2021-11-11
Zennaro: «Il reddito di cittadinanza va completamente rivisto»
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Dopo l'ennesimo episodio di truffa di 60 milioni di euro di un'associazione a delinquere romena che faceva percepire illegalmente il sussidio a 9.000 persone, il deputato della Lega e membro della commissione Finanze alla Camera, commenta: «È un pugno nello stomaco a tutti gli italiani che stanno facendo sacrifici enormi per tenere aperte le attività produttive».Che il reddito di cittadinanza così com'è nato non funzioni e si presti ad abusi è ormai un dato di fatto. L'ultimo caso riguarda una truffa di 60 milioni di euro portata avanti da un'associazione a delinquere romena che faceva percepire a circa 9.000 persone il sussidio in maniera illecita. L'indagine condotta dal comando provinciale della Guardia di finanza di Cremona e Novara ha portato all'arresto di 16 persone con l'accusa di estorsione e conseguimento di erogazioni pubbliche. E si tratta soltanto dell'ultimo episodio che vede quasi ogni giorno impegnate le Forze dell'ordine a smascherare i cosiddetti «furbetti del reddito». Abbiamo chiesto ad Antonio Zennaro, deputato della Lega e membro della commissione Finanze alla Camera, come può essere rivisto e ripensato questo strumento che dovrebbe sostenere chi non può lavorare e che invece, numeri alla mano, si sta rivelando un incentivo a non farlo.Onorevole, come commenta quest'ultimo caso, l'ennesimo, di truffa che riguarda il reddito di cittadinanza?«Il tema è che oramai c'è un bollettino quotidiano di inchieste, sequestri e operazioni delle forze dell'ordine di truffe di furbetti del reddito di cittadinanza. Non si può ignorare che, come dimostrano i dati e i numeri, è uno strumento che ha troppe falle e alla prova dei fatti non sta dando i risultati per i quali era partito».Si può parlare quindi di fallimento?«Assolutamente sì. Abbiamo persone che con il coronavirus hanno fatto sacrifici importanti per mantenere le piccole attività, gli artigiani, i commercianti, i ristoratori, con un fisco che non ha regalato nulla, perché c'è anche il tema della riscossione e delle cartelle esattoriali che rimane aperto, e avere tante persone che potrebbero lavorare e rifiutano il lavoro non è bello. Ci stanno prendendo in giro da tutta Europa perché solo In Italia sta accadendo che su uno strumento di politica di incentivo al lavoro succede questo».Crede che manchino i controlli?«Il punto è che lo strumento non funziona. Più che aumentare i controlli, che già ci sono, ribadisco che va completamente rivisto utilizzando quelle risorse per aiutare le piccole medie imprese e chi non può lavorare, aiutare ad assumere e a mantenere i posti di lavoro e dare un aiuto concreto a chi proprio non può. Si possono fare tutti i controlli del mondo, ma se uno strumento non funziona non funziona, se non raggiunge gli obiettivi per i quali sono stati stanziati miliardi di euro, va rivisto. Non lo dice solo la Lega, è agli occhi della realtà».Eppure, stando a una bozza della manovra, dovrebbe aumentare la dotazione sul reddito di cittadinanza che arriverebbe a quasi 10 miliardi.«La domanda da fare per noi è un'altra».Quale?«Questo strumento sta dando i risultati e sta raggiungendo gli obiettivi per cui è nato? Secondo la Lega no. Secondo le imprese no. Secondo le associazioni di categoria no e probabilmente anche secondo l'opinione pubblica. Allora va rivisto». E come può essere modificato con l'iter della manovra?«Le risorse possono essere rimodulate su altri strumenti per aiutare e sostenere le imprese. Chi può permettersi di andare a lavorare bisogna che lo incentiviamo ad andare a lavorare. È uno strumento che è nato prima della pandemia, nuovo in Italia, quindi perché non correggere il tiro in corsa? Questo è il tema vero che noi poniamo a tutta la politica italiana e, come ha detto Matteo Salvini, cercheremo convergenza su proposte di buon senso».Per esempio?«Come ha detto ieri Matteo Salvini, la Lega farà delle proposte, per esempio spostare circa 800 milioni di euro del reddito di cittadinanza per le pensioni e gli assegni d'invalidità. Questo strumento doveva essere temporaneo, dare i soldi alle persone e poi ricollocarle nel mondo del lavoro. Questo non sta avvenendo e quindi non funziona. Oggi si dimostra uno strumento aperto ai furbetti, truffe a gogo, e non sta portando le persone al lavoro, anzi le disincentiva. Si fa fatica a trovare la manodopera in alcuni settori come quelli del turismo, dell'agricoltura o degli autotrasporti».Quindi come si potrebbero riutilizzare questi soldi?«Andrebbero dati a chi non può lavorare, come per esempio chi assiste dei parenti con handicap e oggettivamente non può lavorare. Non a chi prende l'aereo fa la domanda e poi scappa o chi è intestatario di 20 auto di lusso, pregiudicati o associazioni a delinquere. Sono troppi ormai i casi. Serve rivedere lo strumento e utilizzare quelle risorse soprattutto per chi non può lavorare e chi fa veramente fatica. È un pugno nello stomaco a chi fa tanti sacrifici per tenere aperta l'attività in un momento in cui i costi delle materie prime e dell'energia aumentano, il mercato è stato stravolto dal coronavirus, i lavoratori e gli operai stanno facendo i turni straordinari per mantenere i posti di lavoro, mentre lo Stato distribuisce i soldi a chi non se lo merita. Bisogna intervenire».Ci vorrà molto tempo, intanto cosa si può fare per intervenire subito?«Come ha detto Matteo Salvini, come è stato fatto un vertice sui furbetti del bonus, il governo potrebbe fare un approfondimento e una riflessione sul reddito, perché parliamo di miliardi di euro del bilancio dello stato, soldi dei contribuenti che pagano le tasse, che devono essere spesi bene».
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