Ogni 30 secondi si vende un flacone di Chanel n°5

Ogni 30 secondi si vende un flacone di Chanel n°5
(ERIC FEFERBERG/AFP via Getty Images)

Una fragranza «da donna, che sa di donna», che negli anni non ha mai perso il suo fascino. Il celebre brand compie 100 anni

Lo speciale contiene due articoli e gallery fotografiche.


Si dice ne venga venduto uno ogni 30 secondi. Chanel N°5, il profumo della storica maison francese, compie 100 anni e continua a essere amato da generazioni di donne in giro per il mondo. In un mercato che guardaLo sempre al nuovo, restare anno dopo anno nella top 5 dei profumi più venduti (secondo i dati raccolti dal Brand Key Fashion Brands Index) è un traguardo non indifferente.

Chanel N°5 non è solo un profumo, ma un mito. La maison lo definisce «l'essenza stessa della femminilità». Il bouquet di cui è composto è declinato interno alla rosa di maggio e al gelsomino, ma sono le aldeidi a dare quel tocco unico alla fragranza che si chiude con un tocco morbido di vaniglia. Chanel N°5 debutta sul mercato il 5 maggio del 1921 dopo che Coco Chanel chiese a Ernst Beaux, chimico presso la corte degli zar di Russia, di creare per lei un profumo che «avesse per il profumo di una donna non di un bouquet di fiori». La stilista, che odiava aderire ai dettami dell'epoca, cercava «una fragranza che fosse come un vestito», qualcosa di complesso che non fosse un semplice mix di rosa e mughetto.

Fu così che Beaux creò un mix di 80 elementi legati tra loro da aldeidi, sostanze sintetiche che rievocano una sensazione di pulizia e i toni del sapone. Era la prima volta che questa sostanza veniva usata in un profumo. Anche una volta Coco Chanel aveva riscritto le regole della bellezza femminile. Invece che scegliere un nome poetico come si soleva fare, la donna si limitò a dare alla sua prima fragranza il nome che aveva il tester presentatole dal chimico: il numero cinque. Una fortunata casualità, visto che il cinque era anche il numero fortunato di Coco. Si dice che dopo aver scelto il profumo, la stilista avrebbe affermato: «Lancio la mia collezione di abiti il 5 maggio, quinto mese dell'anno, lasciamogli il numero che porta, questo numero 5 gli porterà fortuna».

Un flacone di Chanel N°5 da 30 ml contiene 1.000 fiori di gelsomino di Grasse e 12 rose di maggio di Grasse. Un chilo di rosa equivale a 350 fiori mentre un chilo di gelsomino equivale a 8.000 fiori. Ogni lavoratore in un'ora raccoglie 5 kg di rose e 500 g di gelsomini. Per ottenere un chilo di concreta occorrono ben 400 kg di fiori di rosa e 350 kg di fiori di gelsomino. Infine, un chilo di concreta produce 600 g di assoluto di rosa e 550 g di assoluto di gelsomino.

Giorgio Dalla Villa, direttore del Museo del profumo di Milano, ha raccontato a Elle come «in genere le fragranze durano qualche stagione, una generazione al massimo, poi sono destinate a esaurirsi, a passare di moda, Chanel N°5 invece è immortale: la sua magia è misteriosa come la sua origine, che va fatta risalire alla Russia degli zar». E un profumo così affascinante non poteva non essere legato a qualche leggenda. Dalla Villa ha infatti spiegato: «Nell'entourage reale (dove lavorava Beaux, ndr) c'era un monaco, un guaritore, molto caro alla zarina: il potentissimo Rasputin. Si dice che curasse i malati, tra cui il figlio maschio dello zar affetto da emofilia, con un'essenza odorosa, una specie di pozione magica. Non è da escludere che Beaux sia venuto in possesso della formula e l'abbia usata, una volta in Francia, per creare il N°5».

Non è solo il contenuto di Chanel N°5 a essere iconico, anche il flacone che lo contiene ha la sua storia unica. Jacques Helleu, direttore artistico di Parfums Chanel ha dichiarato come «tutti i codici sono stati creati da Mademoiselle Chanel e tutto si riassume nel N.5. In un certo qual modo, Mademoiselle ha imposto una norma di riferimento estremamente solida, proprio perché generata non solo dal suo talento, ma anche da un'epoca ricca di riferimenti artistici, codici rivoluzionari e atemporali al tempo stesso che hanno fortemente influenzato il suo stile: Picasso, Le Corbusier, Mondrian, Malevitch».

Il flacone, realizzato dalle Cristalleries de Saint Louis, strizzava l'occhio al Modernismo con le sue forme semplici e pulite. Il tappo - quasi inesistente nella prima esclusiva versione fatta “scivolare" nelle tasche delle più fedeli clienti - divenne tre anni dopo largo e ottagonale, ispirato, si dice, al monumento posto al centro di Place Vendome a Parigi. Un oggetto così iconico, l'amica di Coco - Misia Sera - una volta affermò che «Avere un flacone è come avere un biglietto vincente della lotteria», da essere esposto persino al Moma di New York nel 1954. E diventare, qualche anno dopo, ispirazione per una serie di opere di Andy Warhol.

