Il deputato di Fi ed ex sindaco Alessandro Cattaneo: «Non si possono espropriare le case. Questa è l’idea folle della sinistra. Servono meccanismi incentivanti».
Il deputato di Fi ed ex sindaco Alessandro Cattaneo: «Non si possono espropriare le case. Questa è l’idea folle della sinistra. Servono meccanismi incentivanti».Si è partiti con gli studenti che protestavano per il caro-affitti, e ora si sta arrivando a castigare i piccoli proprietari di immobili. Un tipico paradosso all’italiana, per cui quando c’è un problema si finisce per optare per ricette draconiane, spesso non realizzabili e, cosa peggiore, non rispettose della libera economia. A questo paradosso, ora, si sta aggiungendo quello in base al quale questo approccio dirigista potrebbe essere tracimato nel campo dell’attuale maggioranza, se è vero che è in preparazione da parte dell’esecutivo (segnatamente del ministro del Turismo, Daniela Santanchè) un provvedimento che se approvato opererebbe una stretta sulla possibilità per i proprietari di case di potere affittare il proprio immobile per brevi o anche brevissimi periodi. Una «stretta» che arriva da una parte dopo la constatazione della mancanza di un’offerta congrua di locazioni o di alloggi per gli studenti fuori sede, e dall’altra a seguito della pressione degli albergatori.Il risultato è che negli ultimi giorni si sta parlando solamente di misure coercitive per i proprietari, come il divieto di affittare per meno di due notti, anziché di leva fiscale o di incentivi alle buone pratiche. Uno scenario in negativo che rischia - come ha fatto notare il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa - solamente di incrementare il nero e di moltiplicare gli escamotage. Abbiamo chiesto cosa ne pensa a un politico di provata fede liberale e di esperienza nelle politiche sul territorio come Alessandro Cattaneo, deputato e vicecoordinatore di Forza Italia, ex sindaco di Pavia, il quale, non entrando nel merito di ciò che è in elaborazione a livello legislativo, punta i riflettori su quale deve essere l’approccio giusto per moltiplicare l’offerta di alloggi a prezzo calmierato o di studentati, e al contempo per non spogliare di residenti i centri storici delle nostre città. Alessandro Cattaneo (Imagoeconomica)Onorevole, gli studenti hanno aperto le tende in piazza e da quel momento sembra che la soluzione alle loro richieste possa essere l’escalation statalista e antiliberale. Le proposte che hanno circolato maggiormente sono state quelle di requisizioni, confische di immobili pubblici o sfitti. E si parla anche di una legge per rendere coercitivamente più difficile ai proprietari l’affitto per brevi periodi. Che ne pensa, da liberale? «Sicuramente non si possono espropriare le case. Queste sono idee folli. Piuttosto userei un meccanismo incentivante e, come detto, regole chiare. Questo favorisce l’emersione del nero, perché va detto che in Italia è più facile divorziare che cacciare un inquilino che non paga o, peggio ancora, uno che ha occupato abusivamente. In linea di principio la sinistra, per risolvere un problema, punisce chi sbaglia. Noi siamo per incentivare la buona prassi, piuttosto che punire la cattiva. La storia è sempre la stessa: abbiamo fiducia nel cittadino e lo lasciamo libero di esprimersi e non abbiamo la presunzione della sinistra di modellare la società». Quale potrebbe essere quindi la risposta giusta?«Serve un modello in cui i privati chiedono di avere delle buone leggi per investire, un po' di leva fiscale e qualche soldo del Pnrr eventualmente in questa fase. Il tema è che sono modelli che in Europa ci sono e in Italia facciamo fatica a concretizzare. Ma il peggio è quello che vedo nelle proposte dei colleghi di sinistra. Eppure il modello da replicare è semplice: le società di gestione risparmio vogliono investimenti redditizi, servono leggi chiare e semplici e una tassazione competitiva. Oggi ho incontrato le principali società di gestione risparmio, che sono interessate a investire nell'edilizia per gli studenti, in un'ottica concreta e non da socialismo reale». Il problema del caro-affitti esiste o è stato ingigantito a livello mediatico dalla protesta degli «attendati»?«Il problema è serio, e serve dare agli studenti prezzi calmierati e un contesto residenziale adeguato, con un valore aggiunto. Non è solo un tema economico. A fronte di questo ho sentito grande demagogia dalla sinistra e ricette vecchie, superate e irrealizzabili. È evidente che quando ho sentito parlare di caserme e immobili del demanio è una cosa che richiede anni ed è già faticosa farla quando ci sono situazioni economiche migliori, figuriamoci ora. È un approccio che fa passare tutto per lo Stato e non porta a nulla». E cosa pensa dell’approccio alla questione degli affitti brevi e della «stretta» sui siti come Airbnb?«Airbnb è stata certamente una grande innovazione, e le innovazioni io le saluto positivamente, ma si pongono certo alcune questioni, a partire da cosa stanno diventando i centri storici. Da liberale ribadisco la mia totale contrarietà a norme coercitive per i piccoli proprietari - che è cosa diversa dalla questione generale Airbnb - ma non sono certo per il Far West. Secondo me occorre dare poche regole, nel quadro di un contesto sano e di una competizione altrettanto sana. Certamente il tema Airbnb va legiferato meglio, perché un conto è un piccolo proprietario che ha una casa in centro e vuole arrotondare, un altro è la speculazione e gli alberghi mascherati da Airbnb».
