2025-09-22
Andrea Crippa: «In Italia troppo odio. La sinistra rifiuta di isolare i violenti»
Il leghista: «In Europa c’è un cordone sanitario contro le nostre idee. “Bella ciao” oggi è un inno di sopraffazione».«Abbiamo fatto una maglietta: c’è il volto di Charlie Kirk con la scritta “uno di noi”. Se fosse ancora vivo, avrebbe ricevuto la tessera della Lega». Andrea Crippa, reduce da Pontida, elenca le priorità del partito, in un momento di altissima tensione internazionale. «La violenza politica sta arrivando anche in Italia, e qualcuno anziché condannare resta nell’ambiguità e anzi tende a giustificare persino chi elimina fisicamente gli avversari politici: nel momento in cui bisognerebbe abbassare i toni, la sinistra non trova di meglio che soffiare sul fuoco». Responsabilità della sinistra istituzionale? «Sì, c’è una continuità tra una parte politica e gli odiatori. Lancino un messaggio di distensione. E prendano immediatamente le distanze dai Saviano e dagli altri intellettuali che quasi giustificano l’assassinio».Pontida rappresenta la storia della Lega, ma che significato ha avuto la kermesse quest’anno, vista la situazione globale?«Fino a due settimane volevamo dare la priorità ai temi della sicurezza e del lavoro, le tasse, le pensioni. L’assassinio di Charlie Kirk ha cambiato tutto, sia in termini di contenuti che di organizzazione. Perché la Lega è prima di tutto libertà. E la sua storia lo insegna».Tutto ha avuto un respiro più internazionale?«Abbiamo celebrato una Pontida del coraggio, dell’orgoglio e della libertà. C’è un cordone sanitario, soprattutto in Europa, contro chi professa alcune idee. È un fenomeno inquietante. Non solo è sbagliato, ma è pericoloso».Cosa vi ha colpito di più della questione Kirk?«Da Salvini a tutto il partito, siamo rimasti scossi. E ci sentiamo profondamente coinvolti. È stato ucciso un ragazzo della mia età, che portava avanti le nostre idee. E viveva nello stesso clima in cui viviamo noi leghisti da quindici anni a questa parte».Charlie Kirk portava avanti le vostre idee?«Parlava di politiche anti woke, contrasto all’immigrazione clandestina, promuoveva un futuro incentrato sulla famiglia. La paura è che il clima orrendo che si vive negli Usa possa in qualche modo trasferirsi in Italia. Spero che nessuno venga ammazzato per le sue idee, ma ci sono segnali preoccupanti».Avverte il rischio che la violenza politica si estenda anche in Italia?«Alla Camera qualche giorno fa è successo qualcosa di incredibile. Parlamentari del Pd sono andati verso i banchi del governo cercando di aggredirne gli esponenti, dopo l’approvazione della legge per la separazione delle carriere. I deputati 5 stelle hanno tentato, in maniera squadrista, di aggredire i colleghi del centrodestra, solo perché portano avanti idee diverse. Faccio una domanda provocatoria: se questa cosa l'avesse fatta il centrodestra, cosa sarebbe successo?».Quella bagarre a Montecitorio la autorizza a tracciare un parallelo con ciò che è accaduto negli Stati Uniti?«In un momento in cui bisognerebbe smorzare i toni, c’è una parte politica che fa il contrario. Ho visto opinionisti tv progressisti che non condannano l’omicidio Kirk».Opinionisti a parte, la sinistra istituzionale ha condannato l’assassinio di Charlie Kirk. Cosa pretendete di più?«Prendano le distanze dagli intellettuali e dai commentatori che quasi giustificano l’omicidio. Intanto noi a Pontida abbiamo fatto la nostra parte, dando voce a chi in Europa è stato silenziato».In che senso?«Abbiamo avuto ospiti che respirano il nostro stesso clima, qualcuno vuole metterli fuorigioco o fuorilegge. Per esempio, il francese Bardella, che con il Rassemblement National ha una leader, Marine Le Pen, esclusa dalla magistratura dalla corsa alle presidenziali. E siamo vicini all’ex presidente del Brasile Jair Bolsonaro, condannato a 27 anni per le sue idee. Ripeto: la Lega è sinonimo di libertà». Questi esempi rientrano nella battaglia per il «free speech»?