Chanel N°5. Il profumo del secolo

La storia del profumo più famoso del mondo rivive in un nuovo volume illustrato, in libreria dal 5 maggio 2021. Lo firma Chiara Pasqualetti Johnson a pochi mesi dal grande successo della sua biografia sulla regina della moda Coco Chanel. La rivoluzione dello stile.

Illustrato da foto d’epoca attinte dagli archivi storici, dagli scatti immortali con Marilyn Monroe, dalle serigrafie di Andy Warhol e dalle più celebri campagne pubblicitarie, il testo ripercorre le tappe di una storia piena di colpi di scena, così avvincente da assomigliare a una favola moderna. «Decennio dopo decennio, la leggenda che lo avvolge ha fatto di Chanel N° 5 qualcosa che va ben oltre un semplice profumo, trasformandolo in un emblema culturale e sociale, capace di ispirare artisti, fotografi, registi» ha raccontato l’autrice Chiara Pasqualetti Johnson. «Buona parte del suo successo si deve proprio alle infinite interpretazioni che sono state date a quel flacone trasparente con le due C intrecciate sulla base del tappo. Un oggetto così riconoscibile da trasformarsi in merce di scambio durante la guerra o in un’icona pop nelle serigrafie di Andy Warhol. Fino a diventare quello che è oggi. Un’ossessione olfattiva globale, il voluttuoso sussurro che segnala la presenza di qualcosa di ricco e sensuale. L’indulgenza verso il piacere, la fragranza di un sogno».

Il racconto è scandito in cinque capitoli. Il primo è dedicato alla vita di Coco Chanel. Perché, se ogni leggenda ha un inizio, quella di Chanel N° 5 non poteva che cominciare con la storia della sua creatrice, una donna dalla personalità travolgente, con una vita da romanzo. Il secondo capitolo ripercorre le tappe della creazione del N° 5, «un profumo da donna, che sa di donna». Dietro la nascita di una fragranza così seducente non poteva che esserci una storia d’amore: quella tra Coco Chanel e il granduca Dimitri Pavlovic, della dinastia dei Romanov. Quel bouquet audace e rivoluzionario viene racchiuso in un flacone trasparente, essenziale come un’opera d’arte astratta, che contribuirà al favoloso destino del N° 5, il tema del terzo capitolo. Saranno Andy Warhol e Marilyn Monroe a trasformare un clamoroso successo commerciale in un emblema culturale e sociale. Il quarto capitolo ripercorre mezzo secolo di pubblicità, attraverso i volti delle donne bellissime e dalla personalità dirompente che hanno interpretato lo spirito del profumo. Da Catherine Deneuve a Brad Pitt, il primo uomo testimonial della fragranza femminile per eccellenza. Sospesa tra leggenda e verità, la storia si conclude con un capitolo sulle storie segrete che nel tempo hanno aggiunto un tocco di mistero a Chanel.

Il libro di Chiara Pasqualetti Johnson è anche una riflessione sui grandi cambiamenti sociali e culturali rappresentati dal profumo. Perché il successo sensazionale di Chanel N° 5 sarà qualcosa di così rivoluzionario da far dimenticare tutto quello che era successo prima. «Chanel N° 5 incarna lo spirito rivoluzionario di Mademoiselle, ma anche l’atmosfera degli anni Venti, un’epoca che vide imporsi una nuova generazione di donne. Più libere, sicure, moderne. Finalmente padrone del loro destino, erano pronte a ribellarsi a una vita di costrizioni, rappresentate simbolicamente da quegli scomodi bustini che Chanel abolì fin dalle sue prime collezioni, lanciando un look confortevole e chic che divenne l’emblema del suo stile. Eppure, più della moda, è stato quel profumo irresistibile a trasformare in un mito il nome Chanel. Tanto che, nel tempo, Chanel N° 5 ha finito per diventare una creatura autonoma, costruendosi la propria identità e una storia indipendente. Con il suo bouquet allo stesso tempo pulito e voluttuoso, ha segnato una svolta epocale nel mondo della profumeria e ancora oggi resta una delle fragranze più desiderate al mondo», ha scritto l’autrice.

White Star/Cristopher Ames/Getty Images

N°5, 100 anni di celebrità — Dentro CHANEL

Tour virtuale dei campi in cui nascono i fiori per Chanel N°5

«L’abito industriale avvolge il corpo, quello sartoriale veste l’anima»
Franz Botrè (nel riquadro) e Francesco Florio
Il direttore di «Arbiter» Franz Botrè: «Il trofeo “Su misura” celebra la maestria artigiana e la bellezza del “fatto bene”. Il tema di quest’anno, Winter elegance, grazie alla partnership di Loro Piana porterà lo stile alle Olimpiadi».

