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Abusi nel campo profughi di Calais: «I volontari usano gli immigrati per il sesso»

Abusi nel campo profughi di Calais: «I volontari usano gli immigrati per il sesso»

Se i fautori dell'immigrazione incontrollata fossero onesti, per pubblicizzare il radioso avvenire multirazziale che ci aspetta non ci propinerebbero le pubblicità dei biscotti in cui il bambino bianco e quello nero si danno il cinque, ma ci farebbero vedere le immagini della Giungla di Calais. Con questo nome viene identificata l'immensa baraccopoli sorta a ridosso del tunnel per la Gran Bretagna.

Secondo i sindacati di polizia, la giungla ha già superato i 10mila abitanti che vivono fra topi e rifiuti. A giugno le associazioni umanitarie parlavano di 4500 persone. Se poi si aggiungono agli accampati di Calais quelli del campo di Grande-Synthe, presso Dunkerque, e le altre bidonville abusive in tutta la zona della costa arriviamo tranquillamente a 12mila abitanti. La maggior parte degli immigrati accampati è costituita dai cosiddetti «migranti economici», gentile eufemismo per dire che si tratta di clandestini, gente che non ha alcun titolo per essere lì o per essere accolta. Il campo è praticamente una zona di non diritto. La polizia non può penetrarvi la notte, solo un'entrata delle tante è controllata. In compenso No Borders, «attivisti», volontari e personaggi di dubbia fama entrano ed escono a piacimento. Risse colossali si succedono, come quella scoppiata nella notte tra 22 e 23 agosto, che ha visto 400 afghani contro 400 sudanesi. Alla fine c'è stato un morto e sei feriti gravi.

Mentre comincia la costruzione del muro finanziato da Londra per impedire agli immigrati di assaltare i tir per raggiungere il Regno Unito (causa di ulteriori scontri e disordini), le notizie che giungono da dentro la Giungla fanno accapponare la pelle. L'ultima parla di volontari che, con il pretesto di aiutare gli immigrati, finiscono poi per sfruttarli sessualmente. Un'inchiesta del quotidiano liberal britannico The Independent ha raccontato di come siano sempre di più le segnalazioni di ospiti della baraccopoli che raccontano di essere stati approcciati da volontari - uomini e donne - che non esitano a chiedere prestazioni sessuali in cambio di cibo, vestiti, medicinali e consulenze legali.

Fra le vittime di questo tipo di sfruttamento ci sarebbero purtroppo anche dei bambini. Il problema è venuto alla luce dopo una discussione online tra i volontari, che è stata poi cancellata per non far scoppiare uno scandalo. L'Independent ne ha però salvato degli screenshot. Vi si parla di sesso con ragazzi «sotto l'età del consenso» e di «volontari che fanno sesso con partner multipli in un solo giorno». Sembra che nella maggior parte dei casi si tratti di donne volontarie e rifugiati maschi. Se sempre più gente si domanda per quale motivo la sinistra persegua con tanto fanatismo la causa dei «profughi», in questi racconti dell'orrore si potrebbe trovare una delle possibili risposte.

Ma è tutto il meccanismo delle migrazioni che sembra ormai impazzito. Nella nostra Calais in piccolo, Ventimiglia, lo scorso weekend tre pachistani che tentavano di superare a piedi il confine con la Francia sono stati aggrediti e derubati da quattro immigrati afghani. Sembrerebbe l'inizio di una barzelletta, ma non fa ridere per niente. Mercoledì, invece, nelle acque egiziane, è naufragata un'imbarcazione con a bordo circa 600 immigrati, di cui solo 163 sono stati portati in salvo. Francia e Belgio, nel frattempo, stanno ai ferri corti perché Bruxelles rimpatria al di là del confine chi lo attraversa illegalmente (è quello che Parigi fa con noi, del resto, proprio a Ventimiglia). Con siparietti surreali, come quello dei poliziotti belgi che non si accorgono di aver passato la frontiera mentre riaccompagnano 13 migranti e che quindi vengono trattenuti dai colleghi francesi alla stregua di volgari scafisti. E anche questo è uno spunto per aspiranti barzellettieri.