Massimo Doris (Imagoeconomica)
Secondo la sinistra, Tajani sarebbe contrario alla tassa sulle banche perché Fininvest detiene il 30% del capitale della società. Ma Doris attacca: «Le critiche? Ridicole». Intanto l’utile netto cresce dell’8% nei primi nove mesi, si va verso un 2025 da record.
Nessun cortocircuito tra Forza Italia e Banca Mediolanum a proposito della tassa sugli extraprofitti. Massimo Doris, amministratore delegato del gruppo, coglie l’occasione dei conti al 30 settembre per fare chiarezza. «Le critiche sono ridicole», dice, parlando più ai mercati che alla politica. Seguendo l’esempio del padre Ennio si tiene lontano dal teatrino romano. Spiega: «L’anno scorso abbiamo pagato circa 740 milioni di dividendi complessivi, e Fininvest ha portato a casa quasi 240 milioni. Forza Italia terrebbe in piedi la polemica solo per evitare che la famiglia Berlusconi incassi qualche milione in meno? Ho qualche dubbio».
Giovanni Pitruzzella (Ansa)
Il giudice della Consulta Giovanni Pitruzzella: «Non c’è un popolo europeo: la politica democratica resta ancorata alla dimensione nazionale. L’Unione deve prendere sul serio i problemi urgenti, anche quando urtano il pensiero dominante».
Due anni fa il professor Giovanni Pitruzzella, già presidente dell’Autorià garante della concorrenza e del mercato e membro della Corte di giustizia dell’Unione europea, è stato designato giudice della Corte costituzionale dal presidente della Repubblica. Ha accettato questo lungo colloquio con La Verità a margine di una lezione tenuta al convegno annuale dell’Associazione italiana dei costituzionalisti, dal titolo «Il problema della democrazia europea».
Ansa
Maurizio Marrone, assessore alla casa della Regione Piemonte in quota Fdi, ricorda che esiste una legge a tutela degli italiani nei bandi. Ma Avs la vuole disapplicare.
In Italia non è possibile dare più case agli italiani. Non appena qualcuno prova a farlo, subito si scatena una opposizione feroce, politici, avvocati, attivisti e media si mobilitano gridando alla discriminazione. Decisamente emblematico quello che sta avvenendo in Piemonte in queste ore. Una donna algerina sposata con un italiano si è vista negare una casa popolare perché non ha un lavoro regolare. Supportata dall’Asgi, associazione di avvocati di area sorosiana sempre in prima fila nelle battaglie pro immigrazione, la donna si è rivolta al tribunale di Torino che la ha dato ragione disapplicando la legge e ridandole la casa. Ora la palla passa alla Corte costituzionale, che dovrà decidere sulla legittimità delle norme abitative piemontesi.
Henry Winkler (Getty Images)
In onda dal 9 novembre su History Channel, la serie condotta da Henry Winkler riscopre con ironia le stranezze e gli errori del passato: giochi pericolosi, pubblicità assurde e invenzioni folli che mostrano quanto poco, in fondo, l’uomo sia cambiato.
Il tono è lontano da quello accademico che, di norma, definisce il documentario. Non perché manchi una parte di divulgazione o il tentativo di informare chi stia seduto a guardare, ma perché Una storia pericolosa (in onda dalle 21.30 di domenica 9 novembre su History Channel, ai canali 118 e 409 di Sky) riesce a trovare una sua leggerezza: un'ironia sottile, che permetta di guardare al passato senza eccessivo spirito critico, solo con lo sguardo e il disincanto di chi, oggi, abbia consapevolezze che all'epoca non potevano esistere.