«Siamo di fronte a un cordone sanitario, premeditato e attuato soprattutto dall’Unione europea, che colpisce quei partiti che esprimono opinioni diverse rispetto al mainstream».È stata rafforzata al terzo livello la scorta al presidente del Consiglio Meloni e ai ministri Salvini e Tajani, il quale ha dichiarato: «Non è un bel clima».«Vuol dire che il ministero degli Interni percepisce un livello di rischio molto alto. E in Italia, soprattutto quando si va in giro con Salvini, l’odio si percepisce. Dai collettivi, dai centri sociali, agli ambientalisti. Invocano violenza. Lo vogliono morto. Insomma dietro la finta democrazia si nasconde violenza».Bella Ciao non è più un canto di libertà, dopo la vicenda Kirk?«Era un inno alla libertà. Oggi è un inno alla violenza. E non solo perché il killer di Kirk l’aveva incisa sulle pallottole. È un fatto oggettivo: quella canzone è stata derubata da chi quotidianamente utilizza la violenza come arma politica».Il Parlamento europeo dovrebbe esprimersi sull’eventuale rischio violenza politica nel nostro continente?«Sì, ma sta accadendo esattamente il contrario. Faccio notare che il Parlamento europeo ha rifiutato di osservare il minuto di silenzio in memoria di Kirk. A oggi, quella istituzione non ha mai condannato quanto accaduto. Hanno negato a una vittima di violenza politica un momento di cordoglio. Avrebbe fatto la stessa cosa se fosse stato ucciso un politico di sinistra? Credo proprio di no».La Lega, a differenza di Fratelli d’Italia, sembra escludere la possibilità di sanzionare Israele per quanto sta accadendo a Gaza.«Le sanzioni non portano mai niente di buono, non sono uno strumento risolutivo. Vale per Israele come per la Russia. È chiaro che bisogna spingere per un percorso di pace, quando vedo le immagini di Gaza sono il primo a restare colpito. Allo stesso tempo, occorre ricordare che Israele è stato aggredito, e a Gaza regnano i tagliagole di Hamas. Senza tifare per l’una o l’altra parte, l’Occidente deve lavorare per una pace difficile, e l’Europa sta andando per la strada sbagliata».Cioè?«Mentre Trump e il Santo Padre predicano la pace, l’Ue parla solo di armi e di invio di truppe. Non è il messaggio giusto».Questa settimana il Parlamento europeo deve pronunciarsi sull’immunità di Ilaria Salis. «Se me la revocano, scatterà la vendetta di Budapest», ha detto l’eurodeputata. Come vi esprimerete?«Vedremo, se parliamo di immunità ricordo che Salvini è stato spedito a processo senza tanti complimenti. Secondo me è una vergogna che Salis sieda al Parlamento europeo, tutto qua. Non doveva essere candidata. È specializzata nell’occupazione illegale di case, è andata in Ungheria con un manganello nello zaino. Non è il tipo di persona che mi aspetto di trovare sui seggi di Strasburgo».Cosa sta succedendo nelle università italiane? A Pisa un blitz dei pro Pal interrompe le lezioni, a Torino viene sospeso un professore che elogia l’esercito israeliano.«Nelle università italiane, come in molte scuole, la libertà di pensiero e di parola non è garantita a tutti. Ci sono docenti che sono fuori linea, in minoranza, cui non viene consentito di parlare, e che vengono isolati ed estromessi. Lo ripeto: ognuno dev’essere libero di esprimere il proprio pensiero, e le idee si combattono con altre idee, non con gli atti di forza, le censure o i divieti. Pontida quest’anno è stato anche questo: l’esaltazione del confronto e della libertà».La sinistra politica ha delle responsabilità?«La sinistra ha delle responsabilità nel momento in cui si rifiuta di isolare i violenti. C’è una parte della sinistra, quella che ad esempio candida la Salis nelle liste di Avs, che resta in una posizione di ambiguità. Peggio: tra chi odia, occupa, commette reati e una precisa parte politica c’è un evidente continuità».
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