2022-02-06
Adesso Mattarella fa concorrenza a Draghi
Sergio Mattarella e Mario Draghi (Ansa)
Il presidente ha dettato una vera agenda politica, subito raccolta da Enrico Letta, che poi ha smentito tentazioni presidenzialistiche (excusatio non petita?). Intanto per la stampa di sinistra gli studenti in piazza contro il governo sono «i ragazzi di Sergio».Rino Formica è stato al governo con Francesco Cossiga, Giovanni Spadolini, Giulio Andreotti, Ciriaco De Mita, Giovanni Goria e Bettino Craxi. Dagli scranni dell’Aula o del governo ha visto eleggere ben quattro presidenti della Repubblica. Non a caso, a differenza di tanti commentatori, ha dimostrato una lucidità unica, smentendosi molto raramente nelle settimane precedenti il Mattarella bis. Per questo l’articolo a sua firma pubblicato ieri sul quotidiano Domani meriterebbe una diffusione ben maggiore di quanto consenta la testata. Formica spiega in pochi e chiari passaggi il senso del discorso di reinsediamento. «Quando si comprime la volontà di espressione degli organi della democrazia parlamentare si apre la strada all’ingresso, dice, di potentati economici e finanziari che incidono e si intromettono nel processo democratico. Sono norme generali vincolanti per qualsiasi maggioranza di governo che non sia eversiva», scrive l’ex ministro socialista spiegando commentando il discorso e una fase nuova. Nella quale il Quirinale non sarebbe più disposto a dare una copertura gratuita e assicurativa al governo di Mario Draghi. «Quando dunque afferma che la democrazia organizzata dei partiti è fondamentale per il funzionamento delle istituzioni», prosegue Formica, «[Mattarella] dice che non c’è spazio per governi a mezzadria fra poteri democratici, espressioni democratiche, e espressioni non nate con il voto popolare. In Italia, accanto agli organi previsti dalla Costituzione, si è andata creando la casta dei non eletti che pratica un razzismo dei migliori». Parole forti. Anzi fortissime, visto che senza troppi giri lascia intendere che con Draghi al Colle l’Italia avrebbe rischiato influenze di poteri stranieri. In pratica associa al nome di Draghi l’apposizione eversivo. Immaginiamo che ne risponderà. Il ragionamento gli serve però per andare dritto a un concetto: Mattarella è lì per tenere imbullonata la democrazia. Per Formica l’input e l’agenda politica che Sergio Mattarella ha dettato nelle ultime ore al Parlamento sono un modo per sopperire alla debolezza dei partiti e sono afflati pienamente previsti dalla Costituzione. A nostro avviso si tratta di un modo per mettere in cantiere una repubblica presidenziale. Non è un caso se Enrico Letta si sia subito affrettato a cavalcare il messaggio di Mattarella.Il segretario del Pd, lo stesso che invocava un presidente super partes, ha immediatamente tirato in piedi un tavolo con l’obiettivo di mettere a terra le indicazioni e avviare subito leggi bipartisan per il Parlamento. Ne è così convinto che a sole 24 ore dall’avvio del tavolo se ne è uscito per smentire qualunque «tentazione presidenzialistica». È vero che nel mentre si sono levate un po’ di polemiche da vari alleati di governo. Ma è altrettanto chiaro che l’esternazione di Letta è una sorta di excusatio non petita. Una sorta, perché forse stavolta è stata proprio richiesta. Non ci stupiremmo se qualcuno del calibro del neo segretario generale Ugo Zampetti gli abbia tirato l’orecchio per aver precorso i tempi. Di certo, è interessante notare ciò che accade sulla stampa di sinistra, quella che guarda al Mattarella bis con gioia ed eccessiva salivazione. Mentre mezzo Pd confonde il presidente della Repubblica con il presidente del Consiglio (convinto che non debba più essere quest’ultimo a dettare la linea politica del Paese), un quotidiano nazionale, La Repubblica, celebra i «ragazzi di Mattarella» che manifestano in piazza contro le follie della scuola e contro il ministro Patrizio Bianchi. Due premesse. Prima, i ragazzi sono tenuti ad andare a studiare e non a manifestare. Giornalisti e politici che li sostengono fanno il loro male. Seconda premessa, Bianchi è un pessimo ministro. Le scelte che denunciamo da quasi due anni hanno deformato la capacità di apprendimento dei giovani e gli effetti li vedremo fra un po’ di tempo. Effetti gravi, in quanto originano dalle idee e dagli input di Roberto Speranza. Detto ciò, non sta né in cielo né in terra dover leggere impunemente che i «ragazzi di Mattarella» vanno in piazza a manifestare contro il governo. Se fosse veramente così allora l’analisi di Formica andrebbe letteralmente invertita. E dovremmo aspettarci mesi o anni difficili. Il Colle che detta la linea politica e indirettamente imbastisce una repubblica presidenziale, senza però che gli elettori abbiano espresso la propria scelta e incaricato l’inquilino del Quirinale. Dall’altro lato un Mario Draghi con una sua agenda di lavoro e una sua direzione. In mezzo i partiti che devono pensare a riorganizzare una legge elettorale e al tempo stesso a rimettere in piedi una classe dirigente. Perché quella attuale non è riuscita ad esprimere un presidente della Repubblica che fosse un politico o ancor peggio non è riuscita a difendere i propri candidati di fronte ai niet di coloro che oggi celebrano il Mattarella bis. Le vicende di Maria Elisabetta Casellati e di Elisabetta Belloni dovranno entrare nei libri di storia. Soprattutto servirà una disamina dei due giorni in cui l’attuale capo dei servizi segreti è stato supportato da una maggioranza partitica e poi classificato come nome non opportuno. Al di là del merito (anche noi riteniamo il passaggio diretto tra le due poltrone più che evitabile), se fosse andata alla conta in Aula i numeri l’avrebbero sostenuta. Invece, alla cerimonia di reinsediamento sulla Lancia Flaminia l’altro giorno c’erano oltre a Mattarella, Draghi e, al posto del navigatore, Zampetti.
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