2023-05-14
Zelensky: «Se non ci aiutate, combatterete»
Volodymyr Zelensky e Bruno Vespa (Ansa)
Il presidente, ospite di «Porta a porta»: «Presto la vittoria. È falso che non abbia voluto vedere Matteo Salvini».«Immaginiamo che Putin arrivi nei Paesi della Nato. Allora dovrete mandare i vostri cittadini, i vostri padri ed i vostri figli a fare questa guerra perché siete membri dell’Alleanza. Sono pragmatico, la vostra società deve capire che è meglio aiutare l’Ucraina che mandare poi i propri cittadini a combattere». Lo detto ieri presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel salotto di Porta a Porta, la trasmissione Rai condotta da Bruno Vespa. Che ieri come non mai ha giocato il ruolo di terza Camera dello Stato che da anni gli viene scherzosamente attribuito. È infatti sulle famose poltroncine bianche, per l’occasione trasferite per ragioni di sicurezza sulla terrazza del Vittoriano, che Zelensky si è seduto, per la sua unica intervista in Italia, dopo aver incontrato nell’ordine: il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e Papa Francesco, per la sua unica intervista in Italia. «Voglio ringraziare gli italiani per il loro aiuto, lo sentiamo molto vicino. La guerra non è lontana. È bello essere qui e non sentire la guerra, vivere la pace, auguro agli italiani di continuare a vivere la pace, ma dovete sapere quello che viviamo in Ucraina» ha detto Zelensky, che ha anche trovato il modo di stroncare le polemiche sul mancato incontro con il leader della Lega. «Non è vero che non ho voluto incontrare Matteo Salvini, lo incontrerei con piacere» ha detto il leader ucraino. Che poi ha aggiunto: «C’è stata un po’ di disinformazione». Sul conflitto, Zelensky ha ostentato la consueta sicurezza: «Crediamo nella vittoria, i passi importanti verranno compiuti a breve», confermando che il suo Paese si sta preparando «con grande impegno» ad una controffensiva. Ma dalle parole di Zelensky è emersa anche, forse per la prima volta, la volontà di arrivare a una soluzione in tempi rapidi: «È importante finire la guerra in Ucraina, mettere il punto. Putin porta l’aggressione. Noi non vogliamo vivere nel caos». Zelensky ha anche affiancato a «vittoria» la parola «pace», confermando di averne parlato con il Papa. Ma alle sue condizioni: «Il piano di pace deve essere ucraino, ne abbiamo parlato con Papa Francesco perché siamo interessati a coinvolgere il Vaticano e l’Italia. Secondo Zelensky il piano di pace che il suo paese propone «è molto pratico». «Abbiamo il sostegno del Vaticano, dell’Italia e di molti Paesi, e abbiamo l’obiettivo di coinvolgerne sempre di più» ha aggiunto, iniziando anche a dettare le condizioni. Per quanti hanno ucciso migliaia di ucraini, dice Zelensky, «vogliamo il tribunale, non basta il giudizio di Dio. Chiediamo la giustizia, la esigiamo. La vittoria non sono solo i territori, è il tribunale» per giudicare i crimini di guerra russi. Il leader ucraino ha aperto, per la prima volta, anche a un accordo con la Russia, ma diverso da quelli del passato: «Gli accordi di pace per porre fine alla guerra in Ucraina non possono essere come quelli di Minsk, che hanno permesso alla Russia di armarsi e attendere». Secondo Zelensky, il presidente russo, Vladimir Putin, ordinerà la ritirata dai territori dell’Ucraina «quando capirà che potrà perdere tutto» ma, grazie al controllo che esercita sui media di Mosca, racconterà «alla società che ha vinto e che la sua operazione ha avuto successo». Aggiungendo poi che «non tutti capiscono fino in fondo cosa succede con la politica d’informazione in Russia. Putin ha raccontato che in Ucraina ci sono i nazisti e loro hanno cominciato a crederci. Controlla tutto lo spazio mediatico. Cercherà una via d’uscita da questa situazione usando gli stessi strumenti di informazioni utilizzate». Il leader ucraino si è detto però convinto che «in un certo momento (Putin, ndr) potrà capire che, dal punto di vista diplomatico, potrà risolvere la questione se lascerà» i territori ucraini. Secondo Zelensky però in questo momento parlare con il presidente russo per provare a stabilire le condizioni di una pace, sarebbe «del tutto inutile».
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