2019-06-26
Anche un politico Fdi tra gli arrestati delle ’ndrine in Emilia
A Piacenza finisce in manette Giuseppe Caruso, presidente del Consiglio comunale e funzionario delle Dogane. Giorgia Meloni lo espelle.Assicurava di avere molte amicizie e, secondo gli inquirenti, che ne hanno disposto l'arresto insieme ad altre 15 persone, faceva parte anche lui dei soggetti appartenenti alle cosche che, da tempo, operano in Emilia Romagna e che sono storicamente legate ai Grande Aracri di Cutro. Già oggetto, almeno in parte, del processo Aemilia. Giuseppe Caruso, attuale presidente del Consiglio comunale di Piacenza espressione di Fratelli d'Italia (già espulso), nonché funzionario dell'Agenzia delle dogane che fa capo al ministero dell'Economia aveva un ruolo «non secondario nella consorteria» e agiva in modo organizzato e consapevole. A dimostrarlo, secondo gli inquirenti, le tante intercettazioni nelle quali insieme ad altri soggetti coinvolti decideva il da farsi e le strategie da tenere per non dare nell'occhio. In una, datata 8 settembre 2015 (Caruso venne eletto in consiglio comunale nel 2017) sosteneva di avere «mille amicizie, da tutte le parti, bancari... oleifici... industriali, tutto quello che vuoi... quindi io so dove bussare» e spiegava che «se tu mi tieni esterno ti dà vantaggio, se tu mi immischi dopo che mi hai immischiato e mi hai bruciato è finita». In un'altra spiegava che, in relazione alla funzione che all'epoca rivestiva all'ufficio delle Dogane di Piacenza, avrebbe dovuto cercare di mantenere un certo distacco da Salvatore (per gli inquirenti Salvatore Grande Aracri) perché questi, come il padre Francesco, era «controllato dalle forze dell'ordine». Secondo il giudice per le indagini preliminari, insomma, la strategia era di non far apparire Caruso all'esterno come un associato, in modo da «poter agire nell'interesse del sodalizio con più efficacia». Nella stessa operazione denominata Grimilde sono stati emessi dal gip di Bologna su richiesta della Dda altri 15 mandati di arresto, 13 dei quali notificati in carcere, e 64 avvisi di garanzia per altrettanti indagati, mentre sono state fatte un centinaio di perquisizioni in tutta Italia nei confronti di soggetti che, pur non essendo destinatari della misura cautelare, sono comunque risultati collegati alla cosca. Gli arrestati sono accusati a vario titolo di associazione di stampo mafioso, estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento e truffa aggravata. Sempre ieri, nell'ambito della stessa inchiesta è partito un decreto di sequestro preventivo di beni emesso dalla Dda di Bologna nei confronti dei principali appartenenti al gruppo criminale riguardante società, beni mobili e svariati conti correnti. «Nessuna tregua e nessuna tolleranza per i boss, avanti tutta contro i clan». Ha dichiarato il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini mentre la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, ha spiegato la posizione del partito: «Il coinvolgimento di Caruso, anche se non legato alla attività politica ma al suo ruolo di funzionario dell'Agenzia delle dogane ci lascia sconcertati. Auspichiamo che dimostri la sua totale estraneità in questa vergognosa vicenda» e «ribadiamo con assoluta fermezza che in Fratelli d'Italia non c'è stato, non c'è e non ci sarà mai spazio per nessuna mafia e per noi, come noto, chi fa politica a destra e tradisce l'Italia merita una condanna doppia». Fratelli d'Italia si è inoltre dichiarata «pronta a costituirsi parte civile nel processo per difendere la sua immagine e la sua onorabilità», mentre Giuseppe Caruso è stato «sollevato da ogni incarico e non può essere più membro di Fratelli d'Italia» ha concluso la Meloni.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 17 settembre con Carlo Cambi
Dario Franceschini (Imagoeconomica)
Papa Leone XIV (Getty Images)
Sergio Mattarella con la mamma di Willy Monteiro Duarte (Ansa)