2024-07-26
Amato fa il cascamorto in televisione. Una volta ci toglieva i soldi dal conto
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«Mademoiselle a che ora stacchi?» alla giornalista che lo intervista. E cala il gelo.«Honni soit qui mal y pense»: sia maledetto chi pensa male. La lingua è francese ma il motto è inglese. Sono le parole che formano lo stemma dell’Ordine della giarrettiera, la più antica ed elevata onorificenza della corona britannica. Considerato il riferimento all’abbigliamento intimo femminile, quelle parole rappresentano un ammonimento: magari qualcosa di scabroso è stato detto o fatto. Ma sicuramente senza malizia.E dunque «honni soit qui mal y pense» sul fuorionda di Giuliano Amato ospite di Giovanna Pancheri nel programma Start. Parlano di argomenti molto impegnativi: la crisi della democrazia, la polarizzazione del consenso sulle ali estreme dello schieramento politico. Tutti temi cuciti su misura sui parametri culturali del «dottor Sottile» secondo l’abusato nomignolo attribuito ad Amato. Dopo il suo intervento alla trasmissione del mattino, l’ex presidente del Consiglio si è rivolto alla conduttrice, certamente convinto che il suo microfono fosse ormai spento. Esattamente lo stesso errore che ha portato Andrea Giambruno a essere scomunicato da Giorgia Meloni. Sebbene da conduttore tv dovesse avere qualche dimestichezza con il mezzo. Eppure è cascato nella trappola. Altrettanto il presidente Amato che certo non è nuovo a telecamere e microfoni. Con tono rilassato e apparentemente scherzoso, il «dottor Sottile» stavolta è sembrato assai meno vellutato del solito: «Allora mademoiselle… Quando stacchi?». Pancheri è visibilmente imbarazzata, consapevole che i microfoni di entrambi fossero ancora aperti. La giornalista con un certo imbarazzo ha provato a metterci una pezza: «Siamo ancora in onda, comunque venerdì con l’ultima puntata… eccoci». Ed è finalmente partita la sigla di chiusura.La vicenda ha fatto metaforicamente esplodere il Web tra chi ne ha approfittato per scherzare, sfruttando la solita ironia dei social, e chi, invece, si è detto disgustato dalla vicenda.Noi non ci sentiamo per nulla imbarazzati e, casomai propendiamo per la tesi assolutoria. L’età avanzata (86 anni) lascia pensare a un innocuo atto di bullismo in memoria di altri tempi e di altre età quando il potere che Amato ha esercitato fino a pochi giorni fa (da presidente del comitato Algoritmi si è dimesso il 4 gennaio) avrebbero dato all’invito un significato meno sorridente.In realtà i peccati di Giuliano Amato sono molto più gravi di una battuta dal sapore discutibile nei confronti di una giornalista. È grave il tradimento nei riguardi di Bettino Craxi di cui era stato il collaboratore più fidato negli anni di Palazzo Chigi come sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Ma la vera offesa è quella che ha fatto a tutti gli italiani nella notte del 10 luglio 1992 rubando dai conti correnti con un’imposta straordinaria del 6 per mille. Un intervento degno della Banda Bassotti. E mentre la lira precipitava sotto gli assalti di George Soros ebbe il coraggio di andare al tg a raccontare che il suo intervento aveva costretto la Germania a rivalutare il marco. Quello davvero fu un atto da bullo. Per il fuorionda propendiamo per il motto dell’Ordine della giarrettiera. Cattivo gusto per un anziano uomo di potere che soffre molto la lontananza dalle tv e dai media. Tornarci lo fa sentire giovane e magari un po’ più arzillo con le signore.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)