2023-12-03
Ci risiamo con allarmi e open day inutili
Mentre i dubbi sulla profilassi restano inascoltati, tornano i cori catastrofisti su contagi e ospedali strapieni. Oltre, come sempre, agli appelli per l’ennesima corsa all’hub.In effetti era da un po’ di tempo che ci sentivamo troppo tranquilli, e non ci facevamo salire l’ansia a causa del Covid. Ringraziamo dunque il ministero della Salute e la Società italiana di medicina di emergenza urgenza (Simeu) per aver tentato di regalarci un emozionante brivido di angoscia. Il presidente della Simeu, Fabio De Iaco, ci tiene a fare sapere che le cose si mettono male, malissimo: «Da questo momento siamo in emergenza nei Pronto soccorso, perché è iniziata una escalation dei casi di Covid e di influenza o parainfluenza con l’aumento della necessità di ricovero nei reparti ordinari». Motivo per cui «da adesso in poi il sovraffollamento dei Pronto soccorso potrà solo aumentare e già registriamo delle sofferenze soprattutto nelle regioni del Nord». Capito? Siamo nel bel mezzo di una escalation, niente meno, e i nostri ospedali sono già in sofferenza. Un po’ come ai bei tempi delle zone rosse, proprio come se nulla fosse accaduto. E ancora una volta la colpa sapete di chi è? Indovinate, dai, è facile: gli italiani che non si vaccinano ovviamente. Al 30 novembre, le dosi somministrate erano appena 1.042.541, di cui una buona parte concentrata in tre regioni: Lombardia, Emilia Romagna e Toscana hanno totalizzato 643.657 iniezioni. Che fare, dunque? Al ministero della Salute non hanno alcun dubbio: bisogna spingere sulla vaccinazione e a tale proposito occorre incentivare gli spettacolari open day, splendide iniziative in cui ciascuno può presentarsi al cospetto dei medici e farsi una bella puntura senza nemmeno prenotare. Direte: e che c’è di nuovo? Del resto sono anni che ripropongono lo stesso ritornello, senza sosta e senza vergogna. Ancora attendiamo di sapere i dettagli dei contratti firmati in sede europea con Pfizer, ancora aspettiamo che qualcuno si degni di analizzare seriamente i dati sulla extra mortalità, ancora ci tocca ricordare ai politici di ogni ordine e grado che il trattato dell’Oms deve essere fermato per evitare tirannie sanitarie (e fermato sul serio, non a colpi di tweet). E nel mentre il ministero che cosa fa? Si diletta a invitare le masse agli open day vaccinali. Geniale. E c’è di più. Proprio ieri su queste pagine Alessandro Rico ha riportato i risultati di una studio dell’Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione delle malattie. Ebbene, persino secondo gli esperti i nuovi vaccini smettono di offrire protezione dopo poche settimane, tre mesi per la precisione. Soprattutto nella popolazione al di sopra dei cinquant’anni e nei più anziani (cioè, almeno in teoria, coloro che a parere dei luminari necessiterebbero di maggior protezione). E allora scusate: ma ci dite che senso ha continuare a spingere le persone a farsi l’ennesima iniezione se pure gli studi più ufficiali che ci siano spiegano che non serve sostanzialmente a nulla? Che senso ha continuare a insistere sui media per far sì che aumentino paura e inquietudine nelle persone emotivamente più fragili? Ancora adesso ci tocca sentire dichiarazioni come quelle di Raffaele Donini, assessore alla Salute dell’Emilia Romagna, secondo cui «è estremamente importante vaccinarsi, per sé stessi, per la comunità e per non aggravare il carico degli ospedali». Ma sul serio? Siamo ancora al «vaccinatevi per amore»? Di fronte a tale sconfortante spettacolo viene da consigliare ai dirigenti della sanità e agli amministratori competenti di abbandonare l’idea degli open day: concentratevi sugli open bar, almeno sembrereste ubriachi per qualcosa.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.