2020-12-17
A trattare sui vaccini hanno mandato l’uomo di cui Sileri pretende la testa
Il vice della Salute insiste a chiedere le dimissioni del segretario generale Giuseppe Ruocco, accusato di non aver aggiornato il piano pandemico. Ma in Europa a decidere del nostro futuro ci è andato lui.Da qualche giorno il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri, chiede con insistenza le dimissioni di Giuseppe Ruocco, segretario generale del ministero. Il motivo della richiesta? Il viceministro lo ha ribadito ieri alla Verità: «Io se fossi in lui darei le dimissioni. E inizierei a spiegare. Sa che cosa mi ha fatto incazzare? Mi scusi, poi divento volgare…», ha detto. « Mi fa arrabbiare che trovi il tempo per andare a pranzo, negandosi ai giornalisti, mentre i medici non hanno nemmeno il tempo per un caffè. Io lavoro 120 ore a settimana, non ho mai tempo per pranzare. E tu non vai nemmeno alle riunioni del Cts? Scherziamo?». Ruocco è un dirigente di primissimo piano. Dal 2012 al 2014 è stato direttore generale della prevenzione e chief medical officere del ministero della Salute. E questo è, in realtà, il principale motivo per cui Sileri vorrebbe cacciarlo. Nel 2013, infatti, l'Italia - su indicazione dell'Unione europea, avrebbe dovuto aggiornare il suo piano pandemico, ma non lo ha fatto. A occuparsi dell'aggiornamento del piano, in quel periodo, avrebbe dovuto essere Giuseppe Ruocco. «Ma scusi, nel 2013, dopo la decisione del Parlamento Ue, che cosa ha fatto Ruocco?», si è chiesto ieri Sileri. «Io non ci dormirei la notte». A Ruocco è poi subentrato Ranieri Guerra. E a Guerra è succeduto Claudio D'Amario. Ruocco però è ancora al ministero, e con un incarico piuttosto importante. Non solo. Il nostro segretario generale, infatti, nei mesi scorsi ha gestito faccende che più delicate non si potrebbe. Forse ricorderete, infatti, che il suo nome è già apparso sulle nostre pagine. Ne abbiamo scritto per l'esattezza il 25 novembre, in un articolo dedicato alla complessa partita della gestione dei vaccini anti covid. Ci chiedevamo, in quel pezzo, chi fosse stato mandato a rappresentare l'Italia ai tavoli che contano, cioè a negoziare quale vaccino sarebbe stato inoculato a centinaia di milioni di cittadini europei, in quali quantità e a quale prezzo. Scoprirlo non è stato per niente semplice, anche se in teoria - trattandosi di una faccenda che riguarda la vita di tutti e per cui il nostro Paese ha versato qualcosa come 94 milioni di euro - tutte le informazioni avrebbero dovuto essere chiare e condivise. Indagando, la Verità scoprì che le decisioni in materia di vaccini vengono prese - in base agli accordi fra gli Stati membri dell'Ue - da un comitato direttivo composto da un rappresentante di ciascun Paese. Abbiamo anche appreso, tuttavia, che a decidere davvero sulle questioni più scottanti è un comitato negoziale congiunto, formato dalla Commissione europea e da un ristretto gruppo di esperti nominati all'interno del comitato direttivo. Esaminando il sito Internet del governo olandese, abbiamo anche scoperto che questo piccolo gruppo sarebbe formato da Spagna, Svezia e Polonia, oltre ai membri dell'alleanza inclusiva per i vaccini (Germania, Francia, Italia e Paesi Bassi). Non trovando ulteriori riscontri, ci siamo rivolti alla Commissione Ue, chiedendo una lista dei membri del direttivo. Ma ci è stato risposto che non si poteva «fornire alcuna informazione circa i membri del comitato almeno fino a quando l'ultimo contratto verrà firmato». A un certo punto, però, Report ha però svelato il nome del rappresentante italiano nel comitato direttivo. E indovinate di chi si tratta? Ma certo, è proprio lui: il dottor Giuseppe Ruocco, segretario generale del ministero della Salute e membro del Comitato tecnico scientifico. A quel punto, abbiamo scritto al ministero della Salute, chiedendo che ci fosse fornita una copia dell'atto di nomina di Ruocco, onde capire perché fosse stato scelto lui. Risposta del ministero (tramite telefonata): «Quell'incarico spetta di diritto al dottor Ruocco dal momento che in qualità di segretario generale rientra tra le sue funzioni quella di capo dei servizi medici italiani nelle istituzioni europee e internazionali». In pratica, ci hanno fatto sapere che era stato scelto Ruocco e tanto ci doveva bastare. Già così, la storia non era niente male: anche la questione vaccini è stata gestita con una trasparenza tipicamente europea. Ora però è arrivata l'ulteriore beffa. Dal viceministro Sileri (e non dall'ultimo burocrate del ministero della Salute) abbiamo appreso che Ruocco è uno che merita di essere cacciato a calci nel sedere. Di più: è il dirigente che, quando era direttore generale della prevenzione, avrebbe dovuto occuparsi di rinnovare il piano pandemico dell'Italia su indicazione dell'Unione europea. Ma non lo ha fatto, tanto che ci siamo ritrovati ad affrontare la pandemia di covid nel 2020 privi di uno scudo fondamentale che, secondo alcuni esperti titolati, ci avrebbe consentito di evitare almeno 10.000 morti. È giunto il momento che il ministero faccia chiarezza e ci dica se Ruocco deve dimettersi oppure no e, soprattutto, perché è stato mandato lui a trattare sul vaccino. In virtù di quali meriti lo hanno scelto?