Ma è caratteristico di questa situazione fuori controllo, in cui tutto sta crollando e il caos si manifesta in forme comiche e tragiche allo stesso tempo. Rientra solo nel secondo tipo, invece, la notizia secondo cui due scafisti islamici avrebbero torturato e ucciso sei cristiani che avrebbero dovuto portarli sulle coste spagnole. Il fatto, per il quale ora è in corso un processo, risale al dicembre del 2014. All'epoca, su un gommone salpato da Nador, si consumò un piccolo ma emblematico caso di scontro di civiltà. I due scafisti camerunensi, infatti, si sarebbero convinti che le tempeste fossero provocate dalle preghiere dei migranti cristiani. Più gli immigrati spaventati dalle avverse condizioni climatiche si rivolgevano a Gesù, più, secondo i negrieri, il tempo peggiorava ulteriormente. Da qui le torture e il successivo annegamento degli infedeli. Chi favorisce le grandi migrazioni e ne gioisce per il loro carattere «arricchente», sta sostenendo tutto questo. Speriamo che vi sia ancora abbastanza tempo per poterglielo un domani rinfacciare.

Enrico Montesano: «È l’epoca della satira “corretta”. Ho pagato per la mia indipendenza»
Enrico Montesano (Ansa)
L’attore romano torna a teatro, dopo una lunga assenza, con lo spettacolo «Ottanta voglia di stare con voi»: «Durante la pandemia ho scelto la libertà, oggi c’è una grande autocensura. Il cinema? È diventato obsoleto».

Enrico Montesano ritorna a teatro dopo una lunga assenza. Ottanta voglia di stare con voi, il titolo dello spettacolo, che racchiude il senso di questa nuova avventura in giro per l’Italia, a riallacciare il filo che lo lega al pubblico da sempre.

Cosa rappresenta per lei questo ritorno in teatro?

«Abbiamo già fatto uno spettacolo a Trapani, al Cine Teatro Ariston. È andato molto bene, il teatro era pieno. Per me è stata una lunga attesa. Nel 2020 facevo uno spettacolo in un teatrino off, come si dice in America, dove sperimentavo questo mio nuovo monologo».

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Ricchezza triplicata e vecchiaia al sicuro: il piano  Mediolanum
Ansa
Stefano Volpato: col Tfr nei fondi previdenziali e un contributo volontario di circa 5.000 euro l’anno si riduce il nodo della pensione bassa.

Il 2025 rappresenta un punto di svolta per Banca Mediolanum. «Un anno memorabile», lo definisce Stefano Volpato, direttore commerciale, non solo per i risultati economici - budget ampiamente superati - ma perché segna il passaggio da una fase di crescita a una di trasformazione strutturale. L’obiettivo dichiarato è ambizioso: accompagnare i clienti verso l’autonomia e l’indipendenza finanziaria in età pensionabile, rendendo possibile, nei fatti, la triplicazione della ricchezza finanziaria pro capite, sottolinea Volpato durante la tradizionale convention con la rete a Merano, per tirare le somme dell’anno che sta per finire e definire le strategie del 2026. Un anno, ha confermato l’amministratore delegato Massimo Doris, destinato appunto a superare il record del 2024, con una raccolta netta di 10,4 miliardi e oltre 2 milioni di clienti e un primato, nell’universo Assoreti tra raccolta, mutui e prestiti concessi oltre che le polizze sottoscritte.

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«Nido di vipere», desiderio e ipocrisia nel Texas profondo
«The Hunting Wives» (Netflix)

Arrivata su Netflix Italia, Nido di vipere adatta il romanzo di May Cobb e racconta noia, desiderio e trasgressione in una comunità texana conservatrice. Tra dramma e giallo, la serie osserva le contraddizioni private e sociali della sua protagonista.

La serie dello scandalo, quella che negli Stati Uniti ha fama di aver passato al vaglio, senza nulla lasciare all'immaginazione, la sessualità omoerotica di donne all'apparenza tradizionali. The Hunting Wives, tradotto per l'Italia con Nido di vipere, è un romanzo di May Cobb, adattato poi a serie televisiva. Negli Usa, sotto forma di narrazione tv, ha debuttato lo scorso anno. Su Netflix Italia, invece, è arrivata lunedì 15 dicembre, portando con sé una storia fatta di noia e trasgressione, di bisogni che emergono piano, travolgendo chi li provi prima ancora che questi possa capire perché.

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Dimmi La Verità | Augusta Montaruli (Fdi): «Il centro sociale Askatasuna non ha mai ripudiato la violenza»

Ecco #DimmiLaVerità del 19 dicembre 2025. Ospite la vicecapogruppo di Fdi alla Camera Augusta Montaruli. L'argomento del giorno è: "Lo sgombero del centro sociale Askatasuna di Torino".

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