la comunicazione di Pompei di diventare prete tradizionalista e lasciare la parrocchia «dopo un anno di grande tormento e di preghiera per la scelta che dovevo compiere». Il decreto firmato da monsignor Crociata è molto duro: «Qualunque atto di governo dovesse essere posto dal presbitero in parola è da ritenersi invalido», e al reverendo «è chiesto di non presentarsi pubblicamente come sacerdote». Il vescovo nel frattempo ha affidato la cura pastorale della comunità di Santa Maria Assunta in Cielo a don Giovanni Castagnoli, in qualità di amministratore parrocchiale.Ieri sera l’ormai ex parroco ha salutato i suoi fedeli in un’altra diretta, ringraziandoli per i tanti messaggi, per la solidarietà manifestata. «Non avrei voluto diventare un caso di Stato, sono loro che hanno voluto creare questo pandemonio», aveva commentato poche ore prima con la Verità don Pompei, spiegando che non vuole «scendere in alterco con alcune persone», riferendosi chiaramente al suo vescovo. «È materia incandescente e delicata, nel mio video ho già detto tutto», ha poi aggiunto.«Una sofferta ma inevitabile scelta di vita», il filmato trasmesso in streaming il 3 settembre e che tanto ha indignato la Curia, dopo l’invocazione in latino allo Spirito Santo e alla Vergine Maria, racconta in 76 minuti gli entusiasmi e le delusioni di un sacerdozio molto amato, scelto rinunciando all’amore «casto» per una donna e alla carriera di avvocato che Leonardo aveva intrapreso.«Sentii la vocazione a essere un apostolo dopo la morte di un carissimo amico. Volevo essere uno che aiuta, con la predicazione, a incontrare la fede vera. La mia attività sui social è finalizzata a diffondere la dottrina cattolica di sempre, a gloria di Dio e per la salvezza delle anime», sottolinea Pompei.Con gli studi teologici, ho fatto «una overdose del magistero della Chiesa e ho cominciato a vedere storture non indifferenti», dichiara. Soffre profondamente le scelte moderniste. «Questa è la magna quaestio: cos’è il modernismo e come, quando e perché è entrato a devastare la santa Chiesa sposa di Cristo», postava ieri su X.Dichiara di sentire «una coltellata nel cuore» nel dovere dare l’eucarestia in mano, e non nella bocca del fedele. I suoi parrocchiani o lo amano, o fuggono spaventati da tanto rigore. «Durante il Covid non dormivo la notte, per lo strazio di dare l’ostia con la mano cosparsa di igienizzante. Per fortuna una signora mi ha cucito un guanto di lino, lo lavava in acqua santa e stirava ogni giorno perché non avessi problemi con il vescovo», racconta.Don Leonardo, fortemente critico con la svolta impressa da Bergoglio, sostiene di vivere «in una Chiesa che non c’è più dopo il Concilio Vaticano II». Lo accusano di dire cose che si distanziano dalla Dottrina cattolica. «Non accettano il mio modo di fare sacerdozio e mi restavano poche scelte: finire in monastero a pregare e a fare penitenza, lasciare, oppure abbraccio il movimento tradizionale cattolico ed è quello che farò. Eserciterò il ministero con una croce pesantissima», annuncia, senza fornire dettagli sulle sue prossime mosse/adesioni.Ieri comunque su X è arrivato il commento dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, scomunicato per scisma: «Don Leonardo Maria Pompei è stato sospeso a divinis per voler fare ciò che tutti i sacerdoti hanno fatto per secoli».
Markus Soeder, presidente della Baviera e leader Csu (Getty Images)
Sergio Mattarella (Getty Images)
Il laboratorio della storica Moleria Locchi. Nel riquadro, Niccolò Ricci, ceo di Stefano Ricci