Ritirato il controverso antidoto per il Sars-Cov-2, il colosso corteggia gli investitori con terapie anticancro innovative e roboanti promesse sul fatturato futuro. L’ad Pascal Soriot prova ad archiviare le trombosi post iniezione: «Ogni medicinale ha effetti collaterali».
Ritirato il controverso antidoto per il Sars-Cov-2, il colosso corteggia gli investitori con terapie anticancro innovative e roboanti promesse sul fatturato futuro. L’ad Pascal Soriot prova ad archiviare le trombosi post iniezione: «Ogni medicinale ha effetti collaterali».Lasciare la tecnologia dei vaccini anti Covid ha reso il titolo Astrazeneca più solido: due giorni fa sul mercato è schizzato al massimo assoluto dopo l’annuncio dei nuovi obiettivi al 2030 con un fatturato a 80 miliardi di dollari, in crescita del 75% rispetto ai 45,8 miliardi di dollari del 2023. Per il colosso anglo-svedese è solo l’inizio di un’operazione strategica nei confronti degli investitori, che si concentra sulle attività di oncologia, biofarmaceutica e malattie rare, e che prevede di rilasciare altri 20 farmaci nei prossimi sei anni. In modo particolare, Astrazeneca punta sugli antibody-drug conjugates (Adc), già in uso da tempo in clinica. Gli anticorpi coniugati sono farmaci capaci di riconoscere ed eliminare selettivamente le cellule cancerose. L’azienda ha annunciato che entro l’anno prenderanno il via a Singapore i lavori del primo sito di produzione end-to-end di Adc, con il supporto del Singapore economic development board (Edb). L’impianto avrà un costo di 1,5 miliardi di dollari e dovrebbe essere operativo dal 2029. Astrazeneca ha fatto sapere che lavorerà con il governo di Singapore e altri partner su soluzioni ecologiche, come zero emissioni di carbonio fin dal primo giorno di produzione. Il presidente dell’Edb, Png Cheong Boon, ha dichiarato: «Questo investimento è una forte dimostrazione di fiducia nelle capacità e nei talenti di produzione biofarmaceutica di Singapore, rafforza il nostro ecosistema nel sostenere lo sviluppo e la produzione di medicinali di precisione e crea posti di lavoro significativi e opportunità economiche per Singapore». Pascal Soriot, amministratore delegato di Astrazeneca, spiega che l’azienda «ha creato un portafoglio leader del settore di farmaci antitumorali, compresi coniugati di farmaci anticorpali, che hanno mostrato un enorme potenziale nel sostituire la chemioterapia tradizionale per i pazienti in molti contesti», e che è «entusiasta» della nuova localizzazione, in quanto «Singapore è uno dei Paesi più attraenti al mondo per gli investimenti data la sua reputazione di eccellenza nella produzione complessa». Bella fatica: nella città Stato all’estremità meridionale della penisola malese il costo del lavoro e i salari rimangono significativamente più bassi rispetto a Europa e Stati Uniti. La sua crescita economica è crollata dal 3,6% nel 2022 all’1,2 % nel 2023, e offre una tassazione sulle società tra le più basse al mondo.L’impegno per il pianeta sarebbe una delle priorità per il colosso che ha da poco iniziato il ritiro dal mercato del suo vaccino anti Covid Vaxzevria. «Stiamo investendo nella natura a beneficio della salute planetaria e sociale, lavorando al contempo per l’uso sostenibile delle risorse, la sicurezza idrica e per arrestare e invertire la perdita di biodiversità», si afferma sul sito aziendale. Quanto alla sicurezza di Vaxzevria, Soriot ha detto a Repubblica che «non esistono medicine o vaccini senza effetti collaterali. Se cerchi di proteggere molti milioni di persone, bisogna aspettarsi che ci siano alcuni effetti collaterali: tutti i vaccini li hanno. Ma gli effetti collaterali del Vaxzevria sono rarissimi e, se diagnosticati per tempo, possono essere comunque controllati efficacemente, senza avere conseguenze e lungo termine». Insomma, sarebbe colpa dei medici che hanno sottovalutato gli eventi avversi non intervenendo con tempestività. Il ceo ha ribadito di aver «distribuito tre miliardi di dosi nel mondo in maniera no profit, senza lucrare. E secondo studi indipendenti il nostro vaccino ha salvato 6,5 milioni di vite». Oggi punta su altri farmaci, perché «i vaccini mRna hanno una tecnologia migliore», ha ammesso Soriot, e infatti rientrano nel nuovo portafoglio dei prodotti. A Singapore, intanto, Astrazeneca intende realizzare l’intero processo di produzione di anticorpi Adc, dalla sintesi del farmaco citotossico e del