Il blocco ai veicoli nel Quadrilatero della moda rischia di danneggiare residenti e lavoratori senza correggere gli abusi. Le boutique: «Il vero problema sono i furgoni in sosta vietata, che continueranno a entrare anche fuori orario pagando multe come da abitudine».
Il blocco ai veicoli nel Quadrilatero della moda rischia di danneggiare residenti e lavoratori senza correggere gli abusi. Le boutique: «Il vero problema sono i furgoni in sosta vietata, che continueranno a entrare anche fuori orario pagando multe come da abitudine».Dal 12 maggio 2025, la mobilità a Milano si è ancora più complicata di prima: è attiva una nuova Zona a traffico limitato (Ztl) nel Quadrilatero della Moda. Il problema? Non è solo una nuova zona a traffico limitato, ma una Ztl inserita all’interno della Ztl Area C, che a sua volta è dentro la Ztl Area B, ognuna con regole diverse, portali diversi, deroghe diverse. Una stratificazione normativa che rischia di rendere impraticabile la città a chi ci vive, lavora o investe. Ma il Quadrilatero della Moda si sovrappone geograficamente all’Area C. Come può un cittadino sapere dove finisce una e comincia l’altra, se i limiti sono virtuali, segnati solo da telecamere e una mappa online? E per di più vengono penalizzati anche i motocicli, che saranno vietati dal prossimo anno. «È un provvedimento che lascia pochi dubbi: blocco totale delle auto, che siano dei cittadini o dei lavoratori», spiega il consigliere comunale della Lega Samuele Piscina. «E come se non bastasse, l’accesso per moto e scooter sarà garantito solo per il primo anno. Un’assurdità, se consideriamo che i motocicli inquinano meno, aiutano a ridurre il traffico e migliorano la mobilità urbana. Questa non è pianificazione, ma ostilità cieca». Per di più Palazzo Marino ha giustificato il provvedimento senza fornire dati, ma spiegando che ci sarà un miglioramento della qualità dell’aria e del traffico. Peccato che di miglioramenti non se ne siano ancora visti, dopo l’introduzione di Area B e Area C, come hanno denunciato anche i Verdi.Il cuore del lusso milanese - via Montenapoleone, via della Spiga, via Manzoni - viene così trasformato in una zona blindata attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, anche nel fine settimana, colpendo anche le auto elettriche e i veicoli commerciali. L’accesso è consentito solo a determinate categorie e solo tramite registrazione a un nuovo portale. Per molti cittadini, professionisti e commercianti, significa dover barcamenarsi tra tre sistemi burocratici, ciascuno con credenziali, accessi limitati e modalità operative diverse. Chi possiede un box nella zona ma non è residente, ad esempio, potrebbe non avere diritto ad accedere con l’auto, anche se paga regolarmente le tasse. Un paradosso che colpisce la logica e i diritti di chi vive (o investe) nel centro città. Si tratta di un’architettura normativa che rischia di confondere utenti e penalizzare le attività economiche. Non a caso, Confcommercio Milano e MonteNapoleone District avevano già espresso forti perplessità ben prima dell’entrata in vigore. Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio, lo aveva dichiarato in aprile: «È un provvedimento che abbiamo subìto e che non era necessario. Ci siamo confrontati con il Comune fin da subito per evitare contraccolpi alle imprese di un’area di attrattività mondiale così importante per l’economia milanese». Alcune concessioni sono state ottenute, come l’ampliamento delle fasce orarie per il carico-scarico merci e alcune deroghe per hotel, autorimesse, artigiani e fornitori per eventi. Ma le criticità restano. Tra queste, spicca il nodo del valet parking, ancora privo di una regolamentazione chiara. Un servizio fondamentale per chi arriva in città per lavoro o per shopping di alto profilo, e che, come osservava a gennaio Guglielmo Miani, presidente di MonteNapoleone District, avrebbe bisogno di uno spazio dedicato individuato in via Marina e aree drop off/pick up lungo via Montenapoleone. «Siamo sempre stati contrari alla Ztl perché non registriamo un traffico significativo nel Quadrilatero - aveva spietato Miani - e riteniamo che il provvedimento non risolva il problema principale: i furgoni in sosta vietata, che continueranno a entrare anche fuori orario, pagando le multe come da abitudine». Nel frattempo, chi non rientra in una deroga precisa - artigiani, tecnici, fornitori - dovrà contare i propri accessi: gli artigiani, ad esempio, avranno a disposizione solo 50 ingressi l’anno. Una soglia che difficilmente tiene conto della frequenza, urgenza e imprevedibilità del lavoro. Un altro punto che solleva interrogativi è l’accesso ai parcheggi: i clienti delle autorimesse private possono entrare nella Ztl senza problemi, a patto che siano registrati dal gestore del garage. La logica sembra premiare solo chi può permettersi di pagare una sosta nei pochi parcheggi convenzionati, mentre chi lavora o vive nella zona potrebbe trovarsi escluso. Il rischio, ora più che mai, è che la Ztl finisca per colpire chi rispetta le regole e non correggere i veri abusi. MonteNapoleone District aveva annunciato che, durante il periodo sperimentale, raccoglierà dati sull’andamento del traffico e dell’economia locale, con l’obiettivo di riaprire un confronto con il Comune e, se necessario, anche con il ministero. Milano rischia di trasformare uno dei suoi cuori pulsanti in un centro sempre più inaccessibile, selettivo e burocratico. A questo si aggiunge un paradosso: proprio nel tentativo di renderlo più ordinato e sostenibile, potrebbe allontanare quei flussi - di visitatori, clienti e investitori - che da sempre alimentano la vitalità del Quadrilatero.
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