2024-11-22
        Ma adesso Zelensky apre ai negoziati: «Basta con i morti per la Crimea»
    
 
        Volodymyr Zelensky (Ansa)
    
Il capo della resistenza fa un bagno di realtà con la trumpiana Fox. E prende atto che i connazionali sono stanchi di combattere.«Ma l’hai sentito?». L’amico imprenditore non credeva alle sue orecchie. «Ha detto che non può perdere migliaia di uomini per riconquistare la Crimea», mi dice concitato al telefono. Le parole di Volodymyr Zelensky riportate dai tg di mezzogiorno lo hanno lasciato a bocca aperta. «Ma allora le decine, forse centinaia, di migliaia di soldati ucraini persi in quasi tre anni di guerra?». Capisco la sorpresa: fino a ieri l’uomo che imperversava in tv con la maglietta verde oliva e i pantaloni della mimetica appariva come pronto a qualsiasi sacrificio pur di difendere l’integrità del proprio Paese. Invece ora sembra prepararsi a una ritirata, se non alla resa. L’intervista concessa alla Fox (la più trumpiana delle televisioni degli Stati Uniti) apre la porta a una trattativa e infatti Zelensky, proprio mentre sostiene che non si possono veder morire migliaia di soldati per riprendere la Crimea, aggiunge la speranza di una riconquista dell’isola per via diplomatica, soluzione che al momento pare destinata a far parte del libro dei sogni di Kiev.Nei fatti, le frasi pronunciate davanti alle telecamere dell’emittente americana hanno un solo significato: anche in Ucraina qualcuno comincia a pensare che, se non si può ottenere una vittoria, per lo meno si deve cercare di portare a casa la pace o almeno una tregua. Dopo due anni di baldanzosi propositi dall’una e dall’altra parte, il conflitto è in stallo. Anzi: vede lentamente avanzare le truppe russe verso la totale conquista del Donbass. Il sogno di una controffensiva che scacci gli invasori, dopo essere stato alimentato a lungo dai giornaloni, è sparito. Così come sono svanite le illusioni di un imminente collasso della Russia, o per la morte improvvisa di Vladimir Putin o per la bancarotta del suo sistema industriale. Lo zar è sopravvissuto a tutte le più nere previsioni che lo avrebbero visto deposto da una malattia o da un colpo di Stato. E insieme a lui sono passati indenni attraverso le forche caudine delle sanzioni sia gli oligarchi che le banche di Mosca. E anche se qualcuno ancora predice un esaurimento dei fondi con cui la Russia finanzia la guerra (il prezzo del petrolio è calato e per questo Putin è stato costretto a tagliare gli indennizzi alle famiglie per i soldati morti o feriti), al momento non si segnalano crolli di alcun tipo.Dunque, urge fare i conti con la realtà: le truppe di Mosca avanzano. Non dico che procedano spedite, ma non c’è giorno che non conquistino qualche villaggio e con esso qualche centinaio di metri di territorio. Se lo zar voleva prendersi l'intero Donbass, l'obiettivo è a portata di mano e al momento non si intravedono possibilità di ribaltare la situazione. Di certo, non basteranno i missili a lunga gittata di cui Joe Biden, prima di uscire di scena, ha concesso l’uso per colpire in profondità la Russia. Né, per fermare l’avanzata di Mosca, saranno determinanti le mine antiuomo che sempre gli Stati Uniti hanno donato a Kiev (a proposito: in passato sono state fatte campagne contro l’utilizzo di questi ordigni, che rimangono sul terreno e colpiscono a distanza di anni la popolazione civile, ma in questo caso nessuno sembra indignarsi più di tanto). Dunque? Forse quelle frasi sulla Crimea («non possiamo perdere migliaia di uomini») che hanno fatto strillare l’amico imprenditore servono ad aprire uno spiraglio, in vista non soltanto dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, preludio probabile di un cambio di strategia da parte dell’America, ma anche a seguito della stanchezza che si registra fra gli stessi ucraini. Nelle scorse settimane, sulla Verità abbiamo riportato le cifre dei giovani ucraini che rifiutano di imbracciare il fucile e preferiscono darsi alla macchia. Il fenomeno è ormai nell’ordine delle migliaia. Ma adesso lo scoramento colpisce anche l’intera popolazione civile. Secondo un sondaggio, il 52 per cento degli abitanti dell’Ucraina è stanco di guerra. Dopo tre anni, vuole la pace e se il prezzo da pagare è lasciare a Putin un pezzo del Paese molti non dicono di no. Del resto, si fa presto a dire che non si deve cedere a Putin se si è tranquilli nel proprio salotto di casa e non in trincea. Secondo l’istituto di statistica di Kiev, in tre anni il Paese ha perso una generazione. Perciò, prima che a imporre la «pace» sia il taglio degli aiuti militari di Washington, meglio giocare d’anticipo.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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