2025-07-24
Alieni, robot e astronavi: tutto quello che c’è da sapere sulla fantascienza
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Sebastiano Fusco pubblica un volume esaustivo su un genere che non cessa di appassionare i lettori, da Asimov a Herbert.Dalle ancelle robot che popolavano la fucina di Efesto descritte nell'Iliade all'epopea di Dune uscita dalla penna di Frank Herbert, l'inconscio collettivo occidentale è sempre stato denso di richiami a quella che, solo nel Novecento, verrà infine chiamata fantascienza. L'espressione inglese science fiction fu coniata da Hugo Gernsback nel 1926 (poi abbreviata Sci-Fi dagli anglosassoni). La traduzione italiana fantascienza, attraverso un calco linguistico, è invece attribuita a Giorgio Monicelli nel 1952. Se il nome risale a pochi decenni fa, la «cosa», invece, ha una storia ben più lunga. Quando poi alla letteratura si sono affiancati il cinema, le serie televisive, i fumetti, i videogiochi, i giochi di ruolo, il genere è esploso in un vero universo sconfinato.Per orientarsi in questo dedalo sarà utile il recente tomo di Sebastiano Fusco, Il grande libro della fantascienza (Mondadori), che è grande per la mole (560 pagine in un formato elegante, con diverse illustrazioni) e per la quantità enciclopedica di informazioni che esso contiene. Dai precursori dell’Ottocento alle nuove voci del panorama internazionale, passando per i grandi classici e gli interpreti dei più importanti sottogeneri, questo libro offre una panoramica unica e avvincente sul genere. Il libro affronta tutti i temi portanti della fantascienza: il viaggio nello spazio profondo, le forme di vita aliene, le tecnologie avveniristiche, gli ibridi tra l’uomo e il non-umano (o il più-che-umano), le catastrofi apocalittiche, i viaggi nel tempo, le utopie, le distopie, etc. Non mancano profili dei principali autori del genere, da Verne e Wells fino a Dick e Heinlein. Non poteva mancare, ovviamente, una sezione dedicata ai robot, partendo dagli antichi miti sugli «uomini di metallo» greci o sul golem ebraico, fino ad arrivare alle famose tre leggi della robotica di Asimov. Sin dall’inizio, l’immagine del robot ha avuto la funzione di uno specchio che riflettesse problematiche e contraddizioni dell’umano. Fusco ricorda come i primi programmi che intendevano emulare i processi decisionali umani furono chiamati «sistemi esperti» proprio per fare a meno di riferirsi al concetto di intelligenza, ritenuto tipicamente umano. Una credenza messa a dura prova dagli sviluppi odierni della tecnologia reale, che tuttavia è stata largamente anticipata dalla letteratura. Allo stesso modo, la posizione sociale del robot è stata spesso indagata dai romanzi. Spesso li si è relegati in regimi di apartheid futuribili, dove lo sfruttamento brutale e irrispettoso della forza lavoro meccanica senza riconoscimento di diritti era ovviamente un ottimo espediente per fare della critica sociale.Fusco non manca di approfondire anche argomenti laterali rispetto alla fantascienza, come per esempio il sesso. Nella maggior parte dei racconti di Sci-Fi, una delle principali funzioni della vita è totalmente assente. Gli autori sono così presi dalla costruzione di mondi e dimensioni alternativi che vedono nell’eros una funzione «umana, troppo umana» che distrarrebbe il lettore. Ma ciò non è sempre stato vero. Fusco ricorda un racconto di William Tenn del 1954 in cui l’autore descrive un commerciante alieno di immagini pornografiche che arriva sulla Terra per vendere al sua merce. Salvo poi accorgersi che la sua specie, dai tratti amebici, ha una biologia talmente diversa da quella umana che le immagini esplicite da lui messe in vendita non suscitano alcuna attrazione. Verranno poi riciclate come materiale di puro interesse scientifico.
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