2019-04-15
Affitti, bollette, campi e piani d’inclusione. Ecco quanto spendono i Comuni per i rom
Per la gestione dei nomadi sborsiamo a livello locale cifre folli, senza ottenere risultati. Giro d'Italia di un brutto andazzo.Come minimo, il vostro Comune - in barba a qualsiasi normativa esistente - paga per le famiglie sedicenti nomadi le bollette di acqua, luce e gas. Spese a carico dei cittadini, a cui vanno aggiunte quelle per i (fallimentari) progetti di inclusione scolastica e sociale. Se invece si vuole sgomberare il campo abusivo da ripulire, il costo è di almeno 20.000 euro. Dopodiché le famiglie allontanate andranno sistemate da qualche parte, pagando (sempre noi) i contributi per l'affitto. Eccoli i conti della serva su quanto spendono i Comuni di tutta Italia per tentare di integrare un totale di 120.000-180.000 persone tra rom e sinti. Famiglie nomadi che poi nomadi non sono, perché «solo uno ogni 33 risulta condurre una vita nomade», dice un report Inail dello scorso marzo. Non si tratta di esborsi esagerati di per sé, ma sommando gli anni in cui si protraggono e il numero di località che li devono affrontare, fanno certamente una bella cifra. Soprattutto se paragonata a due fattori: i risultati ottenuti in termini di integrazione che, come dimostrano le recenti vicende romane, sono quasi sempre pari a zero; la deroga a qualsiasi norma di convivenza civile a cui gli enti devono attingere per l'erogazione. insolventi e contenti Facciamo qualche esempio. A Bologna, in cinque anni (2013-2018), come ha evidenziato il capogruppo di Forza Italia Marco Lisei, il conto dei campi è arrivato a superare gli 800.000 euro, sborsati dal Comune per luce, acqua e gas. E mentre il Comune attingeva dalle casse pubbliche per non far mancare ai nomadi i servizi principali, le famiglie rom e sinti non ricambiavano il favore. Su 880.083 euro che avrebbero dovuto spendere per pagarsi la sosta nella piazzola, tra il 2007 e il 2014, ne hanno versati solo 23.073. Eppure, non contento, per tentare di risolvere le problematiche del campo di via Erbosa (quello dove venne assalito il ministro Matteo Salvini nel 2014), il sindaco Virginio Merola un anno fa aveva destinato altri 300.000 euro per sdoppiare le aree di sosta. A Gallarate, in provincia di Varese, forse è andata peggio. Nel dicembre del 2018, dopo che il sindaco Andrea Cassani ha chiuso il campo costato già più di 300.000 euro, si sono dovuti sborsare altri soldi: le famiglie allontanate, in attesa di trovare una sistemazione, hanno infatti trascorso un mese in hotel per la modica cifra di 55.000 euro, di nuovo a carico del Comune. Ma non va meglio a Milano, dove il sindaco Beppe Sala sta per investire 270.000 euro per l'ampliamento del campo rom di via Martirano. Questo nonostante negli ultimi tre anni siano stati «spesi 860.000 euro per aiutare a trovare casa a 81 persone, ossia più di 10.000 euro a testa» per un progetto «che non ha portato risultati», come ha recentemente denunciato Silvia Sardone, consigliere regionale e comunale del Gruppo misto.Guardando alla Liguria, citiamo solo il caso di Savona, dove i residenti hanno pagato per anni le utenze ai nomadi senza accorgersene. Questo fino al 2017, quando il vicesindaco leghista Massimo Arecco ha scoperto l'abitudine di lunga data degli abitanti del campo, concordata peraltro con l'amministrazione precedente targata Pd, di attingere l'acqua direttamente da un bocchettone le cui spese risultavano addebitate a servizi di Protezione civile e dunque al Comune. Cosa che peraltro, sia pure con modi diversi, accade quasi ovunque. A Piacenza, il consigliere comunale Gloria Zanardi ha chiesto «risposte chiare dall'amministrazione per comprendere come intende ottenere il puntuale pagamento di quanto previsto per lo stazionamento nelle piazzole di sosta e affrontare la morosità da 85.000 euro degli utenti del campo rom nei confronti di Enel». Intanto a Sassari, nel 2017, il Comune ha pagato fatture relative alle spese energetiche dell'area sosta nomadi per oltre 7.000 euro, proprio mentre la Regione Sardegna ne sta stanziando 200.000 per favorire l'inclusione sociale dei rom e dare loro una casa. Ancora. A Lamezia Terme il Comune ha appena investito 25.000 euro per la rimozione dei rifiuti che periodicamente si accumulano all'imbocco delle strada che porta al campo nomadi della città «abbandonati abusivamente da ignoti». A Pisa, dove proprio in questi giorni l'amministrazione ha annunciato di voler chiudere le aree sosta di Ospedaletto in cui vivono più di 250 persone, si è dovuta contemporaneamente prevedere l'erogazione di un sussidio straordinario di 6.000 euro a nucleo familiare per il pagamento di un affitto. Il 6 giugno 2018 la giunta di Rimini ha approvato un progetto individuale per sei famiglie sinti presenti nella baraccopoli - 32 persone - da sistemare in unità abitative di circa 25 mq ciascuna. La spesa complessiva è stata pari a 200.000 euro, comprendenti allacci idrici, elettrici, fognari e l'acquisto di 12 moduli.roma caput nomadiRoma, manco a dirlo, fa capitolo a sé. Secondo i dati del 2018 dell'Associazione 21 luglio, che si occupa del tema nomadi, «tra il 2012 e il 2017 i costi sostenuti dall'amministrazione capitolina per le utenze e per l'erogazione dei servizi primari all'interno dei villaggi della solidarietà e dei campi rom sono ammontate a circa 8.400.000 euro». Una cifra a cui bisogna «aggiungere quella relativa alla gestione degli otto villaggi della solidarietà, dal 2012 al 2014, che ha riguardato 6.000 persone circa per una spesa complessiva stimata di 49.100.000 euro». Nel 2017, inoltre, «sono stati impegnati 3.645.000 euro per la manutenzione ordinaria delle zone utilizzate e lo svuotamento vasche di accumulo liquami».
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
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