2025-03-28
A Gaza terzo giorno di rivolta palestinese. «Hamas vada via, qui c’è un inferno»
I jihadisti reprimono le proteste, Israele valuta la tregua offerta tramite l’Egitto. Un volo Ita devia la rotta per i missili degli Houthi.Ieri a Gaza, per il terzo giorno consecutivo, centinaia di palestinesi anti Hamas hanno nuovamente manifestato contro il gruppo jihadista. Stavolta hanno anche lanciato un messaggio alle persone in tutto il mondo che sostengono Hamas invece che loro. In uno dei tanti video che circolano in rete si vede un uomo disperato che grida davanti alle telecamere: «Vieni a vivere l’inferno che stiamo sopportando, poi potrai parlare». Le proteste di ieri sono state interrotte dall’inizio di un intenso bombardamento, del quale i manifestanti sono stati avvisati per tempo. Tra coloro che si sentono in sintonia con Hamas, oltre ai tanti pro Pal, sembra esserci anche il deputato Riccardo Ricciardi (M5s), che ha letto in Parlamento le ultime volontà di Hossam Shabat, un terrorista di Hamas che ha preso parte al massacro del 7 ottobre 2023; l’onorevole lo ha fatto come se parlasse del Mahatma Gandhi.Tornando alle proteste nella Striscia di Gaza, Hamas sta facendo di tutto per soffocarle; mercoledì i miliziani sono intervenuti per disperdere una manifestazione nei pressi dell’ospedale indonesiano a Beit Lahia e alcuni manifestati sono stati picchiati. Ora si attende la vendetta sugli organizzatori delle proteste. Come vi abbiamo raccontato ieri, tutto avviene senza che l’emittente qatarina al-Jazeera dedichi un solo servizio alle proteste contro Hamas, perché ciò disturberebbe la Fratellanza musulmana, della quale Hamas è il braccio armato. Sui canali Telegram e gli altri social, Hamas sta provando a screditare le proteste, affermando che i manifestanti sarebbero «degli attori pagati dal Mossad». Chi c’è davvero dietro i tumulti? Prima di tutto, la disperazione di una popolazione portata allo stremo da Hamas, che ha rifiutato ogni accordo e che continua a tenere i 59 ostaggi israeliani (tra vivi e morti) nei tunnel usando la popolazione civile come scudo. Poi c’è sicuramente l’Autorità nazionale palestinese di Mahmoud Abbas, che da mesi chiede ad Hamas di lasciare il potere, ma su questo nessuno si illude più. Ieri, i clan delle province meridionali di Gaza hanno annunciato il ritiro del loro sostegno all’organizzazione islamista, intimandole di non reprimere le proteste pacifiche. La guerra intanto prosegue: ieri mattina Hamas ha annunciato che il suo portavoce, Abdul Latif al-Qanou, è stato eliminato in un attacco israeliano a Jabalia, nella Striscia di Gaza settentrionale. Al-Qanou è colui che la notte del 18 ottobre 2023 divulgò la notizia secondo la quale, alle 18.59 di quella sera, Israele aveva bombardato l’ospedale al-Ahli di Gaza «facendo oltre 500 morti». Da qual momento iniziò quella campagna d’odio che dura ancora oggi contro Israele. Giorni dopo le prove mostrarono che invece si trattava di un missile difettoso lanciato dalla Jihad islamica, che fece 20 morti, ma il danno, in termini di immagine, è stato enorme, al punto che ancora oggi c’è chi ha il coraggio di parlare di «vicenda controversa».Sempre nella giornata di ieri, secondo quanto riportato dal quotidiano libanese L’Orient-Le Jour, tre appartenenti a Hezbollah sono stati inceneriti da un drone israeliano mentre si trovavano su un auto nell’area di Yohmor el-Chakif, nella regione di Nabatiye, nel Sud del Libano. Nonostante le recenti operazioni militari condotte dagli Stati Uniti in Yemen - al centro dell’ormai noto «chatgate» - gli Huthi continuano a ostacolare la sicurezza di rotte aeree e marittime nel Medio Oriente, tanto che, ieri, il volo Ita Airways AZ806, partito da Roma Fiumicino e diretto a Tel Aviv, ha dovuto deviare la rotta verso il mare a causa del lancio di due missili balistici provenienti dallo Yemen. Il velivolo è poi atterrato «in tutta sicurezza». Nel primo pomeriggio, le sirene d’allarme hanno risuonato in tutto l’aeroporto di Tel Aviv e in altre zone del Paese, in seguito al lancio di un missile partito dallo Yemen. L’esercito ha fatto sapere che entrambi i missili sono stati intercettati prima che potessero oltrepassare il confine israeliano. «Due missili lanciati dallo Yemen sono stati intercettati prima di entrare nel nostro spazio aereo. Le sirene sono scattate in linea con le procedure previste», ha reso noto l’Idf.A fronte della situazione in Medio Oriente, le sigle sindacali Filt Cgil, Uiltrasporti e Anpac hanno inviato una richiesta formale a Ita Airways per un confronto immediato «in merito alla direttrice Tel Aviv e alla possibilità di una sospensione temporanea delle operazioni su quella tratta».Infine, fonti della sicurezza hanno riferito a Reuters che Israele avrebbe dato segnali favorevoli a una nuova proposta per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza avanzata dall’Egitto, uno dei principali mediatori nei colloqui. Il piano includerebbe una fase di transizione, e - secondo alcune fonti - prevederebbe il rilascio da parte di Hamas di cinque ostaggi israeliani a cadenza settimanale.
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