2022-04-22
Accogliete profughi? Il governo non vi paga
Le famiglie che hanno risposto all’appello di Mario Draghi alla generosità non vedranno un solo euro dei 700 milioni già stanziati. Se li spartiranno gli enti e le cooperative che si sono guadagnate una dubbia fama con i migranti.Il governo non aiuta gli italiani generosi con gli ucraini. Saranno i profughi, se ottengono i 300 euro al mese non ancora disponibili ma stanziati, a decidere di ricompensare o meno i loro benefattori. Una scelta secondo coscienza. Una spesa al supermercato o una bolletta della luce pagata ma anche no, perché se chi scappa dalla guerra deve mandare soldi ai parenti o ha mille necessità, mica li ha per ricompensare vitto e alloggio.Invece di predisporre un fondo destinato ad aiutare le famiglie che hanno in casa uno, due o più ucraini, a Roma hanno pensato bene di dare contributi direttamente ai profughi. Saranno gli italiani, eventualmente, a dover dire grazie per la generosità degli assistiti. Eppure un mese fa, durante la visita al centro operativo della Protezione civile di Palmanova il premier Mario Draghi promise: «Sull’accoglienza dei profughi ucraini la decisione fondamentale è stata ascoltare la disponibilità e l’entusiasmo degli italiani, la loro bontà. Quindi il sostegno all’accoglienza non mancherà». Invece ai privati cittadini non sta arrivando né arriverà un solo euro, dei 348 milioni stanziati per il 2022 attingendo al Fondo per le emergenze nazionali opportunamente incrementato. Gli unici stanziamenti sono per le prefetture, che attraverso bandi già predisposti per gli immigrati sistemano i profughi nei Centri di accoglienza straordinaria (Cas), strutture e abitazioni gestite da cooperative, o nel sistema Sai costituito dalla rete degli enti locali, che riceveranno 33 euro al giorno per ciascun poveraccio scappato dalla guerra. Otterranno fondi per l’ospitalità anche le strutture ricettive del Terzo settore, che hanno presentato manifestazione di interesse entro il 22 aprile, quindi entro oggi, sempre dietro corrispettivo di circa 33 euro al giorno per ucraino. Per questa accoglienza diffusa il tetto di spesa è di 142 milioni di euro. A Regioni e Province autonome verrà dato quest’anno un contributo forfettario di 152 milioni di euro per l’accesso alle prestazioni del Servizio sanitario nazionale dei richiedenti e titolari della protezione temporanea, mentre i rimanenti 54 milioni di euro previsti per l’accoglienza dei profughi da questo governo sono come «contributo di sostentamento» a non più di 60.000 ucraini che hanno trovato «autonoma sistemazione». Sì, perché la maggior parte dei titolari di protezione temporanea è ospitata presso famiglie, di italiani o di loro connazionali già presenti nel nostro Paese e che si stanno accollando le spese dell’accoglienza. Dei 98.406 ucraini (50.875 donne, 11.952 uomini e 35.579 minori) arrivati in Italia, secondo i dati forniti ieri dal Viminale, più del 70% è in case private e tanti cittadini sono in difficoltà, dopo la grande generosità iniziale. «Ho scelto di accogliere tre persone dai 31 ai 37 anni e il peso economico inizia decisamente a sentirsi», ha raccontato al Gazzettino il pordenonese Dario Sartor. «Ci aspettavamo un aiuto diverso, abbiamo fatto i calcoli e vanno via circa mille euro al mese per le tre persone ospitate». Come il signor Sartor, migliaia di italiani stanno facendo i conti con gli aumenti di luce, gas, generi alimentari che diventano ancora più pesanti quando hai altre persone da mantenere. Dovevano arrivare aiuti alle famiglie che aiutano, non arriveranno. Quando la piattaforma della Protezione civile sarà disponibile, forse la prossima settimana, solo i profughi potranno fare domanda di un contributo mensile di 300 euro, più 150 euro se hanno un minore a carico, per la durata massima di novanta giorni. E gli italiani? Restano a pagare i conti. La Protezione civile lo precisa sul sito, dichiarando che «cittadini che stanno generosamente offrendo ospitalità alla popolazione ucraina» non hanno diritto a «ricevere dei sussidi» e che l’ospitato «se avrà i requisiti per accedere a questo contributo, potrà, se lo vorrà, partecipare alle spese extra sostenute dal privato». È un insulto verso gli italiani, popolo generoso come dimostrano le tantissime donazioni (7,2 miliardi di euro nel 2018 solo da privati), gli aiuti sempre forniti in caso di calamità naturali, i 6 milioni di volontari che accanto agli impegni della vita quotidiana decidono di affiancare azioni gratuite a supporto della collettività. Lo conferma anche la grande, rapida offerta di accoglienza dei profughi ucraini, da parte di decine di migliaia di cittadini che hanno spalancato le porte di casa per dare ospitalità. Soldi in arrivo, invece, per le cooperative che gestiscono già centri per immigrati, alcune con trascorsi molto discutibili nell’accoglienza come ha documentato La Verità. Resistono sul territorio, partecipano ai bandi delle prefetture altrimenti lasciati deserti, intascano fior di contributi. Non esiste, infatti, un bando per l’emergenza Ucraina messo a punto delle prefetture, che per ospitare nei Cas quanti scappano dalla guerra stanno utilizzando gli accordi già in essere per la sistemazione dei migranti. Auguriamoci che vengano fatti controlli accurati, sulle condizioni dei centri, strutture o appartamenti, nei quali sono alloggiati gli ucraini, senza dimenticare che se le famiglie italiane non vengono aiutate ad accogliere, i profughi si rivolgono «sempre più frequentemente alla rete pubblica di accoglienza. Che sta andando in sofferenza», avverte il prefetto di Udine, Massimo Marchesiello. Aumenterà la copertura finanziaria destinata alle cooperative perché offrano più posti, mentre bastava prevedere contributi per gli italiani di buona volontà.
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