2024-08-13
Sovranità, riarmo e superiorità morale. Il blitz di Zelensky schianta tre ipocrisie
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Cade il tabù della logica di potenza e dei territori come merce di scambio. Più soldi alla Difesa? Ordine Usa, non scudo anti zar.L’incursione ucraina in Russia ha sollevato il velo su almeno tre ipocrisie in cui ci siamo crogiolati noi occidentali.Alla prima ha alluso, ieri, Vladimir Putin, nel discorso con cui ha minacciato una «degna risposta» al blitz. Secondo lo zar, l’attacco, avvenuto «con l’aiuto dell’Occidente», serve a Kiev a rafforzarsi in vista dei negoziati. Per il capo del Cremlino, ciò spiegherebbe perché l’Ucraina abbia rifiutato «le offerte di pace di Mosca e dei mediatori» e renderebbe impossibile alla Federazione accettare qualunque forma di dialogo.Può essere che Putin, il cattivo, ci abbia visto giusto? Riesce difficile immaginare che, data la penuria di uomini, il generale Oleksandr Syrsky stia rischiando la vita di migliaia di soldati solo per far assaggiare al nemico - citiamo Volodymyr Zelensky - cosa significhi subire un’invasione. Oppure, che speri di destabilizzare un autocrate che nemmeno il tentato golpe di Evgenij Prigozin riuscì a piegare. Sembra improbabile pure che gli ucraini confidino in una fatale vulnerabilità di Mosca, tale da costringerla a sguarnire il fronte del Donbass. Semmai Kiev, constatata l’incapacità di riconquistare le regioni perdute, sta provando a incamerare un bottino che potrebbe tornarle utile quando dovrà trovare un compromesso. E dovrà farlo sia se a vincere le elezioni americane fosse Kamala Harris, sia - a maggior ragione - se alla Casa Bianca tornasse Donald Trump.È questa l’ipocrisia smascherata dalla mossa di Syrsky. L’Occidente aveva sposato la causa della resistenza ucraina in nome del principio di sovranità: una nazione ha titolo a conservare la propria integrità territoriale. Non si poteva permettere che la Russia vincesse una guerra illegale di conquista. Solo che, per come stanno andando le cose, Washington e le cancellerie del Vecchio continente, prima o poi, si ritroveranno a coordinare un negoziato imbarazzante. La parte lesa potrebbe essere obbligata a rinunciare a interi oblast e, per minimizzare le concessioni, finirebbe per usare come merce di scambio le zone della Russia occupate, o almeno tenute sotto tiro. Le regioni abitate da civili inermi sarebbero mercanteggiate alla stregua di ostaggi. Ai portavoce del Pentagono, della Commissione Ue e della Nato toccherà prepararsi a un’arrampicata sugli specchi.Il fatto è che il cinismo della tattica di Zelensky e del suo generale non sarebbe difficile da giustificare, persino da apprezzare, se la smettessimo di interpretare la guerra con le categorie del moralismo giuridico. E con ciò veniamo alla seconda ipocrisia che si sta sbriciolando sotto i colpi dell’artiglieria ucraina: la convinzione che noi siamo eticamente superiori perché agiamo ai sensi del diritto internazionale, dei principi che i barbari di Mosca hanno prima finto di condividere e, dopo, hanno calpestato.È indubbio che le forze gialloblu siano autorizzate a distruggere postazioni militari nel territorio della Federazione russa. È altrettanto indubbio che l’aggressione in corso travalichi i limiti fissati dalle carte Onu. Intanto, perché coinvolge la popolazione. E poi per il modo in cui viene portata avanti: ad esempio, compiere sabotaggi oltre le linee travestendo truppe e mezzi con le insegne russe è il classico stratagemma che la Corte penale internazionale classificherebbe come crimine di guerra.L’aggressione di Putin ha fatto saltare i paletti? D’accordo. In tal caso, ammettiamo che aveva ragione Carl Schmitt: se abbiamo un nemico assoluto, non ci resta che muovergli una guerra totale. Massimo Cacciari va al cuore della questione, quando constata (amaramente) che, ormai, sullo scacchiere, l’unica voce che risuona è quella della «volontà di potenza». Da questo punto di vista, Putin ha incassato una parziale vittoria filosofica: ci sta spingendo a tornare alla vecchia geopolitica, all’antica logica delle grandi potenze. Nell’esprimere il sentimento dei non allineati, il ministro della Difesa russo, Andrei Belousov, coglie un aspetto cruciale: gli Usa e i loro alleati, agli occhi dei Brics, cercano di «impedire la costruzione di un nuovo ordine mondiale multipolare». Ecco. Quello sotto attacco oggi non è l’unico ordine possibile e non è nemmeno quello «giusto» per antonomasia. Anch’esso è sorto per blindare un’egemonia, dei rapporti di forza, dei meccanismi di potere. Anch’esso poggia su reticoli di regole funzionali al suo scopo. E anche queste regole possono essere violate da chi le aveva introdotte, se ciò è necessario per preservarlo.La terza ipocrisia ha invece a che fare con le nostre versioni contraddittorie sulla pericolosità di Mosca. In due anni e mezzo di conflitto, abbiamo oscillato tra l’irrisione di un esercito raffazzonato e lo spauracchio dell’imminente scontro con la Nato. E proprio la prospettiva di una sfida diretta all’Alleanza è stata utilizzata per promuovere il riarmo europeo. Ora che il fattore sorpresa ne ha scoperchiato una nuova debolezza, forse è il momento di riconoscere che gli investimenti nella Difesa non sono tanto una risposta alla minaccia della Russia, quanto il risultato delle pressioni finanziarie Usa. L’America non vuole più farci da ombrello gratis. Bruxelles ne ha preso atto, ha confezionato una narrazione ad hoc e l’ha impiegata per motivare una decisione presa per un motivo diverso. Peccato, perché certi mezzucci ci avvicinano al «mostro» che siamo sempre più inclini a ripagare con la sua stessa moneta.Se l’Occidente è davvero moralmente superiore, dovrà dimostrarsi capace di smentire il monito di Nietzsche: guarda dentro l’abisso e l’abisso guarderà dentro di te. Saremo risucchiati dall’abisso che giuravamo di combattere?
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.