C’è un’Italia che continua a credere nella bellezza del tempo speso bene, nel valore dei gesti sapienti e nella perfezione di un punto cucito a mano. È l’Italia della sartoria, un’eccellenza che Arbiter celebra da sempre come forma d’arte, cultura e stile di vita. In questo spirito nasce il «Su misura - Trofeo Arbiter», il premio ideato da Franz Botrè, direttore della storica rivista, giunto alla quinta edizione, vinta quest’anno da Francesco Florio della Sartoria Florio di Parigi mentre Hanna Bond, dell’atelier Norton & Sons di Londra, si è aggiudicata lo Spillo d’Oro, assegnato dagli studenti del Master in fashion & luxury management dell’università Bocconi. Un appuntamento, quello del trofeo, che riunisce i migliori maestri sarti italiani e internazionali, protagonisti di una competizione che è prima di tutto un omaggio al mestiere, alla passione e alla capacità di trasformare il tessuto in emozione. Il tema scelto per questa edizione, «Winter elegance», richiama l’eleganza invernale e rende tributo ai prossimi Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026, unendo sport, stile e territorio in un’unica narrazione di eccellenza. A firmare la partnership, un nome che è sinonimo di qualità assoluta: Loro Piana, simbolo di lusso discreto e artigianalità senza tempo. Con Franz Botrè abbiamo parlato delle origini del premio, del significato profondo della sartoria su misura e di come, in un mondo dominato dalla velocità, l’abito del sarto resti l’emblema di un’eleganza autentica e duratura.

Non solo droghe: i giovani provano a riempire il vuoto con gioco e porno
iStock
A rischiare di cadere nella trappola dei «nuovi» vizi anche i bambini di dieci anni.

Dopo quattro anni dalla precedente edizione, che si era tenuta in forma ridotta a causa della pandemia Covid, si è svolta a Roma la VII Conferenza nazionale sulle dipendenze, che ha visto la numerosa partecipazione dei soggetti, pubblici e privati del terzo settore, che operano nel campo non solo delle tossicodipendenze da stupefacenti, ma anche nel campo di quelle che potremmo definire le «nuove dipendenze»: da condotte e comportamenti, legate all’abuso di internet, con giochi online (gaming), gioco d’azzardo patologico (gambling), che richiedono un’attenzione speciale per i comportamenti a rischio dei giovani e giovanissimi (10/13 anni!). In ordine alla tossicodipendenza, il messaggio unanime degli operatori sul campo è stato molto chiaro e forte: non esistono droghe leggere!

Messi in campo dell’esecutivo 165 milioni nella lotta agli stupefacenti. Meloni: «È una sfida prioritaria e un lavoro di squadra». Tra le misure varate, pure la possibilità di destinare l’8 per mille alle attività di prevenzione e recupero dei tossicodipendenti.

Il governo raddoppia sforzi e risorse nella lotta contro le dipendenze. «Dal 2024 al 2025 l’investimento economico è raddoppiato, toccando quota 165 milioni di euro» ha spiegato il premier Giorgia Meloni in occasione dell’apertura dei lavori del VII Conferenza nazionale sulle dipendenze organizzata dal Dipartimento delle politiche contro la droga e le altre dipendenze. Alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui Meloni ha rivolto i suoi sentiti ringraziamenti, il premier ha spiegato che quella contro le dipendenze è una sfida che lo Stato italiano considera prioritaria». Lo dimostra il fatto che «in questi tre anni non ci siamo limitati a stanziare più risorse, ci siamo preoccupati di costruire un nuovo metodo di lavoro fondato sul confronto e sulla condivisione delle responsabilità. Lo abbiamo fatto perché siamo consapevoli che il lavoro riesce solo se è di squadra».

Interrogatorio chiave sul Sistema Pavia: «Provviste pagate con fiches del casinò»
Antonio Scoppetta (Ansa)
  • Nell’inchiesta spunta Alberto Marchesi, dal passato turbolento e gran frequentatore di sale da gioco con toghe e carabinieri
  • Ora i loro legali meditano di denunciare la Procura per possibile falso ideologico.

Lo speciale contiene due articoli

92 giorni di cella insieme con Cleo Stefanescu, nipote di uno dei personaggi tornati di moda intorno all’omicidio di Garlasco: Flavius Savu, il rumeno che avrebbe ricattato il vicerettore del santuario della Bozzola accusato di molestie.

Marchesi ha vissuto in bilico tra l’abisso e la resurrezione, tra campi agricoli e casinò, dove, tra un processo e l’altro, si recava con magistrati e carabinieri. Sostiene di essere in cura per ludopatia dal 1987, ma resta un gran frequentatore di case da gioco, a partire da quella di Campione d’Italia, dove l’ex procuratore aggiunto di Pavia Mario Venditti è stato presidente fino a settembre.

Dopo i problemi con la droga si è reinventato agricoltore, ha creato un’azienda ed è diventato presidente del Consorzio forestale di Pavia, un mondo su cui vegliano i carabinieri della Forestale, quelli da cui provenivano alcuni dei militari finiti sotto inchiesta per svariati reati, come il maresciallo Antonio Scoppetta (Marchesi lo conosce da almeno vent’anni).

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