linker, alla coniugazione del linker del farmaco all’anticorpo, fino al riempimento della sostanza completata. Al momento l’azienda ha sei Adc di proprietà in fase clinica e molti altri in fase di sviluppo preclinico. L’obiettivo: arrivare a sostituire la chemioterapia. «Per noi, sicuramente, questa è l’era post Covid», ha detto alla Cnbc Aradhana Sarin, chief financial officer di Astrazeneca. «Abbiamo fornito vaccini durante la pandemia di Covid in misura maggiore perché, si sa, si trattava di una crisi di salute pubblica. Non era proprio compito nostro occuparci dei vaccini Covid», ha aggiunto. Bontà loro, hanno fatto un vaccino che ha creato problemi e contro il quale è stata presentata una class action nel Regno Unito per risarcire le vittime dei gravi eventi avversi.«Storicamente l’attività di Astrazeneca si è concentrata su aree quali l’oncologia e la salute cardiovascolare, e questo rimarrà il focus dell’azienda anche in futuro», ha affermato Sarin. Anche i farmaci per il diabete e le malattie metaboliche svolgeranno un ruolo decisivoMartedì, nell’Investor day nel Regno Unito, assieme alle dichiarazioni su previsioni o obiettivi ricavi, margini, utili del gruppo, agli investitori è stato fatto presente che tra le tante variabili ci sono «il rischio per la sicurezza e l’efficacia dei medicinali commercializzati […], il rischio di esito negativo di contenziosi e/o indagini governative […], il rischio di mancato rispetto dei requisiti normativi o etici per sviluppo o approvazione di farmaci». Variabili sempre più attuali, quando si apre il capitolo della richiesta di risarcimenti per Vaxzevria.
Kim Jong-un (Getty Images)
- Individuata dagli Usa una base sotterranea finora ignota, con missili intercontinentali lanciabili in tempi ultra rapidi: un duro colpo alla deterrenza del resto del mondo. La «lezione» iraniana: puntare sui bunker.
- Il regime vuole entrare nella ristretta élite di Paesi con un sistema di sorveglianza orbitale. Obiettivo: spiare i nemici e migliorare la precisione delle proprie armi.
- Pyongyang dispone già di 30-50 testate nucleari operative e arriverà a quota 300 entro il 2035. Se fosse attaccata, per reazione potrebbe distruggere Seul all’istante.
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Aperto fino al 30 settembre il 4° Maxi Avviso ASMEL, che aggiorna le liste per 37 profili professionali. Coinvolti 4.678 Comuni soci: la procedura valorizza la territorialità e punta a rafforzare i servizi pubblici con personale radicato.
È stato pubblicato sul portale governativo InPA il quarto Maxi Avviso ASMEL, aperto da oggi fino al 30 settembre. L’iniziativa, promossa dall’Associazione per la Sussidiarietà e la Modernizzazione degli Enti Locali (ASMEL), punta a creare e aggiornare le liste di 37 profili professionali, rivolti a laureati, diplomati e operai specializzati. Potranno candidarsi tutti gli interessati accedendo al sito www.asmelab.it.
I 4.678 Comuni soci ASMEL potranno attingere a queste graduatorie per le proprie assunzioni. La procedura, introdotta nel 2021 con il Decreto Reclutamento e subito adottata dagli enti ASMEL, ha già permesso l’assunzione di 1.000 figure professionali, con altre 500 selezioni attualmente in corso. I candidati affrontano una selezione nazionale online: chi supera le prove viene inserito negli Elenchi Idonei, da cui i Comuni possono attingere in qualsiasi momento attraverso procedure snelle, i cosiddetti interpelli.
Un aspetto centrale è la territorialità. Gli iscritti possono scegliere di lavorare nei Comuni del proprio territorio, coniugando esigenze professionali e familiari. Per gli enti locali questo significa personale radicato, motivato e capace di rafforzare il rapporto tra amministrazione e comunità.
Il segretario generale di ASMEL, Francesco Pinto, sottolinea i vantaggi della procedura: «L’esperienza maturata dimostra che questa modalità assicura ai Comuni soci un processo selettivo della durata di sole quattro settimane, grazie a una digitalizzazione sempre più spinta. Inoltre, consente ai funzionari comunali di lavorare vicino alle proprie comunità, garantendo continuità, fidelizzazione e servizi migliori. I dati confermano che chi viene assunto tramite ASMEL ha un tasso di dimissioni significativamente più basso rispetto ai concorsi tradizionali, a dimostrazione di una maggiore stabilità e soddisfazione».
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